La divisione delle varie attività permetterà agli osservatori, investitori e perfino agli ingegneri di avere una visione più chiara dei vari progetti, come Nest, Google Glass o il braccialetto con funzionalità mediche. Tutti questi progetti non dovranno necessariamente integrarsi nativamente con Android, come sembrava invece finora.
In tutto questo però la cosa migliore che è successa a Google è Sundar Pichai, il suo nuovo CEO, la cui stella è in continua ascesa grazie anche alla conduzione degli ultimi due keynote del Google I/O. La missione di Sundar Pichai però si prospetta tutt’altro che semplice, visto che dovrà risolvere parecchi problemi.
Libera dal “giogo” delle sue molteplici attività, la nuova Google dovrà riuscire a risolvere l’annoso problema della frammentazione, dovuta ai tanti fork di Android, come Fire di Amazon, Cyanogen e Oxygen, ma anche dalle scelte dei tanti produttori, che hanno portato Lollipop ad un modesto 18% a quasi un anno dal suo debutto sugli smartphone Nexus.
Il lavoro di Sundar Pichai dovrà necessariamente tener conto dei tanti ecosistemi legati ad Android, come i sistemi per le auto, smartwatch e i nuovi dispositivi per le smart home, per i quali è stato creato il sistema operativo Brillo. Sarà necessario rendere redditizio Android, la cui licenza d’uso è gratuita, soprattutto visto il crescente numero di produttori che non installano nativamente i servizi Google, fonte di guadagno per Google.
Una missione non facile quindi, sicuramente non semplice come scrivere ABC.