Nella giornata di ieri la Humane, una startup fondata da due ex dipendenti di Apple, ha presentato ufficialmente Ai Pin, il primo dispositivo personale basato interamente sull’intelligenza artificiale, già mostrato in anteprima lo scorso aprile e anticipato qualche giorno fa.

Si tratta indubbiamente di qualcosa di futuristico e innovativo, completo di hardware e di una piattaforma software realizzate dall’azienda, per il segmento dell’elettronica di consumo, al punto che ci si potrebbe chiedere se questo sia il dispositivo in grado di anticipare quello che sarà il futuro degli smartphone.

Hu.ma.ne ha annunciato Ai Pin

Come anticipato in apertura, a distanza di alcuni mesi dalla prima dimostrazione sul palco di TED Talks, Ai Pin di Humane, una startup fondata da Imran Chaudri e Bethany Bongiorno, due ex dipendenti di primo piano di Apple, è diventato ufficiale, almeno sul mercato statunitense.

Ai Pin è un dispositivo realizzato in alluminio e vetro, classificabile come dispositivo indossabile, e racchiude al suo interno l’hardware e la piattaforma necessaria per configurarsi come l’inizio di una nuova era per i dispositivi personali basati sull’intelligenza artificiale.

Di seguito riportiamo le parole dei due fondatori della startup che hanno così commentato il lancio del dispositivo:

“Ai Pin è l’incarnazione della nostra visione di integrare l’intelligenza artificiale nel tessuto della vita quotidiana, migliorando le nostre capacità senza oscurare la nostra umanità. Siamo orgogliosi di svelare finalmente ciò su cui noi e il team di Humane abbiamo lavorato negli ultimi quattro anni. Per noi Ai Pin è solo l’inizio.

Cosa è in grado di fare questo dispositivo

Come anticipato, AI Pin è pensato per ridefinire il modo in cui gli utenti interagiscono con l’intelligenza artificiale, trasformandosi in un vero e proprio assistente in grado di capire al volo tutto ciò di cui l’utente ha bisogno e soddisfare le sue richieste: l’interazione può avvenire tramite tocchi (su un touchpad che supporta tocchi, singolo o doppio), tramite gesti per controllare lo “schermo” laser proiettato sul palmo della mano o tramite comandi vocali.

Il dispositivo include una fotocamera, microfoni e uno speaker, permettendo di fare un po’ tutto ciò che può essere fatto con uno smartphone che sfrutta già servizi ricchi di intelligenza artificiale: ricerche contestualizzate, messaggistica (con possibilità di creare messaggi col tono di voce dell’utente), riepilogo dei messaggi o delle caselle di posta elettronica, riproduzione di musica con un “DJ personalizzato”, scattare foto o registrare video, funzionalità interprete, possibilità di supportare gli obiettivi nutrizionali dell’utente, identificando il cibo attraverso la “visione artificiale”.

Trasparenza e discrezione dell’Ai Pin

Sono poi presenti due “luci di cortesia”: la prima, una barra a 3 LED RGB chiamata Trust Light (prime cinque immagini della seguente galleria), informa le persone intorno dello stato del dispositivo (accesso alla fotocamera, telefonata in corso, accesso al microfono, scansione dello scenario, accensione); la seconda, un LED singolo chiamato Beacon (altre sei immagini della seguente galleria), informa silenziosamente l’utente di alcuni aspetti (chiamata di un contatto fidato, Area Alert, messaggio di un contatto fidato, Thermal Alert, messaggio da qualche servizio, ricarica).

Cosmos: il sistema operativo per l’era dell’intelligenza artificiale

Il sistema operativo è chiamato cosmos ed è pensato e sviluppato da Humane appositamente per l’era dell’intelligenza artificiale. Il sistema è realizzato su quattro strati: Ai Bus, un framework AI per l’interazione del software col cloud; Context System, addetto a percepire il contesto in cui si trova l’utente per fornire sempre risposte pertinenti; Gesture, lo strato che gestisce l’interazione dell’utente col dispositivo; User interface, ciò che viene “proiettato”, una sorta di interfaccia utente intuitiva display-less. Nel suo complesso, il sistema operativo elimina la necessità di scaricare,gestire e avviare le app.

Per gestire e accedere i propri dati, inclusi foto, video e note, Ai Pin si connette alla piattaforma Humane.center, un hub centrale per il dispositivo. Il portale è protetto nel senso della privacy, consentendo agli utenti di personalizzare il tutto a proprio piacimento senza rischiare che i dati vengano compromessi o trafugati.

Il pezzo forte però, risiede nella mole di collaborazioni che Humane è riuscita a mettere in piedi per completare il dispositivo con una vasta suite di potenzialità basate sull’intelligenza artificiale: le principali collaborazioni sono quelle con Microsoft e OpenAI; da segnalare anche le collaborazioni con Google, Tidal, Slack e T-Mobile.

Specifiche tecniche e immagini

Di seguito riportiamo le specifiche tecniche del nuovo Ai Pin di Humane.

