OpenAI starebbe valutando l’introduzione di nuove formule di abbonamento per ChatGPT, tra cui opzioni settimanali e persino a vita. A suggerirlo è una recente APK teardown dell’app per Android, che ha rivelato stringhe di codice che suggeriscono l’introduzione di nuove durate di abbonamento, attualmente in fase di sviluppo.

Attualmente, ChatGPT Plus è disponibile solo tramite un abbonamento mensile da 23 euro. Per chi desidera opzioni a lungo termine, l’unica alternativa è passare ai costosi piani Team o Enterprise. L’aggiunta di una formula settimanale rappresenterebbe un’interessante novità, in grado di rendere l’accesso all’intelligenza artificiale più flessibile e meno impegnativo dal punto di vista economico, specialmente per chi ha bisogno del servizio solo per periodi limitati, come studenti, freelance o professionisti impegnati su progetti a breve termine.

Più sorprendente è invece la possibile introduzione di un abbonamento “a vita”. L’idea, emersa anch’essa nel codice, appare ambiziosa e solleva più di un interrogativo. In un settore in continua evoluzione come quello dell’IA, è difficile immaginare una sottoscrizione a vita e quindi, valida per sempre, soprattutto considerando i costi di sviluppo e aggiornamento a lungo termine che OpenAI dovrà sostenere. Non è escluso, tuttavia, che l’opzione venga pensata per un pubblico di utenti fedeli o power user disposti a investire una somma significativa pur di garantirsi un accesso illimitato nel tempo.

Il codice analizzato contiene riferimenti espliciti alle durate “Weekly” e “Lifetime”, oltre alle classiche “Monthly” e “Annual”. Sebbene non siano ancora presenti i relativi prezzi, né ci siano conferme ufficiali da parte dell’azienda, l’inserimento di queste voci suggerisce che OpenAI stia quantomeno esplorando l’idea di ampliare le possibilità di pagamento. L’obiettivo sembra chiaro: rendere ChatGPT accessibile a una platea sempre più ampia, mantenendo al tempo stesso competitività rispetto a offerte simili, come quelle che Google starebbe sviluppando per i suoi piani IA integrati in Google One.

Utente M1 su X

Come sempre, quando si tratta di teardown, è bene ricordare che la presenza di certe stringhe non garantisce che le funzionalità vedranno effettivamente la luce in una versione pubblica. Ma i segnali ci sono, e suggeriscono una direzione interessante per il futuro dell’assistente IA più popolare del momento.