Arriva anche Google ad affollare questo periodo dell’anno, ricchissimo di medio gamma e lo fa con il suo Pixel 9a. Si parte da 549 Euro e la ricetta è quella di sempre: foto di qualità, processore che è lo stesso (o quasi) dei top di gamma, supporto software lunghissimo e tutte le funzioni AI di Google. Basterà per lasciare un segno su un mercato sempre più eterogeneo? Lo scopriamo in questa recensione di Google Pixel 9a.
Indice:
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Video recensione Google Pixel 9a
Design ed ergonomia
La genesi di Pixel 9a è stata spiegata direttamente da Google e in effetti di scelte particolari ce ne sono state. Addio camera bar (ma come?!), smartphone più spesso e fotocamere quasi a filo. Tutto il contrario di quello che è il linguaggio stilistico degli ultimi flagship. Il motivo? La batteria da 5100 mAh, che ha richiesto spazio in tutte le direzioni e ha obbligato a ripensare il gruppo ottico, non solo esteticamente ma anche nell’hardware (ma su questo ci arriviamo).
Risultato finale? Così così, a nostro avviso. Tenendo in mano contemporaneamente Pixel 9a e il predecessore Pixel 8a sembrano l’uno, il nuovo, la brutta copia dell’altro, il vecchio. Pixel 9a è più spesso, leggermente più grande e davvero anonimo, con l’unico pregio di essere praticamente piatto sulla parte posteriore, un aspetto che in ogni caso diventa ininfluente quando su entrambi si installa una cover originale di Google.
Per lo meno Pixel 9a ha il pregio di avere praticamente lo stesso peso del precedente (nonostante più batteria) e di aver guadagnato il grado di resistenza IP68 sull’IP67 dello scorso anno.
Frontalmente le cornici sono finalmente simmetriche su tutti i lati, già, ma sono molto abbondanti e anche qui forse preferivamo il Pixel 8a, dove la cornice superiore è più sottile mentre quella inferiore leggermente più spessa.
Display
Il display passa da 6,1″ a 6,3″, mantenendo la risoluzione FullHD+ su un form factor di 20:9, cambia anche la tecnologia passando da OLED a P-OLED cioè flessibile, con un picco di luminosità di 2700 nits, rispetto ai 2100 del modello precedente, il refresh rate rimane di 120 Hz. La qualità del pannello è leggermente superiore, anche se i colori sono meno brillanti e il picco di luminosità all’aperto non ha sostanziali differenze alla vista.
Come già per le precedenti generazioni il display è forse l’unico vero punto debole di questo device, specialmente al cospetto di altri schermi visti di recente su competitor come Vivo V50 o Samsung Galaxy A56. Nulla di drammatico, ma bisogna anche tenere conto che Pixel 9a si piazza su una fascia di prezzo relativamente alta, dove talvolta fanno capolino top di gamma degli anni precedenti o offerte particolarmente allettanti degli smartphone più recenti, uno su tutti il Google Pixel 9, che è tutta un’altra categoria per quanto riguarda lo schermo.
Hardware e prestazioni
Se il display è il punto debole, l’hardware è invece il punto forte dei Pixel della famiglia “A”. Pixel 9a non fa eccezione, presentandosi con lo stesso SoC dei top di gamma, il Tensor G4, unito a 8 GB di RAM e 128 o 256 GB di memoria interna UFS 3.1. Le prestazioni sono ottime, tra le migliori che si possano trovare su un prodotto di fascia media e sicuramente superiori ai suoi diretti competitor.
Utilizzare Pixel 9a è sempre un piacere, è reattivo, scattante e non teme anche sessioni di gaming (checché se ne dica sul Tensor G4), muoversi nel sistema e tra le app non porta mai a lag o rallentamenti e fidatevi, sul lungo periodo questa agilità vi abituerà bene e sarà difficile poi tornare indietro su prodotti meno performanti.
A margine c’è la “questione modem”. Scelta misteriosa (o forse fin troppo chiara) quella di Google di equipaggiare il Pixel 9a con il modem Exynos 5300, lo stesso che troviamo a bordo dei Google Pixel 8 e Pixel 8 Pro (ma non su Pixel 8a, dotato di una versione leggermente diversa chiamata Exynos 5300i).
A voler essere precisi, il modem Exynos 5300 ha debuttato sui Pixel 6, smartphone che soffrivano (e continuano a soffrire) di una ricezione non ottimale che, di rimando, contribuisce a peggiorare sensibilmente l’autonomia di questi dispositivi (quando vengono utilizzati sotto rete cellulare). Rispetto a Exynos 5300, il più recente Exynos 5400 supporta lo standard 3GPP Release 17, velocità di downlink molto più elevate, maggiori efficienza, stabilità e controllo delle temperature.
Pixel 9a prende abbastanza bene, ma non benissimo e l’autonomia sotto rete dati cala in modo importante. Guarda un po’, è proprio quello che ci saremmo aspettati e dopo aver provato i Pixel 9, con il nuovo modem, tornare alla condizione precedente è un sacrificio che ci risulta parecchio indigesto.
