La cosiddetta “Chat Control”, la proposta europea pensata per contrastare l’abuso sessuale sui minori online attraverso il controllo diretto dei messaggi privati, potrebbe essere arrivata al capolinea. La Danimarca, che al momento detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, ha fatto dietrofront sul progetto, giudicandolo troppo invasivo e dannoso per la privacy degli utenti.
Di questo regolamento si parla già da diversi anni e, negli ultimi mesi, sembrava stesse diventando sempre più concreto. La proposta, nota come CSAM (Regulation to Prevent and Combat Child Sexual Abuse), risale al 2022 ed è stata lanciata dalla commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson. L’idea di fondo prevedeva che le piattaforme digitali, da WhatsApp a Telegram e passando per i servizi email, analizzassero in maniera diretta ogni messaggio, foto o video inviato, per individuare automaticamente contenuti pedopornografici o tentativi di adescamento online.
Questa misura, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto rafforzare la lotta contro i crimini online ai danni dei minori, ma fin da subito ha sollevato un’ondata di critiche. Esperti di privacy, giuristi e attivisti per i diritti digitali l’hanno rinominata “Chat Control”, affermando che avrebbe messo in discussione la crittografia end-to-end utilizzata da molte app di messaggistica, oltre al principio stesso della comunicazione privata. Il timore era che un sistema di controllo di massa potesse aprire la strada a nuove forme di censura e violazioni della privacy.
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La Danimarca non ha raccolto i consensi necessari
Anche se inizialmente la Danimarca aveva sostenuto l’approvazione della misura durante il suo semestre di presidenza, non è riuscita a raccogliere sufficienti consensi tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea. Col passare del tempo la Presidenza ha cambiato completamente idea sulla misura, anche grazie alla decisiva posizione della Germania: dopo alcune apertura iniziali, la ministra della Giustizia tedesca ha definito questa misura un “controllo delle chat ingiustificato”.
Anche altri Paesi membri hanno espresso diverse perplessità su questo regolamento, mentre altri, tra cui l’Italia, avevano deciso di orientarsi verso un approccio un po’ più cauto. Alla luce delle difficoltà politiche, il nuovo obiettivo della Presidenza danese è quello di rinnovare la normativa attuale, che consente alle aziende tecnologiche di effettuare controlli volontari sui contenuti sospetti, prorogandone la validità oltre la scadenza di aprile 2026.
Se il Consiglio dell’Unione Europea riuscirà a trovare un successivo accordo su questa nuova proposta, si aprirà una nuova fase di negoziati con il Parlamento Europeo per arrivare ad un testo condiviso dalla maggior parte degli Stati membri. Per ora, però, il tanto discusso “Chat Control” sembra aver perso il sostegno politico necessario per diventare realtà: la privacy dei cittadini europei è, almeno per il momento, al sicuro.
