La lunga battaglia legale tra Google ed Epic Games entra in una fase cruciale, dopo la vittoria in tribunale del creatore di Fortnite, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti respinto la richiesta di sospensione presentata da Google, confermando di fatto l’ingiunzione permanente che obbliga l’azienda di Mountain View ad aprire Android e a rimuovere alcune delle restrizioni più controverse imposte agli sviluppatori attraverso il Google Play Store.

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Google ha due settimane di tempo per adeguarsi alla decisione della Corte Suprema

La decisione, arrivata nelle scorse ore, lascia a Google poco più di due settimane per rispettare le condizioni imposte dal tribunale, pena la violazione dell’ingiunzione; Epic Games ha fissato il termine del 22 ottobre 2025, data oltre la quale gli sviluppatori Android statunitensi potranno legalmente indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento esterni senza le cosiddette schermate di allarme o altri attriti voluti da Google, una novità che secondo Epic renderà l’ecosistema Android molto più aperto e competitivo.

In particolare, Google dovrà:

  • smettere di obbligare gli sviluppatori a utilizzare il sistema di fatturazione Google Play Billing
  • consentire link esterni per il download delle app al di fuori del Play Store
  • autorizzare la comunicazione di metodi di pagamento alternativi direttamente tramite la scheda Google Play
  • lasciare libertà di prezzo agli sviluppatori
  • interrompere gli accordi di esclusività con produttori, operatori e sviluppatori in cambio di vantaggi o preinstallazioni
  • collaborare con Epic Games per definire un sistema che consenta l’accesso degli store rivali a Google Play in modo sicuro

Il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha esultato su X (ex Twitter) sottolineando come dal 22 ottobre gli sviluppatori Android saranno legalmente autorizzati a indirizzare gli utenti di Google Play verso pagamenti out-of-app senza commissioni, in modo simile a quanto già accade oggi sull’App Store di Apple dopo la causa Epic vs Apple.

Da parte sua, Google ha preferito mantenere toni più cauti, il portavoce Dan Jackson ha dichiarato ai colleghi di The Verge che l’azienda rispetterà i propri obblighi legali, pur ribadendo la preoccupazione per l’impatto di queste modifiche sulla sicurezza degli utenti Android:

Android offre più scelta a utenti e sviluppatori rispetto a qualsiasi altro sistema operativo mobile, e le modifiche ordinate dalla Corte Distrettuale degli Stati Uniti metteranno a repentaglio la possibilità degli utenti di scaricare app in sicurezza. Pur essendo delusi dal fatto che l’ordinanza non sia stata sospesa, continueremo il nostro ricorso.

La situazione resta in evoluzione, Google presenterà entro il 27 ottobre 2025 la richiesta di revisione del caso alla Corte Suprema, tuttavia quella data arriva dopo la scadenza per l’attuazione delle misure imposte, e il giudice distrettuale James Donato ha già convocato le parti per il 30 ottobre, chiedendo chiarimenti su come intendano ottemperare all’ingiunzione.

Bisognerà quindi attendere ancora qualche settimana per capire se e come l’azienda di Mountain View modificherà effettivamente le politiche del Play Store. Dopo anni di tensioni legali l’ecosistema Android si trova davanti a un bivio storico, e la decisione della Corte Suprema segna un passaggio decisivo verso un mercato delle app più aperto e meno vincolato al monopolio dei sistemi di pagamento proprietari.