Tutta questa tecnologia però ci espone ad un sacco di curiosoni, molto interessati alla nostra vita privata. Dalle agenzie governative alle aziende di marketing, i nostri dati sono molto appetibili, perché permettono di tracciare i nostri movimenti, gli acquisti, le chiamate effettuate, ed il più delle volte possono passare queste informazioni a degli estranei senza che ne siamo a conoscenza.
Esistono molte applicazioni che promettono di rendere sicuro il nostro smartphone, impedendo la trasmissione dei dati all’esterno e avvisandoci quando un’app tenta di farlo. Si tratta però di un compito difficile, visto che molti sono i modi in cui il nostro smartphone può spiarci.
Le applicazioni che scarichiamo condividono più dati di quello che crediamo
Il nostro smartphone comunica con una rete composta da 300.000 celle e 600.000 micro siti (dati U.S.A.)
Le vendite di dispositivi di sorveglianza e registrazione è in forte crescita
È triplicato il numero di persone i cui terminali sono stati sottoposti a sorveglianza
Le posizioni della gente sono molto diverse: dal menefreghista che non ha nulla da nascondere al paranoico che decide di vivere senza smartphone per non essere rintracciato.
Il vostro terminale regiostra i vostri spostamenti e le vostre azioni, anche attraverso strumenti integrati nei sistemi operativi mobili.
La maggior parte delle applicazioni negli Store presentano dei rischi sulla sicurezza: 90% Vin App Store, 83% in Play Store.
Un’applicazione su quattro condivide i vostri dati con le reti di advertising e con le compagnie di analisi e statistiche.
A questo punto è chiaro come sia veramente complicato destreggiarsi tra tutte queste attività che avvengono più o meno a nostra insaputa. Starà al legislatore trovare una soluzione e riuscire a farla rispettare, cosa che sembra molto improbabile.