  • Dimensioni: 44,50 x 47,50 x 8,25 o 14,98 mm (dispositivo) e 45,20 x 47,16 x 8,25 mm (battery booster)
  • Peso: 34,2 grammi (dispositivo) e 20,5 grammi (battery booster)
  • Materiali: alluminio, vetro (Corning Gorilla Glass Victus)
  • Proiettore: laser a diodo singolo a colori personalizzati
    • Risoluzione: 720p
    • Distanza operativa: da 20 a 40 cm
    • Campo visivo: 18,2° (larghezza), 13,3° (altezza), 22,4° (diagonale)
  • Interazione: touchpad con supporto ai gesti (un dito o due dita), comandi vocali
  • Indicatori luminosi: Trust Light (striscia con 3 LED RGB) e Beacon (singolo LED RGB)
  • SoC: Qualcomm Snapdragon con CPU octa-core (@ 2,1 GHz)
  • Memorie: 4 GB (RAM), 32 GB (eMMC)
  • Fotocamera: ultra-grandangolare da 13 MP (f/2.4) con angolo di visione a 120° + sensore ToF 3D
  • Audio: altoparlante “Personic” (bolla di suono ottimizzata) e doppio array di microfoni
  • Sensori: accelerometro, giroscopio, luce ambientale, magnetometro
  • Connettività: 4G/3G/2G su eSIM, Wi-Fi 5 (802.11 ac), Bluetooth 5.1, GPS
  • Sistema operativo: cosmos (proprietario)

Ci sono anche tanti accessori, alcuni inclusi

L’Ai Pin di Humane si completa con alcuni accessori, alcuni dei quali sono inclusi con il sistema “completo” (si compone di dispositivo + due battery booster + pad di ricarica + custodia di ricarica + cavo + adattatore).

Per indossare il dispositivo, occorrono alcuni accessori ad aggancio magnetico: oltre al battery booster, troviamo un accessorio chiamato “Clip” (pensato per gli indumenti più spessi) e un accessorio più discreto chiamato “Latch” (pensato per gli indumenti più leggeri).

Gli altri due accessori proposti sono lo “Shield” (una cover in varie colorazioni) e la custodia di ricarica (argentata), capace di ospitare al suo interno l’intero Ai Pin con il battery booster; essa include a sua volta una batteria e può essere ricaricata attraverso una porta USB-C.

Disponibilità e prezzo di Hu.ma.ne Ai Pin

Il sistema “completo” di Ai Pin sarà disponibile negli Stati Uniti a partire dal 16 novembre al prezzo di 699 dollari, nelle tre colorazioni Equinox, Lunar e Eclipse.

È però necessario sottoscrivere l’abbonamento mensile Humane (canone di 24 dollari/mese) per potere usufruire dei servizi collegati al dispositivo: l’utente riceverà un numero di telefono dedicato con chiamate, SMS e traffico dati illimitati; con l’abbonamento sono inclusi anche l’archiviazione in cloud e l’accesso illimitato a tutti i servizi della startup basati sull’intelligenza artificiale.

Per maggiori informazioni, vi rimandiamo alla pagina dedicata all’Ai Pin sul portale ufficiale della startup.

Dove si colloca l’Ai Pin di Hu.ma.ne?

Tutto molto bello, dunque, ciò che è in grado di offrire e di fare questo dispositivo dal talgio indubbiamente futuristico. Tuttavia, ci sono alcuni interrogativi che possiamo porci.

In mezzo a tutti i dispositivi tecnologici, indossabili e non, dove si colloca il nuovo Ai Pin di Humane? Si configura come qualcosa che sotterrerà gli smartphone, e quindi come “smartphone” del futuro? Si configura come qualcosa che affiancherà gli smartphone, e quindi come possibile ulteriore via di mezzo tra smartphone e smartwatch o, addirittura, come dispositivo ibrido tra i due?

Troppo poco per rimpiazzare uno smartphone

Ai Pin è qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che oggi siamo abituati a classificare come smartphone: non ha uno schermo; non ha una vera e propria interfaccia utente che permette di interagire con le app; non ha praticamente le app.

Ciò che può essere fatto con questo dispositivo può essere fatto anche con uno smartphone ma, indubbiamente, lo smartphone tradizionale, ormai equivalente di un vero e proprio computer portatile, può fare molto, molto di più (potendo contare, per forza di cose, su hardware decisamente più potente a tutto tondo).

Per esempio: se scatti una foto con Ai Pin (con una qualità che non sarà mai paragonabile a quella di un top-cameraphone), poi dove la guardi? La risposta è banale: su un dispositivo dotato di schermo. Di conseguenza: non era più facile, veloce e intuitivo fare tutto con uno smartphone?

Che sia esattamente ciò che tutti vorremmo da uno smartwatch?

E se Ai Pin fosse visto come una sorta di evoluzione dello smartwatch? Alla fine, questo dispositivo è in grado di fare quasi tutto ciò che è in grado di fare proprio uno smartwatch, perdendo tutta quella sensoristica legata al monitoraggio della salute e dell’attività fisica ma guadagnando tante nuove potenzialità e un’autonomia praticamente “infinita” grazie al trucco del battery swap (dal momento che una batteria copre la giornata e il battery boost può essere sostituito al volo senza che il dispositivo si spenga, dato che integra una piccola batteria al suo interno).

L’unica certezza è che non vi sono certezze

Il mercato degli smartphone, dopo un boom e una forte crescita, ha conosciuto un periodo di stasi e poi, addirittura, di inflessione, nonostante l’arrivo del segmento dei pieghevoli, probabilmente troppo costosi per attirare le masse.

Apple ha scommesso sul visore Apple Vision Pro (che arriverà il prossimo anno negli Stati Uniti) ma tutti gli altri, Humane inclusa, stanno puntando sull’intelligenza artificiale in ogni sua sfaccettatura.

Mentre i principali player del panorama Android lo fanno attraverso app e servizi basati sull’intelligenza artificiale con hardware sempre più potente (o delegando al cloud gran parte dei compiti, come fa Google coi suoi Pixel), Ai Pin lo fa attraverso un vero e proprio assistente digitale indossabile. L’unica certezza, tuttavia, è che ad oggi non vi sono certezze su quale sarà la strada “vincente”.

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