A partire dal 29 ottobre 2025, gli utenti Android negli Stati Uniti potranno scaricare app e completare pagamenti anche al di fuori del Play Store. Una decisione storica per Google, che arriva dopo la lunga battaglia legale con Epic Games e segna l’inizio di una nuova era per i mercati digitali delle Big Tech.

Per la prima volta, gli sviluppatori potranno comunicare direttamente agli utenti la disponibilità di versioni alternative delle proprie applicazioni, promuovere offerte più convenienti e utilizzare sistemi di pagamento esterni all’infrastruttura di Google. Tutto questo fino a oggi era vietato dalle regole della piattaforma, che obbligavano gli sviluppatori a utilizzare esclusivamente Google Play Billing per le transazioni digitali.

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Google apre il Play Store negli Stati Uniti

Il cambiamento arriva in seguito a un’ingiunzione del tribunale federale statunitense che ha imposto a Google di allentare le restrizioni del suo store digitale. L’ordine resterà in vigore fino al 1 novembre 2027, e durante questo periodo gli sviluppatori avranno piena libertà di integrare link esterni e proporre pagamenti alternativi, come carta di credito diretta, PayPal o sistemi proprietari.

In parole povere, gli utenti americani potranno acquistare abbonamenti o contenuti in-app a prezzi potenzialmente inferiori, dal momento che i developer non saranno più costretti a versare la consueta commissione del 15-30% a Google.

Finora, qualsiasi tentativo di promuovere offerte esterne era vietato dalle linee guida del Play Store e punito con la rimozione dell’app. È proprio su questo punto che si è concentrato lo scontro con Epic Games, iniziato nel 2020 dopo che il publisher di Fortnite aveva introdotto un proprio sistema di pagamento in-app.

Con l’apertura del Play Store, Google dà agli utenti americani la possibilità di scaricare app da altre fonti o acquistare abbonamenti a condizioni più vantaggiose. Gli sviluppatori, a loro volta, potranno pubblicare link diretti a versioni alternative dei propri software, ospitate su store di terze parti o sui propri siti web.

Questo non significa però che Google rinunci completamente al controllo della sicurezza. In una nota ufficiale, la società ha dichiarato che la fiducia degli utenti “rimane al centro di tutto ciò che facciamo” e che continuerà a seguire i principi SAFE (Safety, Accountability, Fairness, and Ethics) per garantire un ecosistema protetto anche in questo nuovo contesto più aperto.

google play store

Al momento, le modifiche riguardano solo le app distribuite negli Stati Uniti, ma l’impatto di questa decisione potrebbe andare ben oltre i confini americani. Il modello adottato da Google potrebbe infatti diventare un punto di riferimento per le future regolamentazioni sul mercato digitale, soprattutto in Europa, dove il Digital Markets Act (DMA) spinge nella stessa direzione di maggiore apertura e interoperabilità.

Molti sviluppatori e analisti considerano questo passo una svolta storica per l’ecosistema Android. Le nuove regole riducono il monopolio del Play Store, incentivando la concorrenza e favorendo condizioni economiche più eque per chi sviluppa app. Al tempo stesso, la maggiore libertà di installazione e pagamento impone nuove responsabilità a Google, che dovrà bilanciare apertura e sicurezza.

Le prossime mosse di Google

La società ha confermato che, nelle prossime settimane, pubblicherà nuovi requisiti e linee guida per gli sviluppatori, con l’obiettivo di mantenere alta la sicurezza pur rispettando l’ordinanza del tribunale. Stando a quanto affermato dal colosso, queste indicazioni definiranno come gestire i link esterni, la trasparenza sui prezzi e le verifiche di sicurezza per le app distribuite al di fuori del Play Store.

Per ora, la svolta riguarda esclusivamente gli Stati Uniti, ma non è escluso che in futuro Google possa estendere le stesse possibilità anche ad altri mercati, specialmente se costretta da normative locali o pressioni antitrust.