Qualche giorno fa vi abbiamo parlato del ritrovamento di una soluzione ideata da Google che consente a qualsiasi smartphone della serie Google Pixel di trasformarsi all’occorrenza in una dashcam per auto attraverso l’omonima funzione scovata nell’applicazione Emergenze Personali del colosso. L’ingegnosa idea ha immediatamente stimolato la fantasia degli appassionati in quanto rappresenta un unicum nell’attuale panorama degli smartphone.

Ebbene, i colleghi di 9to5Google hanno avuto modo di testare con mano la nuova funzione producendo degli interessanti contenuti grazie ai quali siamo in grado di vederla all’opera in uno scenario di utilizzo quotidiano. Scopriamola insieme.

Come funziona Dashcam sui Google Pixel

Come anticipato in apertura, la funzione ha fatto la sua comparsa nell’app Emergenze Personali, scovata in una versione dogfood – ovvero una build prodotta per uso interno all’azienda, in genere utilizzate per segnalare bug in nuove funzionalità in fase di sviluppo – erroneamente rilasciata da Google (versione 2023.04.27.532191641.8-dogfood) all’interno della quale è possibile abilitare la funzione chiamata “Dashcam”.

Così come suggerisce la denominazione, la suddetta permette di registrare video (e, in via opzionale, anche audio) mentre si è alla guida e, con il dispositivo montato nel punto giusto, dovrebbe essere in grado di fornire informazioni utili dell’accaduto in caso di incidente o di altra situazione imprevista.

Una volta abilitata la funzione, lo smartphone rimarrà comunque utilizzabile e con lo schermo acceso, compresa la navigazione di Google Maps; la registrazione continuerà in qualsiasi caso anche aprendo altre applicazioni. In alternativa, sarà possibile usufruire di Dashcam anche a schermo spento, per risparmiare batteria ed evitare surriscaldamenti, un tema su cui torneremo a breve.

Prima di iniziare a utilizzare Dashcam è necessario dotarsi di accessori compatibili con il proprio Pixel e, soprattutto, in grado di garantire un montaggio stabile e saldo dello smartphone alla plancia o al parabrezza del veicolo al fine di una corretta registrazione delle immagini.

Una volta installato lo smartphone e avviato l’app, sarà possibile scegliere di iniziare la registrazione automaticamente nel momento in cui il dispositivo stabilirà una connessione con l’impianto Bluetooth della propria auto, funzione disattivabile direttamente dalle impostazioni dell’app stessa.

Per quanto concerne le fotocamere utilizzate, per impostazione predefinita la funzione si avvarrà sempre del sensore principale posteriore anche se sarà possibile passare alla fotocamera frontale per registrare l’interno delll’abitacolo; non è possibile rendere questa impostazione predefinita né tantomeno scegliere quale sensore posteriore far utilizzare allo smartphone. L’auspicio è che Big G, qualora, e se, dovesse decidere di rilasciare la funzione, possa abilitare l’utilizzo degli altri sensori come ad esempio quello grandangolare che potrebbe rivelarsi particolarmente efficace in situazioni del genere.

La prova sul campo: pregi e difetti

La funzionalità è stata testata dal giornalista Kyle Bradshaw il quale ha condiviso il video della registrazione realizzata con il Pixel 7 Pro in suo possesso. Un dettaglio da segnalare è che Bradshaw ha inizialmente provato Dashcam su un Pixel 7a il quale è riuscito a malapena a sopportare il consumo di batteria ma soprattutto il surriscaldamento delle componenti interne nonostante l’impianto di climatizzazione fosse acceso. Pixel 7 Pro, viceversa, si è comportato decisamente meglio, riuscendo, peraltro, a guadagnare punti percentuale di batteria mentre collegato all’alimentazione; anche in questo caso si segnala un surriscaldamento ma di gran lunga inferiore rispetto al fratello minore.

Un problema segnalato dal giornalista è rappresentato dall’autofocus del dispositivo il quale in alcune situazioni – e come potete constatare dal video in questione – si è fatto ingannare da raggi del sole o da macchie sul parabrezza distogliendo il fuoco dalla strada e dai veicoli.

Stando alle immagini, la qualità video è più che sufficiente ed è bene sottolineare che l’efficacia della registrazione varierà ampiamente in base ad alcuni parametri quali posizionamento, composizione della plancia e, ovviamente, qualità del comparto fotografico utilizzato.

Tuttavia, il filmato, fa notare Bradshaw, lascia a desiderare per quanto riguarda la compressione del video stesso che risulta essere troppo aggressiva finendo per sacrificare la qualità video e impedendo la corretta visualizzazione di dettagli come il numero di targa dei veicoli, elementi cruciali nella registrazione di una dashcam. Tutto questo tenendo a mente la bontà del comparto multimediale del Pixel 7 Pro il quale è sicuramente in grado di garantire una qualità superiore.

Parlando di spazio di archiviazione utilizzato, Google stima che Dashcam utilizzi 30 MB di spazio di archiviazione per minuto di registrazione, il che sembra essere in linea con quanto realizzato da Bradshaw. Il video di esempio – registrato a 1080p e della durata di 3 minuti e 39 secondi – ha una dimensione di 93 MB.

Stando a quando emerso dalla prova sul campo, non esiste un sistema di backup dei filmati registrati né su Google Drive che su Google Foto. Le registrazioni saranno accessibili solo ed esclusivamente tramite l’app Emergenze Personali dalla quale sarà possibile condividerli con altre applicazioni. Una soluzione tutt’altro che flessibile o moderna ma comunque in linea con i casi di utilizzo dei filmati la cui necessità è ristretta a pochi, eventuali, imprevisti.

In conclusione sottolineiamo che Dashcam è attualmente in fase di sviluppo, come suggerisce il tipo di versione erroneamente rilasciata da Google, e non ci sono ulteriori informazioni riguardo alle eventuali tempistiche di rilascio della funzione; non mancheremo di tenervi aggiornati su eventuali novità.

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