Oggi, 4 ottobre 2023, Google ha aperto il sipario sui suoi nuovi smartphone di riferimento Google Pixel 8 e Google Pixel 8 Pro, sotto il cui cofano è presente il nuovo chipset Google Tensor G3, che rispolvera la consueta ricetta e mette l’intelligenza artificiale al primo posto.

Se i Pixel 6 erano stati i modelli della svolta estetica e tecnica, i nuovissimi Pixel 8 potrebbero essere quelli della maturità: da una parte il design più rifinito fa nuovamente perno attorno alla riconoscibile camera bar, dall’altra “in sala macchine” è presente il chip Google Tensor di terza generazione.

Google Tensor G3: al cuore dei Pixel 8

Google Tensor G3

Quest’anno più che mai, l’intelligenza artificiale è entrata in maniera dirompente anche nei discorsi del pubblico generalista e dell’utenza meno smaliziata, tuttavia le innovazioni più importanti e significative sono ancora legate ad una potenza di calcolo che si può trovare solo nei data center. Tra i giganti del mondo tech maggiormente coinvolti nel campo dell’AI, Google occupa indubbiamente una posizione di spicco: da anni, il colosso di Mountain View investe ingenti risorse in questo settore e porta una porzione di quei progressi nei propri smartphone della serie Pixel. Quest’affermazione è diventata tanto più vera da un paio di anni a questa parte, vale a dire dal passaggio ai SoC proprietari della linea Google Tensor: anziché focalizzarsi sulla potenza bruta, Big G ha preferito, fin dalle prime battute, puntare con più decisione sul machine learning.

Il discorso prosegue ora con Google Tensor G3, dove ogni componente è stata aggiornata per spianare la strada all’utilizzo dell’AI generativa direttamente sul dispositivo: si va dalla CPU con architettura ARM alla GPU rinnovata, passando per i nuovi ISP e DSP e per la TPU di terza generazione, progettata appositamente per eseguire i modelli di AI di Google.

L’AI è il centro di tutto

Google Tensor G3 Pixel 8 Pro

In sede di presentazione ufficiale, Google ha sottolineato come, rispetto al Tensor di prima generazione dei Pixel 6, il nuovo modello sia in grado di eseguire oltre il doppio dei modelli di machine learning sul dispositivo e, per giunta, si tratta di modelli che nel frattempo sono diventati più complessi.

Al contempo, gli avanzamenti nel campo dell’AI generativa e il lavoro gomito a gomito con Google DeepMind aprono ad un approdo di alcune di quelle capacità direttamente sugli smartphone Pixel. Naturalmente, un compito del genere è ben più arduo di quanto si possa immaginare: parliamo di modelli 150 volte più complessi rispetto al modello di AI più complesso eseguito da Pixel 7 appena un anno fa e che Tensor G3 è in grado di gestire grazie ad un’architettura efficiente progettata in collaborazione con Google Research.

Comprensione del linguaggio, foto e video

Tensor G3 entra in gioco anche per quanto riguarda la capacità dei Pixel quanto a comprensione del linguaggio: Google dichiara che ciò renderà le interlocuzioni con Assistant molto più naturali, al punto da consentire agli utenti di parlare secondo il proprio ritmo e di non preoccuparsi di eventuali pause e “um” vari: Assistant saprà riconoscerli correttamente.

I Google Pixel 8 sono i primi smartphone a usare lo stesso modello text-to-speech che Google usa nei data center, aprendo a utilizzi particolari come usare il Pixel per leggere intere pagine web e persino tradurle in un’altra lingua.

Naturalmente, i Pixel sono famosi anche per la loro capacità di fare magie con foto e video grazie al software di Google. Ebbene, il Tensor G3 dovrebbe regalare dei bei progressi: cogli algoritmi di machine learning operanti direttamente sul chip, i Pixel 8 potranno usare il Live-HDR per catturare video migliori per dettaglio, resa cromatica, contrasto e gamma dinamica. La combinazione di nuovi modelli di machine learning, nuovi sensori fotografici e un software rinnovato dovrebbe elevare considerevolmente la capacità dei Pixel 8 in ambito video. Per le foto, il concetto chiave è fotografia computazionale: Gomma Magica, Gomma Magica Audio e Best Take (Scatto Migliore) sono novità rilevanti che senza l’AI non sarebbero possibili.

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