Tidal si è subito scusata con gli utenti, rimborsando immediatamente quando indebitamente addebitato e offrendo tre mesi di servizio gratuito per farsi “perdonare”. Qui però scatta la seconda parte dell’inghippo, la cosa che fa nascere qualche sospetto ai molti utenti. Si tratta di un servizio gratuito che però, al termine dei tre mesi, si rinnova automaticamente al costo di 9,99 dollari mensili.
Sembra quindi che Tidal abbia “involontariamente” cercato di riprendersi alcuni ex utenti, passati per ragioni economiche o di catalogo a servizi concorrenti come Spotify, Play Music o Apple Music. Sembra che il numero di utenti coinvolti sia limitato quindi è possibile che, in qualche modo, Tidal abbia commesso un errore che poi ha cercato di correggere.
A riprova della buona fede, anche se con una azione tardiva, il servizio di streaming ha modificato la pagina relativa alla sottoscrizione gratuita, confermando che al termine del periodo di prova non sarà addebitato alcun canone mensile, a meno che l’utente non decida di attivare volontariamente il servizio.
Qualsiasi fosse l’intenzione iniziale di Tidal resta una brutta figura ed una strana sensazione da parte degli utenti, che si vedono riattivare senza il loro consenso dei servizi disattivati da tempo.