Per il resto è supportata una sola nanoSIM fisica, a cui si può aggiungere volendo una eSIM. Il WiFi è in versione 6e, il Bluetooth in versione 5.3 e in entrambi i casi non abbiamo riscontrato alcun problema di funzionamento.
Funzionalità
Android 15 al lancio, 7 anni di aggiornamenti del robottino verde, 7 anni di patch di sicurezza la vera forza di Pixel 9a è questa. Le funzioni di AI ci sono tutte, da quelle legate alle chiamate come il filtro antispam, le risposte con l’assistente, chiamata clear voice, il riconoscimento vocale del linguaggio naturale, Magic Editor per le foto, Gomma Magica per ripulire l’audio nei video, aggiungimi per scattare foto di gruppo con anche il fotografo, AI generativa nelle foto. Rispetto ai “Pro”, manca la modalità panning, video boost e i controlli Pro nella fotocamera. ì
Per il resto solita UX piacevole, snella, ben organizzata ed efficace per l’uso di tutti i giorni. Le animazioni sono curate, è tutto consistente, è tutto in ordine e si trova sempre la funzione giusta, tanto che utilizzando un Pixel per un certo periodo di tempo comincerete ad amare Android in versione pura e sarà difficile tornare indietro.
Autonomia
A bordo di Pixel 9a troviamo un nuovo modulo batteria da 5100 mAh, un buon upgrade rispetto ai precedenti 4500 mAh circa di Pixel 8a. Sicuramente apprezzabile lo sforzo di Google, anche se il risultato finale non è poi così entusiasmante. Come anticipato in precedenza il miglioramento dal Pixel 8a c’è, dalle 5 ore di display attivo si è passati a circa 6 ore, ma con un grande asterisco legato alla connessione di rete dati: se siamo all’aperto lo smartphone consuma notevolmente di più, un buon 20-30% aggiuntivo. Traducendo in giornate di utilizzo è difficile coprire le 48 ore, ma a sera ci arriva sempre tranquillamente.
La ricarica è stata portata a 23 Watt con cavo dai 18 Watt precedenti, quella wireless rimane invece ad un misero 7,5 Watt, meglio che niente.
Fotocamere
Google Pixel 9a propone per due terzi lo stesso comparto dello scorso anno, rimangono cioè le stesse la fotocamera ultrawide da 13 MP (13 MP, f/2.2, 120 FOV) e quella frontale, sempre da 13 MP F/2.2. Cambia invece la fotocamera principale che passa da 64 a 48 MP con sensore più piccolo, da 1/1.73″ a 1/2.0″, sempre però con PDAF e OIS.
La qualità delle foto è leggermente peggiorata con la fotocamera principale, ma è davvero difficile scovare differenze, in compenso si è aggiunta una nuova modalità “macro focus” che permette di realizzare bellissime macro dalla distanza di 5 cm con la fotocamera principale. La cifra di questo prodotto, come per i Pixel in genere, è l’affidabilità: si scattano 100 foto e 99 vengono bene, massima sicurezza in tutte le condizioni di scatto e a qualunque soggetto. Qualche difficoltà in più con la ultrawide ma complessivamente ci siamo, anche i selfie vengono bene così come i video, fino al 4K a 60 fps, tra i migliori in assoluto sulla fascia media.
Detto ciò, i tempi sono cambiati e anche i Pixel adesso hanno più concorrenza in ambito fotografico. Per citarne alcuni Galaxy A56, Vivo V50, Nothing Phone 3a Pro, tutti smartphone capaci di ottime foto e video, alcuni anche superiori al Pixel 9a.
In conclusione
Eccoci alle considerazioni finali della recensione di Google Pixel 9a. Lo smartphone arriverà in commercio il 14 aprile ad un prezzo consigliato di 549 Euro per la versione 8+128 GB e 649 Euro per quella da 256 GB di archiviazione, che vi consigliamo senza alcun dubbio.
Complessivamente Pixel 9a è uno smartphone di qualità, funziona bene, fa ottime foto e l’autonomia è più che buona, inoltre il software così longevo rappresenta un indiscusso valore aggiunto. Il prezzo però è salato e la concorrenza galoppa offrendo smartphone più studiati e raffinati dal punto di vista tecnico ed estetico, spesso con supporto software di almeno 4 anni.
Google con questo Pixel ha fatto scelte che fatichiamo a comprendere, dal cambio di design e di fotocamere per avere 500 mAh in più di batteria, all’utilizzo di un modem di vecchia generazione nonostante gli ottimi risultati della generazione 2025. Per non parlare del discorso poco chiaro sul calo di autonomia già previsto prima ancora di debuttare sul mercato.
Pro:
Qualità di foto e video;
Performance;
Supporto software di 7 anni;
Contro:
Design anonimo;
Display non molto luminoso;