A distanza di due anni dall’annuncio del suo primo SoC (System on a Chip) personalizzato per smartphone, Google è sulla soglia di una potenziale rivoluzione, che porterebbe i propri smartphone a competere seriamente anche lato prestazioni con i maggiori competitor del settore. I rumor suggeriscono che l’azienda di Mountain View, grazie alla sua collaborazione con Samsung e al talento ingegneristico interno, potrebbe presentare a breve il nuovo chipset Tensor G3, nome in codice “zuma“, che con tutta probabilità dovrebbe alimentare la futura serie Google Pixel 8.

Nonostante le prestazioni del Tensor G2 fossero state criticate per punteggi non all’altezza nei benchmark, il successo dei recenti modelli Pixel sembra confermare il valore dell’intelligenza artificiale nel settore degli smartphone. Il SoC Google Tensor G3 si prevede che segua la linea dei suoi predecessori, ma dovrebbe portare con sé miglioramenti significativi in termini di prestazioni. Andiamo ad esaminare tutte le novità trapelate del Google Tensor G3 e andiamo a vedere l’impatto che potrebbe avere sul futuro di Google e dei propri smartphone.

Google Tensor G3 avrà una CPU tutta nuova

Alcune fonti interne a Google suggeriscono che il Tensor G3 possa vantare una CPU molto più moderna rispetto al suo predecessore. Sebbene l’attuale chipset di casa Google, il Tensor G2, abbia introdotto significativi cambiamenti rispetto al suo predecessore, presenta dei limiti evidenti, principalmente legati all’architettura del suo cuore pulsante rimasta molto simile al Tensor di prima generazione.

Con il Tensor G3, però, Google sembrerebbe aver finalmente introdotto nel chip core più aggiornati e moderni: la CPU sarebbe stata completamente riprogettata per utilizzare i core ARMv9 dello scorso anno. Secondo le indiscrezioni, l’insolita configurazione dei core del Tensor G2 (4 + 2 + 2) potrebbe essere stata sostituita da una nuova struttura composta da nove core, il tutto aumentando le frequenze rispetto alle generazioni precedenti. I core dovrebbero essere:

  • 1 x Cortex-X3 @ 3.0 GHz
  • 4 x Cortex-A715 @ 2.45 GHz
  • 4 x Cortex-A510 @ 2.15 GHz

L’adozione di ARMv9 non rappresenterebbe solo un passo in avanti in termini di prestazioni, ma anche un salto di qualità in termini di sicurezza: i presunti Google Pixel 8 e Google Pixel 8 Pro potrebbero essere dotati infatti delle Memory Tagging Extensions (MTE) di Arm, che prevengono vari tipi di attacchi basati sulla memoria. È interessante notare che molti dispositivi supportano già le MTE, sebbene queste non siano attivate dal sistema operativo Android; questa situazione potrebbe cambiare molto presto, grazie a Google che potrebbe dare il via al supporto per la prima volta con il lancio della serie Pixel 8.

Uno dei cambiamenti principali introdotti con ARMv9 è l’esecuzione di librerie solo a 64 bit. Se confermato, questo sarebbe un passo significativo per Google, che abbandonerebbe definitivamente il supporto alle applicazioni a 32 bit.

Grafica Ray-tracing e codifica AV1: un passo avanti per la GPU

Il Tensor G3 potrebbe non solo spingere sulla potenza del processore, ma anche puntare a migliorare significativamente la grafica. Le indiscrezioni sostengono che il nuovo chip Made by Google potrebbe presentare una GPU Mali-G715. Sebbene attualmente non si conosca il numero esatto di core, sembra che il Tensor G3 possa essere dotato di una configurazione MP10 a dieci core: in questo caso si tratterebbe della variante “Immortalis” della GPU Mali-G715, che avrebbe funzionalità di ray-tracing (utile soprattutto nel gaming). Se confermato, si tratterebbe di un notevole salto in avanti rispetto alla Mali-G710 del Tensor G2 che equipaggia Pixel 7 e Pixel 7 Pro.

Ma il vero salto in avanti potrebbe riguardare la codifica dei video: secondo le fonti, il Tensor G3 potrebbe essere dotato di “BigWave”, un avanzamento rispetto al blocco di codifica “BigOcean” del Tensor G2. Sebbene le sue capacità di decodifica rimangano invariate (video AV1 fino a 4k60), questo nuovo componente avrebbe la capacità di codificare video AV1 fino a 4K30, il che renderebbe Google il primo produttore di smartphone a fornire un codificatore AV1 in un dispositivo mobile.

