Perché i produttori Android non stanno puntando sulla ricarica wireless magnetica e sembrano non voler adottare questa funzionalità dello standard Qi2? Pixel 10 a parte, che hanno adottato la tecnologia Pixelsnap, sembra proprio che i vari brand non siano molto “interessati”. Il motivo? Prova a spiegarcelo Nothing.

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Nothing prova a spiegarci perché la ricarica magnetica latita su Android

A partire dalla seconda metà del 2023, lo standard Qi2 ha portato il supporto ai magneti integrati in stile MagSafe, che consente ai dispositivi di agganciarsi in modo preciso ai caricabatterie wireless compatibili, garantendo un migliore allineamento. Nonostante questa novità possa andare a migliorare l’esperienza utente con la ricarica senza fili, a circa due anni di distanza dall’introduzione non sembra essere stata tuttora accolta con particolare entusiasmo dai principali produttori di smartphone Android.

Tra i principali modelli, solo la serie Google Pixel 10 ha introdotto la ricarica magnetica con la tecnologia Pixelsnap, mentre ad esempio Samsung ha sì adottato lo standard Qi2 (sulla serie Galaxy S25 e sui pieghevoli Galaxy Z Flip7 e Galaxy Z Fold7), ma con ricarica magnetica supportata solo tramite cover dedicate (abbiamo visto ieri due nuovi caricabatterie). Il perché prova a spiegarcelo Nothing in uno dei suoi video (dal minuto 2:30 circa): a quanto pare la scarsa adozione è dovuta a un mix di burocrazie, costi e politiche del settore.

Qi2 è uno standard wireless utilizzabile da qualsiasi produttore, ma le configurazioni adottate da Apple con MagSafe sono brevettate e dunque soggette a restrizioni. Questo significa che i produttori devono sviluppare un proprio sistema di ricarica e caricabatterie magnetici per i dispositivi: visto che i magneti non hanno esattamente la stessa configurazione di quelli della mela, è possibile che le bobine non risultino perfettamente allineate, impedendo un’ottimale velocità di ricarica e un’adeguata efficienza.

Sembra che lo sviluppo di un proprio sistema di ricarica wireless di questo tipo possa costare alle aziende fino a 10 milioni di dollari. I produttori avrebbero dunque valutato i pro e i contro, arrivando a una conclusione: meglio investire sulla ricarica cablata, che risulta più rapida ed efficiente. La spiegazione potrebbe non convincere tutti, ma ci sono da considerare anche le sfide ingegneristiche e di progettazione da affrontare per l’adozione.

Le indiscrezioni puntano sull’introduzione del supporto completo alla ricarica magnetica da parte di Samsung, a partire dai Galaxy S26. Chissà se altri produttori decideranno di adottare effettivamente questa tecnologia. Al momento, oltre ai già citati Pixel 10, nel mondo Android abbiamo praticamente solo HMD Skyline tra i prodotti con ricarica magnetica Qi2.