Dal canto suo Google sostiene che le API non possono essere coperte da brevetti o copyright ed una sentenza del 2014, successivamente ribaltata, sembrava dare ragione a Big G. Ora i due colossi si preparano a darsi nuovamente battaglia nelle aule di tribunale ed un primo scontro è atteso per la fine del prossimo mese. Oracle ha annunciato di essere intenzionata a chiedere un risarcimento pari a 9,3 miliardi di dollari, basando la cifra sui presunti guadagni ottenuti da Google grazie al suo sistema operativo Android.
Google ha annunciato che a partire da Android N passerà alla versione open source del Java Development Kit di Oracle, mettendosi al riparo da futuri problemi di licenze e permessi e che intende chiedere un risarcimento pari a 100 milioni di dollari per i danni causati dalla diffusione di informazioni riservate.
Come accade sempre in queste situazioni viene spontaneo chiedersi se le due parti non farebbero meglio a trovare un accordo pacifico piuttosto che “scannarsi” nelle aule di tribunale, riempiendo le tasche di costosissimi avvocati piuttosto che investire quelle somme nello sviluppo dei propri prodotti.