In occasione del keynote inaugurale del Google I/O 2025, l’azienda aveva condiviso la nuova nomenclatura dei piani in abbonamento (Google AI Pro e AI Ultra) con prezzi da capogiro ma altrettanti benefici come limiti di utilizzo più elevati rispetto al piano gratuito, una quantità enorme di spazio di archiviazione (condiviso tra Gmail, Drive e Foto), l’accesso al modello Gemini 2.5 Pro, alle funzionalità di Deep Research e alla generazione video tramite Veo.
Ebbene, proprio in quell’occasione Google non aveva condiviso il numero specifico di richieste giornaliere che gli utenti a pagamento avrebbero potuto inviare ai modelli avanzati di Gemini prima che vengano superati.
A partire da I/O 2025, con l’introduzione dei nuovi piani in abbonamento, l’azienda ha semplicemente affermato che gli utenti del piano da 19,99 dollari al mese (21,99 euro in Italia) avrebbero ottenuto un “Accesso esteso” (rispetto all'”Accesso limitato” del piano gratuito) per la versione 2.5 Pro (anteprima), mentre l'”Accesso massimo” sarebbe stato disponibile pagando 249,99 dollari al mese.
Dopo giorni di malumori e segnalazioni, Google ha deciso di intervenire direttamente su uno dei punti più discussi dai suoi utenti più avanzati: i limiti di utilizzo del modello Gemini 2.5 Pro all’interno dell’app Gemini.
Con una mossa tanto attesa quanto necessaria, l’azienda ha raddoppiato il numero di query giornaliere disponibili per gli abbonati al piano AI Pro. Facciamo chiarezza.
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Google raddoppia i limiti di ricerca di Gemini 2.5 Pro per placare il malumore, giustificato, dell’utenza
Senza comunicati ufficiali né avvisi preventivi, alcuni utenti dell’abbonamento AI Pro hanno iniziato a notare un comportamento anomalo, ovvero che il sistema rispondeva con un messaggio di limite raggiunto dopo un numero insolitamente basso di interazioni giornaliere con Gemini 2.5 Pro, il modello più potente disponibile per gli utenti non enterprise.
Di fatto ciò che pare sia accaduto è che Google, in sordina, avrebbe abbassato i limiti di interazioni con Gemini ma gli utenti se ne sono accorti prontamente.
La reazione della community non si è fatta attendere: in particolare, a segnalare la cosa sono stati quegli utenti che usano Gemini per attività complesse come la scrittura di codice o l’analisi matematica.
A far luce sulla situazione è stato Josh Woodward, uno dei responsabili del team Gemini, che ha riconosciuto pubblicamente i feedback negativi e le lamentele ricevute dagli utenti.
Senza però confermare esplicitamente che Google avesse modificato i limiti rispetto a prima, dettaglio di cui ancora non si sa nulla, Woodward ha ammesso che il limite giornaliero era stato fissato a 50 ricerche per il modello 2.5 Pro.
Una cifra bassa, soprattutto per chi sottoscrive un abbonamento pensando di avere “accesso espanso” rispetto alla versione gratuita dell’AI.
In arrivo il nuovo limite di 100 query al giorno ma gli utenti chiedono più trasparenza comunicativa
Nel tentativo di rispondere alle richieste, Google ha ora ufficializzato il nuovo tetto di 100 query al giorno per gli utenti AI Pro.
Una cifra che dovrebbe soddisfare la maggior parte degli utenti avanzati, senza costringerli a passare a piani superiori o a modelli alternativi, gratuiti ma meno performanti, come Gemini 2.5 Flash.
Questi limiti si applicano solo a Gemini 2.5 Pro, non al modello Flash, che rimane illimitato per gli utenti Pro e disponibile anche per quelli gratuiti, seppure con capacità ridotte.
Lo stesso Woodward ha parlato di “massive demand” per Gemini 2.5 Pro, un’espressione che lascia intuire quanto rapidamente stia crescendo l’utilizzo di Gemini e quanto il costo computazionale e la crescente domanda siano dei fattori a cui Google deve tenere conto per evitare ulteriori problemi o degradazione del servizio.
Gemini 2.5 Pro è un modello sofisticato, con capacità avanzate di ragionamento, matematica e programmazione e, in molte situazioni, peraltro in crescita, rappresenta un pilastro su cui si fondano intere aziende o business personali come sviluppatori indipendenti e ruoli simili.
Dunque, dopo aver presentato con convinzione e sicurezza la crescita esponenziale di Gemini al Google I/O, per l’azienda è arrivato il momento di porre al centro anche la stabilità e trasparenza del servizio, e non solo la crescita frenetica.
Google non può permettersi ambiguità comunicative in quanto il valore percepito di un abbonamento AI non si misura solo nella potenza del modello, ma anche nella chiarezza con cui vengono presentate condizioni e limiti.