Nel corso degli ultimi mesi, grazie alla salita alla ribalta dell’intelligenza artificiale, abbiamo visto varie aziende del settore tecnologico proporre i propri prodotti e servizi IA, ce n’è letteralmente per tutti i gusti e per tutti gli ambiti, dagli assistenti vocali agli algoritmi di raccomandazione ormai siamo circondati da soluzioni mosse dall’intelligenza artificiale. Per quel che concerne i dispositivi, Rabbit R1 è stato sviluppato e presentato dalla startup californiana omonima, Rabbit Inc, si tratta di un dispositivo tascabile che si prefigge lo scopo di creare un modo senza app, ma se lui stesso fosse in realtà una semplice applicazione?
Motorola edge 60, 8/256 GB
50+50+10MP, 6.67'' pOLED 120Hz, Batteria 5200mAh, ricarica 68W, Android 15
Rabbit R1 sembra essere semplicemente un’app Android, anche se l’azienda non è d’accordo
Abbiamo già avuto modo di vedere qualche dettaglio riguardo Rabbit R1 sulle pagine di Tuttotech qualche settimana fa, il dispositivo si presenta come un piccolo quadrato con dimensioni di circa 7 x 7 cm, uno spessore di soli 13 mm e un peso di 115 grammi, con le seguenti caratteristiche tecniche:
- Display touchscreen a colori da 2.88 pollici
- Pulsante push-to-talk per attivare l’assistente vocale
- Rotella analogica per scorrere i contenuti
- Fotocamera rotante a 360° per foto, video e applicazioni di computer vision
- Connettività Wi-Fi, Bluetooth e 4G LTE (tramite SIM)
- Processore octa-core MediaTek Helio P35 fino a 2.3 GHz
- 4 GB di RAM e 128 GB di storage
Molti di voi probabilmente avranno già fatto la considerazione che stiamo per fare, Rabbit R1 è sicuramente un dispositivo curioso, ma il fatto che sia mosso dall’intelligenza artificiale (la moda del momento) potrebbe aver spinto l’azienda ad accelerare i tempi per la presentazione visto che, a conti fatti, il dispositivo al momento non è in grado di fare nulla più rispetto ad un classico smartphone Android.
Il dispositivo infatti è in grado di eseguire azioni come parlare con un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) per ottenere risposte a domande, scattare una foto di un oggetto per ottenere informazioni su di esso, riprodurre musica da Spotify, chiamare un auto da Uber o ordinare cibo, tutte funzioni come già detto che possono essere svolte con un normalissimo smartphone.
Dunque cosa dovrebbe spingere un utente a spendere dei soldi per qualcosa che può già fare con il proprio telefono? O ancora, perché l’azienda si è presa la briga di sviluppare e commercializzare un dispositivo costoso, che richiede un piano dati mobile per essere utilizzato, e che ha una scarsa autonomia, invece di sviluppare semplicemente un’app Android? Mishaal Rahman potrebbe avere la risposta.
Secondo quanto riportato, sembra che Rabbit R1 esegua Android e che la sua interfaccia altro non sia che una semplice app, lo sviluppatore è arrivato a queste conclusioni grazie all’analisi di un APK condiviso da un informatore anonimo, APK che conterrebbe il launcher di Rabbit R1. Come potete notare dalle immagini poco sotto, Rahman è riuscito per vie traverse ad installare il launcher su un Google Pixel 6a.
Rahman è dunque riuscito a installare il file e a configurare lo smartphone come se fosse a tutti gli effetti un Rabbit R1, il tasto di aumento del volume sul telefono corrisponde alla chiave hardware del dispositivo, grazie alla quale è stato possibile procedere attraverso la procedura guidata di configurazione, creare un account “rabbithole” e iniziare a parlare con l’assistente AI.
Come potete notare dal video qui sopra, considerate le differenze di dimensioni tra i due dispositivi, sullo smartphone viene occupata solo una piccola porzione di display, ciò nonostante tutto funziona esattamente come sul dispositivo originale.
Tutto ciò dovrebbe essere sufficiente per dimostrare che, a conti fatti, Rabbit R1 altro non è che una semplice app Android; tuttavia l’azienda produttrice non è d’accordo con la disamina effettuata dallo sviluppatore e ha rilasciato una dichiarazione “per difendersi” che vi riportiamo qui sotto:
rabbit r1 non è un’app Android. Siamo consapevoli che esistono alcuni emulatori non ufficiali di app/siti Web per il sistema operativo Rabbit. Comprendiamo la passione che le persone hanno nel provare la nostra AI e LAM invece di aspettare che arrivi la loro r1. Detto questo, per chiarire ogni malinteso e mettere le cose in chiaro, Rabbit OS e LAM funzionano sul cloud con AOSP molto personalizzato e modifiche firmware di livello inferiore, quindi un APK bootleg locale senza il sistema operativo appropriato e gli endpoint cloud non saranno in grado di funzionare. accedi al nostro servizio. Il sistema operativo Rabbit è personalizzato per r1 e non supportiamo client di terze parti. L’utilizzo di un APK o di un client web bootleg comporta rischi significativi; è noto che gli attori malintenzionati pubblicano app contrabbandate che rubano i tuoi dati. Per questo motivo, consigliamo agli utenti di evitare queste app Rabbit OS contrabbandate.
Volendo riassumere, in sostanza il fondatore e CEO dell’azienda, Jesse Lyu, sostiene che l’interfaccia che muove Rabbit R1 non sia un’app, ma si tratterebbe di un modello linguistico di grandi dimensioni che funziona sul cloud; quanto testato da Rahman sarebbe, a suo dire, un pericoloso emulatore. Non ci resta che attendere per scoprire di più, visto che lo sviluppatore vorrà senza dubbio approfondire la questione.