La storia di Google è costellata di scelte difficili da comprendere — spesso, a posteriori, criticabili e criticate — e quest’oggi un’altra si aggiunge alla lista: il colosso di Mountain View aveva concepito la grande visione di una schermata di blocco smart per il sistema operativo Android, costruita attorno al widget At a Glance, ma poi ci ha ripensato e ha abbandonato questo intrigante progetto.

Insomma, nella giornata in cui potremmo (e possiamo) esultare per l’atteso arrivo in Italia di Google Pixel 6 e Pixel 6 Pro — con tanto di accessori ufficiali —, ci tocca comunque fare una tirata d’orecchi a Big G.

L’occasione sprecata da Google

Stando ai dettagli che i colleghi di Android Authority hanno ottenuto da una fonte definita affidabile, come detto, Google aveva iniziato a lavorare su una schermata di blocco e su un always-on display più smart e interattivi per il sistema operativo Android.

In particolare, il progetto era stato concettualizzato durante lo sviluppo di Android 11, salvo essere poi abbandonato in favore del menu di accensione arricchito di Google Pay e dei controlli della smart home.

La visione che Big G aveva concepito in un primo momento risulta decisamente più interessante, per questo motivo è con un po’ di rammarico che diamo un’occhiata a quello che Google avrebbe potuto offrirci, se non avesse cambiato idea.

Widget At a Glance potenziato: schermata di blocco e altro

google at a glance schermata di blocco always on

Il widget At a Glance è una delle chicche che Google riserva ai Pixel (proprio di recente è stato arricchito di nuove informazioni, sebbene non tutte le promesse siano state rispettate).

Screenshot e informazioni della fonte ne mostrano una versione ancora più avanzata con nome in codice Smartspace, che va ben oltre la schermata home, integrandosi alla perfezione in quella di blocco e nell’always-on display.

Sebbene manchino dettagli tecnici sul funzionamento, i mockup della UI suggeriscono la visualizzazione di porzioni di informazioni contestualizzate, da espandere poi con tap per passare all’interfaccia completa di At a Glance. Un meccanismo di certo meno gravoso per la batteria e per il display (riducendo il rischio di burn-in).

Nelle immagini si nota ad esempio il contesto serale con “Good Night” che dà accesso a: vari controlli di smart home (luci, termostato, videocamere di sicurezza), una scheda per impostare la sveglia, suoni per dormire da Google e suoni per la meditazione da Headspace.

google at a glance schermata di blocco always on

L’idea interessante consiste nel mettere a disposizione dell’utente tutte le funzioni essenziali in base allo specifico contesto. L’esempio di Headspace fa intuire come Google avesse intenzione di spingersi oltre semplici azioni di routine da svolgere prima di dormire.

Questi altri screenshot portano vari altri esempi. Si parta dalle cuffie collegate: in questo caso At a Glance avrebbe suggerito azioni/funzioni diverse, come podcast, playlist Spotify, video YouTube, film e serie Netflix, contatti per eventuali chiamate, WhatsApp e Facebook Messenger. In mancanza di dettagli precisi sulla selezione operata, si può presumere che Big G avesse scelto le più rilevanti.

In una stazione, l’utente avrebbe avuto subito Google Maps et similia a portata di tap, con treni/bus in arrivo e indicazioni per raggiungere destinazioni frequenti o cercate di recente (e, perché no, eventuali biglietti salvati sullo smartphone).

In negozio, infine, l’utente avrebbe avuto rapido accesso a carte fedeltà, liste della spesa, coupon e offerte, Google Pay per pagare e non solo.

E se l’amarezza per l’occasione sprecata non fosse ancora abbastanza, sappiate che Google stava valutando di non tenere queste funzioni esclusive dei Pixel, ma di condividerle con gli OEM per farle integrare nelle rispettive skin Android.

La scelta (discutibile) di Google

Google stava dunque lavorando al codice per questa funzione ai tempi di Android 11, senza però mai andare oltre la fase prototipale. La fonte di Android Authority non conosce le ragioni che portarono Big G a desistere, pertanto ci si può solo muovere nel campo delle ipotesi.

A quanto si è visto, la visione ambiziosa di Google dipendeva non poco da servizi di terze parti, sui quali Big G non esercita alcun controllo, pertanto avrebbe dovuto fare i conti con restrizioni legate alla disponibilità o alla posizione degli utenti. L’esperienza ci insegna che in situazioni simili (i.e. App Actions di Assistant) non è andata esattamente come da previsioni, anzi.

Dall’altra parte, mettere tante informazioni potenzialmente sensibili in bella vista sulla schermata di blocco dello smartphone avrebbe (comprensibilmente) infiammato la polemica su privacy e sicurezza. Google avrebbe potuto eliminare ogni rischio rendendo necessaria l’autenticazione per mostrare i dati sensibili, ma ciò avrebbe compresso (se non addirittura vanificato) l’utilità delle funzioni descritte.

Piccole parti di quanto visto sono state rese disponibili da Google in altri modi e in maniera molto meno organica:

  • il power menu di Android 11 non è piaciuto neppure a Big G, che l’ha già rimosso con Android 12.
  • La UI di Google Pixel Stand 2 ricorda vagamenti i mockup mostrati, sebbene si limiti a mostrare media, smart home e velocità di ricarica.
  • Il widget At a Glance, come detto, sta pian piano migliorando, anche se mancano alcuni elementi importanti.
  • Snapshot di Google Assistant mostra molte informazioni — calendario, bollette, suggerimenti di Maps e altro —, ma manca l’integrazione con molti servizi terzi.

L’erede che Google Now non ha mai avuto

Il tipo di esperienza smart e contestuale che Google aveva immaginato fa riemergere il ricordo di Google Now, che ai suoi tempi già mostrava voli, spedizioni, prenotazioni, intrattenimento e non solo.

 

Purtroppo Now non ha mai avuto un vero successore, perché Google ha preferito proporci il feed di Discover, salvo poi reintegrare alcune funzioni di Now in Assistant e At a Glance.

Il progetto descritto avrebbe reso l’esperienza d’uso degli smartphone nettamente più smart, evitando agli utenti perdite di tempo per azioni semplici e ripetitive, invece si è preferito puntare su altro.

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