Uno di questi, Danielle Shlosser, ha sviluppato PRIME, un’applicazione per smartphone che dovrebbe permettere di intervenire sugli aspetti legati alla vita sociale, creando una specie di rete tra persone affette dagli stessi disturbi e permettendo loro di commentare, scambiarsi esperienze ed opinioni con l’eventuale supervisione di un medico.
PRIME offre anche una serie di stimoli fornendo degli obiettivi da raggiungere ed aiutando le persone affette da schizofrenia a combattere il proprio disturbo. Un paziente che sta seguendo la fase sperimentale si è detto soddisfatto della possibilità di combattere il senso di solitudine che aggrava la schizofrenia.
PRIME è attualmente in fase di test e non ci sono indicazioni su quando potrebbe essere resa pubblica, probabilmente per Android e iOS, ma è presumibile che entro il prossimo anno possa aiutare un maggior numero di pazienti affetti da schizofrenia.
Sempre più spesso dunque la tecnologia prova a combattere i disagi che in qualche modo può aver contribuito a creare. Speriamo che in questo caso l’applicazione riesca nel suo intento.