Il software utilizzato da Huawei Honor 6 Plus simula diverse aperture del diaframma, in una gamma che va da f/0,96 a f/16, il tutto controllabile attraverso uno slider che permette di scorrere tra i vari livelli, con un’anteprima istantanea del cambiamento della profondità di campo. Potrete addirittura selezionare la messa a fuoco e l’apertura del diaframma dopo aver scattato la foto.
Tecnicamente le due fotocamere sono dotate di sensore da 8MP, con la fotocamera primaria dotata di autofocus ed apertura focale F/2.0, mentre la secondaria ha il fuoco fisso ed un apertura f/2.4, quindi il trucco dell’apertura variabile è ottenuto unicamente via software. Per ottenere questo risultato, Huawei utilizza un processore ISP dedicato sul quale la compagnia cinese afferma di aver lavorato per due anni.
La fotocamera a fuoco fisso cattura un’immagine piatta, con poca profondità di campo, mentre l’altra può mettere a fuoco gli oggetti vicini. Inoltre Huawei riesce ad utilizzare tempi di esposizione diversi sulle due fotocamere, ottenendo immagini molto più dinamiche. In questo modo anche l’acquisizione di foto in formato HDR è molto più veloce, essendo necessario un solo scatto.
Un’altra cosa interessante è stata la decisione di Huawei di generare un’immagine a 13MP partendo dalle due a 8MP, riuscendo ad ottenere un risultato molto valido. Ovviamente le due fotocamere riescono anche a catturare foto stereoscopiche in 3D. Speriamo che Huawei sappia migliorare il proprio software, eliminando alcuni artefatti visibili nei primi scatti di prova.