Se il vostro telefono Android vi mostra quattro tacche di segnale anche quando la chiamata fatica a partire o la rete dati si blocca, potreste non essere paranoici, il problema non siete voi ma (in parte) Google e il vostro operatore telefonico. Un recente rapporto ha infatti rivelato che i produttori e gli operatori possono gonfiare artificialmente la potenza del segnale, mostrando un livello di copertura superiore a quello reale.
Motorola edge 60, 8/256 GB
50+50+10MP, 6.67'' pOLED 120Hz, Batteria 5200mAh, ricarica 68W, Android 15
Una funzione nascosta nel cuore di Android può falsare la potenza del segnale
È stata recentemente individuata all’interno del codice sorgente di Android una voce chiamata KEY_INFLATE_SIGNAL_STRENGTH_BOOL, introdotta nel Carrier Config Manager, il modulo che regola le impostazioni specifiche degli operatori; in sostanza si tratta di un flag che, se attivato, aggiunge una barra in più alle tacche di rete visualizzate dal telefono, indipendentemente dalla potenza effettiva del segnale.
Questa opzione, disattivata di default, può essere attivata da remoto dagli operatori tramite un semplice aggiornamento OTA o persino attraverso le schede SIM, rendendo potenzialmente vulnerabili anche gli smartphone non legati a un operatore.
Secondo le prime verifiche due tra i principali operatori statunitensi, AT&T e Verizon, avrebbero già sfruttato questa funzionalità per migliorare la percezione della copertura sui dispositivi Android connessi alle loro reti. Il risultato? Gli utenti credono di trovarsi in una zona con segnale stabile e potente, quando in realtà la connessione è tutt’altro che affidabile.
Un inganno che può sembrare innocuo, ma che ha implicazioni molto più ampie: alterare la rappresentazione della potenza del segnale significa anche gonfiare artificialmente le metriche di copertura, un dato che gli operatori utilizzano per vantarsi delle proprie performance nelle campagne pubblicitarie.
Non si tratta di una novità assoluta, già nel 2017 alcuni operatori avevano chiesto a Google di rimuovere dai menù di sistema la visualizzazione precisa della potenza del segnale in dBm, sostituendola con le più vaghe barre grafiche; da allora Android ha introdotto configurazioni personalizzate per ogni operatore, permettendo di definire in modo arbitrario il numero di tacche corrispondenti a una certa intensità di segnale.
In altre parole, un valore di -105 dBm, segnale debole secondo gli standard, può essere mostrato come 3 tacche da un operatore più ottimista, e come 1 tacca da uno più trasparente.
La parte più controversa è proprio il coinvolgimento di Google che avrebbe acconsentito all’introduzione di questa opzione, ufficialmente per offrire maggiore flessibilità agli operatori nella rappresentazione del segnale; in pratica però, questo lascia spazio a pratiche di manipolazione dell’esperienza utente, con il rischio di fornire una percezione falsata della qualità del servizio.
Un comportamento che può generare un falso senso di sicurezza, inducendo gli utenti a non segnalare problemi di copertura o a non cambiare operatore, convinti che la rete funzioni correttamente.
Per ora, non ci sono prove che questa pratica sia diffusa anche in Europa, ma è lecito domandarsi quanto a lungo resterò confinata al mercato statunitense; la funzione esiste nel codice AOSP (Android Open Source Project) e potrebbe essere attivata da qualsiasi operatore con accesso ai parametri di configurazione.
Il consiglio, come sempre, è quello di non fidarsi ciecamente delle tacche nella parte alta dello schermo, se sospettate che la copertura non sia quella promessa potete sempre verificare i valori reali del segnale accedendo al menù segreto del telefono, digitando nel dialer *#*#4636#*#* e consultando la voce Informazioni sulla rete mobile.
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