Il tema della standardizzazione è cruciale nel mondo tecnologico, sia per quanto riguarda l’aspetto software che quello hardware; qualcosa che sembra però impossibile riuscire ad unificare sono i caricabatterie degli smartphone, diversità che nel mondo tecnologico utenti Android e iOS conoscono molto bene.

Se i vari produttori di smartphone Android si sono allineati nella scelta di porte USB – prima microUSB, ora sempre più verso l’USB Type-C – nel mondo Apple la porta lighting regna ancora sovrana. La Commissione Europea, però, non sarebbe soddisfatta dello stato attuale e di questa mancanza di unificazione, e potrebbe valutare nuove azioni più “dirette” rispetto a quelle prese negli anni scorsi.

Nel 2009, dopo le pressioni dell’Unione Europea, 14 produttori (tra cui Apple, Samsung, Huawei e Nokia) avevano firmato un accordo volontario per armonizzare i caricabatteria per i nuovi smartphone in uscita dal 2011; a seguito degli scarsi risultati, nuove lettere d’intenti sono state firmate da alcuni di questi produttori nel 2013 e nel 2014, ma hanno portato a ben poco.

Ecco quindi che il Commissario Europeo per la concorrenza Margreth Vestage, già noto al pubblico per la questione della multa a Google, ha sottolineato come gli scarsi risultati ottenuti con queste azioni volontarie porteranno la Commissione a lanciare nel breve periodo una valutazione su costi e benefici di un diverso modo per affrontare la situazione; questi studi dovrebbero permette alla Commissione di appurare se – e nel caso in che modo – ci sia la necessità di “forzare la mano” ai produttori per completare questo percorso di armonizzazione.

L’azione dovrebbe cercare di mettere una pezza all’enorme produzione di rifiuti elettronici dovuta ai vecchi caricabatterie, oltre che avvantaggiare i consumatori stessi.

Di certo, tra ricariche rapide e quant’altro, con l’avanzare degli anni sembra che la situazione sia ben diversa da 10 anni fa, e il processo di unificazione potrebbe essere davvero difficile. Voi che ne pensate?