Torniamo a occuparci di Android 16, la prossima versione del sistema operativo Android che, molto in anticipo rispetto agli ultimi anni, verrà rilasciata da Google entro il secondo trimestre del 2025 (tutti gli indizi e gli spoiler indicano giugno).

Nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli su alcune funzionalità, più o meno note alla community, che debutteranno proprio con la prossima versione del sistema operativo del robottino verde: parliamo dei Live Updates, degli screenshot in HDR e di una nuova modalità di attivazione del salvaschermo.

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Android 16: scopriamo qualche segreto in più di alcune novità in arrivo

Lo scorso 13 febbraio, Google ha rilasciato ufficialmente la beta 2 di Android 16, secondo passo in quella che è la seconda fase dello sviluppo della prossima versione di Android, attesa al rilascio stabile nel mese di giugno.

Tra le novità annunciate da Google, soprattutto rivolte agli sviluppatori, le novità tangibili che vi andiamo raccontando di volta in volta e le novità che alcuni insider vanno scovando all’interno del codice sorgente, Android 16 sta prendendo sempre più forma.

Dall’analisi del codice sorgente della beta 2 di Android 16 (trovate qua tutte le novità tangibili e nascoste emerse in precedenza), il solito Mishaal Rahman è riuscito a scovare nuovi indizi o il modo di attivare alcune delle funzionalità attese, alcune già annunciate da Google.

Un primo sguardo ai “Live Updates” in azione

Con il rilascio della beta 1 di Android 16 dello scorso gennaio, Google ha annunciato ufficialmente i Live Updates, una funzionalità messa a disposizione degli sviluppatori ma non ancora disponibile per i beta tester (l’abbiamo definita come “la grande assente” dalla beta 1 e manca anche sulla beta 2).

Cosa sono i Live Updates di Android 16?

I Live Updates (aggiornamenti in tempo reale) sono notifiche speciali pensate per quelle “attività in corso” che necessitano di fornire aggiornamenti costanti agli utenti (come i servizi di rideshare, gli avvisi di consegna di cibo e la navigazione).

Alla base di tutto c’è una nuova tipologia di notifiche chiamata “progress-centric notification” (notifica incentrata sui progressi), che si caratterizza per una barra di avanzamento temporale e può, facoltativamente, essere suddivisa in diversi segmenti.

Il sopra-citato Mishaal Rahman è riuscito ad abilitare la funzionalità Live Updates su uno smartphone che esegue la beta 2 di Android 16 e ci permette di scoprire ulteriori dettagli sulla funzionalità, oltre a vederla in azione nel suo stato attuale (che sembra ancora lontano dalla finalizzazione).

È interessante il fatto che, quando un Live Update viene visualizzato come “chip” nella barra di stato, le altre icone di notifica vengono nascoste (un po’ come avviene quando c’è una chiamata in corso e riduciamo “a icona” l’app Telefono). Effettuando un tap sul chip, viene mostrata la notifica completa in un pop-up che compare sotto la barra di stato.

Queste notifiche progresso-centriche hanno la priorità su tutte le altre: vengono mostrate non compresse (e in cima) nel pannello delle notifiche; vengono mostrate per intero (e non come icone) sulle schermate dell’Always-on display (corrispondente all’opzione Mostra sempre ora e informazioni sui Pixel).

Per mostrare questa nuova tipologia di notifiche, l’insider ha sfruttato un’app ad hoc realizzata dallo sviluppatore Viktor Mykahiliv per creare una notifica progresso-centrica. Il seguente video mostra esclusivamente l’aspetto di questa tipologia di notifiche.

Le app saranno in grado di creare Live Update in automatico, senza l’intervento dell’utente; la funzionalità sarà abilitata di default per qualsiasi app che sia in grado di creare notifiche continue e fornisca riepiloghi passo dopo passo.

La beta 3 di marzo, quella con cui il sistema operativo raggiungerà la stabilità della piattaforma, potrebbe essere quella giusta per capire se Google preveda o meno di lanciare i Live Updates con la prima iterazione di Android 16 o se dovremo attendere aggiornamenti futuri.

Gli screenshot delle foto in HDR saranno… in HDR

Google ha già lavorato parecchio, negli ultimi anni, per sistemare svariati problemi legati all’HDR: con Android 14 è arrivato il supporto alle immagini HDR che venivano mostrate in interfacce utente di app pervase da elementi in SDR; il team di sviluppo ha dovuto escogitare un modo per codificare le parti in HDR e in SDR all’interno di un singolo screenshot in SDR.

Con Android 15 QPR1, Google ha introdotto un algoritmo di tone mapping locale per gli screenshot in HDR: questo algoritmo preserva i colori dell’interfaccia utente e tiene a bada le alte luci dell’HDR; la qualità degli screenshot, seppur ancora in SDR, è però migliorata.

Con Android 16 avremo, finalmente, i veri screenshot in HDR. Nel codice sorgente della beta 2, sono presenti diversi riferimenti a una funzionalità chiamata “true HDR screenshots” all’interno del servizio di sistema SurfaceFlinger che risulta fondamentale nel rendering delle immagini sugli schermi dei dispositivi Android.

Quando questa funzionalità è abilitata, si potranno effettuare screenshot dei contenuti in HDR senza che questi vengano calmierati dall’algoritmo di tone mapping. Il risultato saranno delle immagini PNG con gainmap HDR: sui dispositivi con Android 16, verranno mostrati in HDR; sugli altri dispositivi, verranno mostrati in SDR.

L’unico dubbio che resta è legato alla scelta del formato PNG in luogo del JPEG, formato supportato da Ultra HDR; sicuramente Big G condividerà nuovi dettagli sulla funzionalità quando questa sarà pronta.

Tra l’altro, con il lancio della beta 2 di Android 16, Google ha annunciato miglioramenti alle immagini in Ultra HDR: sono arrivati, infatti, il supporto al formato HEIC, alcuni parametri aggiuntivi per l’Ultra HDR (dalla bozza dello standard ISO 21496-1) e e il supporto per immagini di base codificate HDR con gainmap SDR.

In arrivo un nuovo “trigger” per attivare il salvaschermo

Allo stato attuale, il sistema operativo Android offre due modi per attivare il salvaschermo su uno smartphone/tablet: quando il dispositivo è in carica o quando il dispositivo è collegato a una dock ed è in carica.

Molti supporti di ricarica non vengono riconosciuti come dock e, pertanto, l’utente deve per forza scegliere “quando il dispositivo è in carica” per far sì che venga mostrato il salvaschermo.

Google sta lavorando per risolvere questo problema e, dalla beta 2 di Android 16, emergono alcune stringhe di codice che fanno riferimento a un nuovo “trigger” per l’attivazione del salvaschermo definito “postured” (ovvero in posizione verticale).

<string name=”screensaver_settings_summary_postured”>While postured</string>
<string name=”screensaver_settings_summary_postured_and_charging”>While postured and charging</string>

In soldoni, scegliendo questa nuova opzione, lo screensaver si attiverà quando lo smartphone (o il tablet) è collegato a un supporto di ricarica ed è messo in posizione verticale: si tratta di un’aggiunta positiva, soprattutto pensando che, a breve, spopoleranno i vari accessori di ricarica wireless con supporto magnetico (standard Qi2).