Il palcoscenico del Google I/O 2022 è stata l’occasione per Google di condividere con il mondo degli sviluppatori e degli appassionati tutta una serie di novità che interesseranno il prossimo futuro dell’ecosistema Android.

Il Google I/O ha messo nero su bianco il futuro prossimo dell’ecosistema Android

Google ha puntato molto sul fatto che Android sia ormai il centro di un mondo multi-dispositivo. Come anticipato, durante il Google I/O di quest’anno, sono state illustrate tantissime novità che arriveranno su Android nei prossimi mesi.

Oltre alle novità, hardware e software, di cui vi abbiamo già parlato sulle nostre pagine, ce ne sono moltissime altre che riguardano vari aspetti di Android e affini, e in questo articolo andremo ad analizzare alcune di queste.

Google I/O 2022

Il Material Design 3 viene ulteriormente aggiornato

Il Material Design 3, più comunemente noto come Material You, è stato introdotto da Google con il lancio ufficiale di Android 12 dello scorso anno, discostandosi dalla generazione precedente Material Design 2 in seguito ad una profonda reinterpretazione estetica di praticamente ogni aspetto grafico.

In vista del Google I/O 2022, il colosso di Mountain View ha provveduto ad aggiornare tutta la documentazione per la progettazione delle app con i componenti più recenti del Material Design 3, andando ad aggiungere alcuni aspetti ancora non documentati.

  • Barra inferiore delle applicazioni (Google Tasks)
    La barra inferiore delle applicazioni è stata completamente ridisegnata: al posto della barra bassa con pulsante d’azione flottante (FAB) posto al centro del Material Design 2, adesso è presente una barra più alta, con opzioni chiave in bella mostra e il pulsante d’azione spostato nella parte destra. Scompaiono tutte le ombre ed è stata introdotta la totale compatibilità con i temi dinamici.

Material 2 vs Material 3 barra inferiore delle app

  • Pulsanti a icona
    Noti come “pulsanti di commutazione” sono disponibili in due tipologie. Google consiglia di includere una descrizione dell’azione che fa compiere il pulsante, in comparsa al passaggio del mouse.

Material 3 pulsanti a icona

  • Pulsanti segmentati
    Consentono agli utenti di selezionare tra più opzioni, e sono stati ridisegnati rispetto al Material Design 2, sia per quanto concerne la scritta contenuta all’interno di ciascuno dei sotto-pulsanti (che ora mostra solo la prima lettera in maiuscolo) che per quanto concerne l’estetica rivista. Anche in questo caso, Google ha aggiunto la documentazione sulla compatibilità coi temi dinamici.

Material 2 vs Material 3 pulsanti segmentati

  • Interruttori
    I nuovi interruttori sono stati introdotti con Android 12 ma sono stati ufficializzati solo ieri con la nuova documentazione Material 3.

Material 2 vs Material 3 interruttori

Per maggiori dettagli, è disponibile agli sviluppatori, o semplicemente ai più curiosi, il portale ufficiale del Material Design 3, raggiungibile a questo indirizzo.

Oltre 20 app di Google verranno ottimizzate per i tablet

Google ha finalmente deciso di prendere seriamente il mondo dei tablet Android, visto e considerato che sempre più produttori lanciano sul mercato nuovi tablet.

I primi passi verso la messa a disposizione di una migliore esperienza per gli utenti sono stati mossi con l’arrivo di Android 12L, versione di Android 12 espressamente ottimizzata per funzionare al meglio su dispositivi dotati di schermo dalle dimensioni generose. Android 13 farà frutto di tutto ciò, andando ancora di più a migliorare quanto, di buono, fatto finora.

In occasione del Google I/O 2022, il colosso di Mountain View ha mostrato in anteprima quello che sarà il proprio tablet Android della famiglia Pixel, ovvero il Pixel Tablet, che arriverà (solo) nel 2023. Google ha inoltre annunciato che, prossimamente, almeno 20 app tra quelle pubblicate dalla stessa Google saranno aggiornate per adattarsi al meglio sugli schermi di grandi dimensioni.

Sebbene la società non abbia condiviso un elenco completo delle app coinvolte, ha comunque confermato che tra queste rientreranno YouTube Music, Maps, Foto, Play Store e Google TV. Inoltre, molte app di terze parti verranno predisposte per ricevere aggiornamenti ottimizzati per i tablet: sul Google Play Store sarà introdotto un indicatore per scoprire quali app sono ottimizzate per il funzionamento sui tablet.