L’intelligenza artificiale continua a essere al centro dei SoC Tensor

Tra le caratteristiche distintive dei SoC Tensor spicca l’ampio utilizzo dell’intelligenza artificiale, che consente di alleggerire notevolmente il carico di lavoro della CPU grazie alla delega di molte operazioni. Questa tecnologia avanzata rappresenta uno dei punti di forza dei dispositivi Pixel, in grado di garantire prestazioni elevate e una maggiore efficienza energetica. A corredo di ciò ci sono le TPU, che sono appositamente progettate per l’elaborazione delle reti neurali utilizzate nell’intelligenza artificiale, e quindi rivestono un ruolo cruciale nella potenza computazionale dei dispositivi.

Il Tensor G3 avrebbe una TPU con il nome in codice “Rio che funziona a 1,1 GHz. Non avendo accesso a dati specifici sulle sue prestazioni, non è al momento possibile confermare l’entità esatta dell’aumento delle prestazioni rispetto alle generazioni precedenti, tuttavia l’aumento della velocità di esecuzione potrebbe indicare un miglioramento significativo delle stesse rispetto al Tensor G2.

Considerando che il Tensor G2 è stato dichiarato fino al 60% più veloce del Tensor originale nella elaborazione delle foto, ci si potrebbe aspettare che il Tensor G3, con la sua TPU “Rio” e una velocità di 1,1 GHz, possa essere in grado di offrire ulteriori miglioramenti in termini di velocità e potenza computazionale, specialmente nelle attività di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) in cui la generazione precedente ha dimostrato di eccellere.

Tutte le altre migliorie del Google Tensor G3

GXP per un’elaborazione più snella

Il Tensor G2 ha introdotto il digital signal processor (DSP) personalizzato di Google, noto come “Aurora” o GXP. Questi processori sono specializzati in operazioni come l’elaborazione delle immagini, un elemento chiave nell’approccio di Google alla fotografia digitale. In particolare, il GXP sostituisce la GPU per molte operazioni di elaborazione delle immagini (in linea con quanto detto poc’anzi sul ruolo dell’intelligenza artificiale), il che porta inevitabilmente a una maggiore velocità ed efficienza nello svolgimento dei compiti.

Il Tensor G3 dovrebbe presentare una novità anche in questo aspetto, introducendo un GXP di seconda generazione, nome in codice “callisto“. Questo chip avrebbe una configurazione simile alla versione precedente, con quattro core e 512 KB di memoria per core, ma la frequenza sarebbe aumentata a 1065 MHz, un incremento rispetto ai 975 MHz del Tensor G2.

Memorie UFS più veloci

Un altro miglioramento del Tensor G3 riguarderebbe il supporto per la memorie UFS 4.0. Questo standard di memoria è un significativo passo in avanti rispetto alle memorie UFS 3.1 ed è in grado di offrire il doppio della velocità teorica con un’efficienza energetica fino al 50% superiore (in merito a ciò, potete trovare maggiori informazioni in questo nostro articolo). Questa mossa metterebbe la serie Google Pixel 8 in linea con altri smartphone di fascia alta, come Samsung Galaxy S23 UltraOnePlus 11 (nel taglio di memoria da 256 GB), che già supportano l’archiviazione UFS 4.0.

Nessun aggiornamento del modem

Uno dei punti deboli del Tensor originale era il suo modem Samsung Exynos Modem 5123, un passo indietro rispetto ad altri fornitori in termini di prestazioni e standard supportati. Il Tensor G2 ha cercato di risolvere questa situazione utilizzando il modem Exynos 5300, soluzione che ha portato alcuni miglioramenti in termini di prestazioni ed efficienza, ma non ha completamente risolto i problemi termici e di consumo energetico.

Purtroppo sembra che il Tensor G3 continuerà a utilizzare lo stesso modem, sebbene potrebbe trattarsi di una variante leggermente modificata. Sebbene questa notizia potrebbe deludere alcuni utenti appassionati, resta da vedere in che modo Google gestirà questi problemi nel Tensor di terza generazione.

La linea Tensor ha rappresentato un salto qualitativo notevole per Google nel mercato attuale degli smartphone: questi chip, interamente personalizzati dal colosso statunitense, hanno permesso all’azienda di avere un controllo diretto sulle specifiche tecniche dei propri smartphone, offrendo ai propri utenti esperienze uniche, irripetibili su dispositivi della concorrenza. E il prossimo chip, il Tensor G3, sembra essere pronto a consolidare e portare avanti questa tendenza: a differenza del Tensor G2, che ha rappresentato un aggiornamento più modesto rispetto al suo predecessore, come abbiamo avuto modo di vedere nel corso di questo articolo il Tensor G3 sembra promettere un notevole salto di qualità.

Se tutte queste indiscrezioni dovessero essere confermate, l’imminente serie Google Pixel 8 (che dovrebbe arrivare subito dopo l’estate) alimentata dal nuovo chipset Google Tensor G3, rappresenterebbe quindi l’evoluzione naturale della visione di Google in termini di tecnologia per smartphone. Questa serie di dispositivi potrebbe non solo beneficiare delle miglioramenti del chip descritti, ma rappresentare un vero e proprio punto di svolta per il marchio nel mercato degli smartphone.

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