C’è un limite nascosto per le app in background introdotto con Android 12 e nessun modo per oltrepassarlo: per questo bisognerà attendere Android 13, probabilmente. Si tratta di una delle modifiche più profonde alla gestione delle app in background che Google ha introdotto negli ultimi anni, ma solo i power users – gli utenti che sfruttano funzionalità avanzate che solitamente non interessano il pubblico generale – dovrebbero aver notato lo strano comportamento.

Tra le tante novità introdotte da Android 12 ce n’è una che per molto tempo è rimasta nascosta agli occhi del pubblico: si tratta dell’introduzione di una politica aggressiva per il controllo delle app in background chiamate “Phantom Processes”. Il nome, che in italiano possiamo tradurre come processi fantasma, descrive perfettamente il comportamento di queste app: gli applicativi creano delle istanze di sé stesse, che in gergo tecnico vengono chiamate fork. Questi fork sono dei processi-figlio, in quanto discendono direttamente da un’app padre: sono svariati gli utilizzi di questa tecnica, che viene usata praticamente da quasi tutte le app presenti sui nostri smartphone.

I processi fantasma sono questi fork creati dalle app i quali agiscono in background per completare determinate operazioni. Con Android 12 è stato introdotto il meccanismo PhantomProcessKiller: se i processi figli di un’app consumano troppe risorse o troppa CPU, questi vengono automaticamente terminati. Si tratta di una politica aggressiva di gestione delle app in background che al momento, su Android 12, non può essere disabilitata dagli utenti in alcun modo.

Come Android 12 gestisce le app in background

Se l’utente medio potrebbe non incappare mai in un problema legato all’azione di PhantomProcessKiller, molti power users potrebbero trovarsi in difficoltà. Nell’analisi tecnica di questo nuovo meccanismo presente su Android 12 effettuata da XDA Developers viene esplicato un caso piuttosto comune legato all’utilizzo di Termux.

Termux è un emulatore di terminale per Android che consente di installare un ambiente Linux su smartphone, tablet e tv box con il sistema operativo di Google. Di base, Termux installa soltanto un insieme minimo di pacchetti per contenere la dimensione dell’installazione sul Play Store, ma si può installare – virtualmente – ogni pacchetto Debian Advanced Package Tool (APT). Specie quando si utilizzano differenti pacchetti software tramite Termux è facile incappare nel limite di sistema imposto da Google, il quale limita a 32 processi-figli – i famosi fork di cui si parlava in precedenza – la massima capacità di processi in background.

Maggior controllo in futuro, ma bisognerà attendere Android 13

Sembra però che Android 13 possa essere la risposta a questo inconveniente: Mishaal Rahman, esperto analista Android, ha individuato una patch di Google che aggiunge un toggle nelle Opzioni Sviluppatore per disabilitare il monitoraggio dei processi fantasma.

In futuro gli utenti potranno disabilitare questa funzione andando in Impostazioni > Opzioni Sviluppatori e disabilitare il toggle per il monitoraggio dei processi fantasma. Il toggle, potrebbe arrivare con il prossimo aggiornamento ad Android 13, di cui il nome in codice è un omaggio alla tradizione dolciaria italiana. Nel frattempo, più di un’azienda sta avendo grossi problemi ad aggiornare i propri device ad Android 12: tra tutte spicca OnePlus, la quale ha dovuto interrompere il rilascio dell’aggiornamento a causa della presenza di bug.

Potrebbe interessarti: Quali smartphone saranno aggiornati ad Android 12