Torniamo a occuparci dell’hub Sicurezza e privacy, una sezione delle impostazioni di sistema degli smartphone Android che Google ha introdotto sui Pixel a partire dalla fine dello scorso anno.

Questa funzionalità sta ora silenziosamente arrivando su alcuni smartphone di terze parti che eseguono Android 13, tra cui i due smartphone di Nothing, e, secondo quanto riportato dal noto insider Mishaal Rahman, potrebbe diffondersi ulteriormente con Android 14 e potenzialmente essere presente su qualsiasi smartphone del robottino verde che riceverà la prossima, attesa, versione software.

Cosa è l’hub unificato di Sicurezza e privacy?

Durante il Google I/O 2022, il colosso di Mountain View ha annunciato il nuovo hub unificato di Sicurezza e privacy per gli smartphone della gamma Pixel, riferendo che sarebbe poi arrivato in un secondo momento a partire dalla fine dell’anno.

Effettivamente, la funzionalità è stata resa disponibile sui Pixel supportati (da Google Pixel 4a in poi) con l’aggiornamento ad Android 13 QPR1, come parte del Pixel Feature Drop di dicembre 2022.

Google Pixel 7 - Android 13 - Hub Sicurezza e Privacy

Nello specifico, Big G ha unificato le vecchie impostazioni di “Sicurezza” e “Privacy” sotto un nuovo e unico menu presente nelle impostazioni (potete vederlo nella immagine riportata qui sopra). Il menu è così strutturato:

  • Stato del dispositivo
    Il primo elemento dell’hub Sicurezza e privacy è una scheda che mostra lo stato del dispositivo (in questo caso è “Tutto a posto” poiché non ha rilevato problemi) e offre la possibilità di analizzare il dispositivo; qualora la scansione rilevasse problemi, lo scudo diventerebbe rosso e verrebbe mostrata la dicitura “Il tuo dispositivo è a rischio”.
  • Sicurezza delle app
    La seconda voce presente nella pagina è “Sicurezza delle app”, un collegamento al Play Protect del Google Play Store.
  • Blocco del dispositivo
    La terza voce è un menu a discesa che consente di gestire i metodi di sblocco del proprio smartphone; la prima opzione consente di modificare il metodo di sblocco tra nessuno, pin, password e segno; la seconda opzione consente di gestire lo sblocco tramite impronta digitale e sblocco con il volto.
  • Controllo sicurezza di Google
    Questa voce chiede di selezionare un account Google e porta l’utente alla pagina relativa all’account selezionato per effettuare controlli di sicurezza.
  • Trova il mio dispositivo
    Da qua è possibile attivare o disattivare la funzionalità.
  • Aggiornamenti
    Questa voce, nuovamente configurata come menu a tendina, nasconde le opzioni per verificare la disponibilità di aggiornamenti per la sicurezza (le patch di sicurezza, attualmente dovrebbe indicare l’aggiornamento al 5 agosto 2023) e di aggiornamenti di sistema Google Play (dopo la distribuzione dell’ultimo aggiornamento, dovrebbe indicare 1 giugno 2023 o 1 luglio 2023).
  • Privacy
    È l’ultima voce di questo blocco, ancora una volta un menu a tendina: consente di accedere alla Dashboard della privacy, alla Gestione autorizzazioni e ai Controlli della privacy.

Alla fine di questo blocco, troviamo altre due sotto-sezioni. La prima è Altre impostazioni di sicurezza e riporta allo stesso menu del vecchio centro per la sicurezza; la seconda è Altre impostazioni della privacy che riporta ad un menu contenente tutte le impostazioni del vecchio centro per la privacy non implementate nella voce Privacy citata in precedenza.

Alcuni smartphone “non Pixel” lo hanno ricevuto negli ultimi mesi

A distanza di parecchi mesi dall’arrivo sugli smartphone della gamma Pixel, l’hub unificato di Sicurezza e privacy sta ora silenziosamente sbarcando su altri smartphone non Pixel che eseguono Android 13.

Finora, abbiamo documentazione del fatto che sia presente su quattro smartphone che riportiamo di seguito, accompagnati dalla versione software con il quale è stato implementato:

Ecco come Google decide su quali dispositivi abilitarlo

L’hub unificato di Sicurezza e privacy, noto internamente come “Safety Center” fa parte del modulo Permission Mainline (più nello specifico dell’app PermissionController) e la sua configurazione è fornita dall’app SafetyCenterResources. La sua presenza è controllata dai due flag: ‘config_enableSafetyCenter‘ e ‘safety_center_is_enabled‘.

Il valore predefinito di del primo dei due flag è impostato su true nel codice della AOSP, mentre il secondo è un flag di tipo DeviceConfig controllato lato server dai Google Play Services.

Tutta questo marasma di cose “strane” è stato riportato per sottolineare il fatto che, in fin dei conti, sia Google a decidere quali dispositivi possano avere la funzionalità. Ci sono però alcune novità circa il meccanismo di decisione.

Pur avendo contattato direttamente Google per avere chiarimenti in merito, senza tuttavia ricevere una risposta, Rahman ha infatti scovato qualcosa che potrebbe essersi lasciata sfuggire OnePlus: sembra che, internamente, i dispositivi Android vengano classificati in “livelli”.

All’interno del codice sorgente di OnePlus 10 Pro è stata scovata una linea di codice che fa riferimento a “T3” (Tier 3, ovvero il terzo livello), suggerendo che i dispositivi classificati come “Tier 3”, secondo la versione 4.0 del Revenue Sharing Agreement (RSA) tra Google e OnePlus, devono supportare il Safety Center. Resta comunque che il terzo livello sia definito in maniera univoca all’interno di tutti gli accordi RSA tra Google e i vari produttori, ma questo potrebbe spiegare perché l’hub di Sicurezza e privacy sia disponibile solo su alcuni dispositivi.

Il Nothing Phone (2) è classificato come dispositivo GMS di livello “Premier” e viene fornito con una tonnellata di app Google predefinite opzionali, quindi potrebbe (il condizionale è d’obbligo, dato che non abbiamo dettagli ufficiali) anche rientrare in termini simili a quelli del OnePlus 10 Pro.

L’hub Sicurezza e privacy potrebbe diffondersi ulteriormente con Android 14

Secondo quanto riportato da Mishaal Rahman, sembra che l’hub unificato di Sicurezza e privacy possa diventare ampiamente disponibile con Android 14, dal momento che la funzionalità è abilitata di default nella build “AOSP” della prossima versione del sistema operativo del robottino verde.

È comunque probabile che non si tratti di qualcosa di obbligatorio ma che rimanga comunque, seppur più facilmente implementabile, “facoltativo” per il singolo produttore (che va a compilare la build con la propria interfaccia personalizzata): è probabile che molti decidano comunque di disabilitarlo o, come Samsung, che scelgano di continuare a implementare il proprio.

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