Android multi-dispositivo Google IO: app ottimizzate per l'uso sui tablet

Ancora novità per Google Foto

Abbiamo già discusso delle novità di Google Foto presentate durante il lancio del Google Pixel 6a, ovvero delle nuove potenzialità dello strumento “Gomma magica”.

Alla fine del mese, Google inizierà ad espandere “Real Tone”, introducendo in Google Foto un set di filtri pensato per regolare al meglio il tono della pelle nelle foto già scattate, sia tramite dispositivi della famiglia Pixel che tramite altri smartphone.

Questi filtri sfrutteranno la libreria Monk Scale che la funzionalità Real Tone dei Pixel sfrutta per riflettere in maniera accurata i diversi toni della pelle. Un migliore supporto alle tonalità della pelle è stato implementato anche nella Ricerca Google.

Sebbene Real Tone sia ancora un’esclusiva degli smartphone della famiglia Pixel, Google sta provvedendo a rendere open source la libreria Monk Scale.

Le app video arrivano su Android Automotive OS

Al Google I/O è arrivata l’ufficialità di una notizia che era nell’aria già da tempo: su Android Automotive OS arrivano le applicazioni per potere guardare video in streaming.

Tra le applicazioni coinvolte, rientrano app come Netflix e YouTube, i cui contenuti, finora, non potevano essere riprodotti sul display dell’automobile connessa.

Questa novità è inoltre menzionata nel changelog degli aggiornamenti di sistema Google Play del mese di maggio e quindi viene ufficialmente introdotta con essi: “[Auto] supporto per l’installazione e l’utilizzo di app di streaming video nei sistemi di infotainment per auto tramite Android Automotive.”

Arriva Health Connect

Health Connect

Google e Samsung hanno annunciato, congiuntamente, l’arrivo di Health Connect, una API e una piattaforma per Android che si pone l’obiettivo di unificare i dati di salute e fitness provenienti da più dispositivi e da più servizi all’interno di un unico ecosistema.

Tutto ciò renderà più facile il compito degli sviluppatori per i quali era complessa la sincronizzazione di questi dati: Health Connect fungerà da centro di smistamento sul dispositivo, con i dati che saranno comunque crittografati per garantire la privacy degli utenti.

Tra le categorie principali di dati che potranno essere collezionate dal questa nuova API per Android, rientrano: activity (dati generici di salute e fitness), body measurement (come il peso di un utente), cycle tracking (acquisizione di dati relativi al ciclo mestruale e ai periodi di ovulazione), nutrition (quantità di acqua bevuta, calorie assunte), sleep (tutti i dati relativi al sonno), vitals (dati relativi alla salute generale dell’utente).

Health Connect

Una interessante caratteristica di Health Connect, riguarda la possibilità di dare la priorità ai dati provenienti da una tra più applicazioni, qualora queste forniscano i medesimi dati.

Samsung Health, Google Fit e Fitbit stanno adottando Health Connect. In questa fase di accesso anticipato, Big G ha collaborato con servizi di terze parti molto diffusi nell’ambito, quali MyFitnessPal, Leap Fitness e Withings.

Maggiori informazioni, sono riportate sul portale degli sviluppatori Android, nella sezione dedicata.

Fitbit e Google Fit coesisteranno, almeno per ora

Il Pixel Watch, primo smartwatch della casa, mostratoci in anteprima al Google I/O 2022 e atteso per l’autunno con una nuova versione di Wear OS, rappresenta il frutto dell’acquisizione di Fitbit da parte del colosso di Mountain View.

La domanda che molti si sono posti è, però, quale fine possa fare Google Fit dal momento che il primo smartwatch della famiglia Pixel offrirà un’esperienza Fitbit-centrica.

La risposta a questa domanda proviene dal fondatore di Fitbit, James Park, che, tramite un’intervista concessa al portale CNET, sostiene come le due app, Google Fit e Fitbit continueranno a coesistere, come è stato finora, specie considerando che le due realtà hanno un pubblico distinto e consistente.

Il teaser di Google Pixel Watch

La confusione di Big G in questo senso è anche reperibile in altri prodotti del proprio ecosistema, come ad esempio il Nest Hub di seconda generazione che sfrutta Project Soli per il monitoraggio del sonno, unico esperimento del genere in tutto l’ecosistema.

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