Huawei Mate 60 Pro con connettività 5G: schivato l’ostacolo del ban commerciale

Huawei Mate 60 Pro

A pochi giorni dalla presentazione ufficiale in sordina dei nuovi Huawei Mate 60 e Huawei Mate 60 Pro, gli analisti di TechInsights hanno analizzato a fondo il modello Pro e capito come il produttore cinese sia riuscito ad implementare la connettività 5G a dispetto del ban commerciale statunitense che da anni ne limita l’operatività sul mercato mobile. Nella fattispecie, dietro il nuovo chipset proprietario Kirin 9000s si celano know-how e capacità produttiva della cinese — a parziale controllo dello stato — Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC).

Huawei Mate 60 Pro: 5G made in China

Stando a quanto riportato dagli analisti di TechInsights, Huawei è stata in grado di realizzare uno smartphone provvisto di connettività 5G servendosi di un chip con un livello di miniaturizzazione che veniva ritenuto fuori portata per via delle restrizioni alle esportazioni legate al ban commerciale degli Stati Uniti.

Nella fattispecie, come vi avevamo indicato in sede di annuncio ufficiale, a muovere il nuovo top di gamma Huawei Mate 60 Pro pare essere il SoC inedito Kirin 9000s (ovvero una versione aggiornata del SoC utilizzato sul precedente modello). Ebbene, secondo gli analisti — che danno maggiore credito alle recenti indiscrezioni —, Huawei avrebbe unito le forze con la SMIC per la realizzazione di questo nuovo chipset. La società cinese avrebbe dato fondo alla propria più avanzata tecnologia a 7 nm e, a detta degli analisti, questo indizio confermerebbe la volontà della Cina di creare un nuovo ecosistema di chip fatti in casa.

Uno schiaffo in faccia” agli USA

Come sicuramente sapete già molto bene, sin dal 2019 Huawei si trova a fare i conti con un ban commerciale imposto dagli Stati Uniti: sulla scorta di queste restrizioni, il colosso cinese — tra le altre cose — non ha più potuto impiegare tecnologie statunitensi nei propri dispositivi; in questo contesto, pur essendo essa stessa uno dei maggiori produttori di apparecchiature di rete 5G, Huawei ha potuto portare sul mercato nuovi smartphone compatibili con tale standard di rete solo finché le scorte a sua disposizione glielo hanno consentito.

Dopodiché, pur avendo dato molteplici dimostrazioni di essere ancora perfettamente in grado di creare smartphone di qualità elevatissima sotto tutti i punti di vista, ha dovuto accollarsi un modello dopo l’altro il neo della mancanza del 5G.

Tornando sul discorso delle restrizioni commerciali, Huawei non ha più potuto fornire apparecchiature di rete 5G in numerosi altri Paesi, a partire da quelli dell’alleanza di sicurezza Five Eyes; alla base di tali restrizioni i timori legati alla vicinanza tra il produttore e il governo cinese. Senza dilungarci sulle battaglie legali che Huawei sta portando avanti per superare le limitazioni commerciali in discorso, l’analista di TechInsights Dan Hutcheson ha descritto il risultato appena raggiunto con Huawei Mate 60 Pro come uno schiaffo in faccia” agli USA.

Come potrebbe cambiare il futuro di Huawei

A causa delle restrizioni imposte da Washington che, sul finire del 2020, le avevano impedito di ottenere dalla compagnia olandese ASML le attrezzature necessarie, la società cinese SMIC pareva essersi fermata al processo produttivo a 14 nm. Nel 2022, però, la società partner di Huawei — riporta TechInsights — sarebbe stata in grado di compiere il salto ai 7 nm grazie ad alcune modifiche apportate a macchinari che aveva ancora la possibilità di acquistare dalla citata ASML. A tale soluzione si legano previsioni non esattamente ottimistiche: contro uno standard industriale che vede non meno del 90% dei chip a 7 nm prodotti essere effettivamente usabile in prodotti destinati al mercato, la SMIC raggiungerebbe percentuali pari se non inferiori al 50%. Ciò si traduce in una pesante limitazione delle spedizioni dei prodotti finali: gli smartphone.

I migliori chip a 7 nm vengono realizzati tramite litografia ultravioletta estrema (EUV) e gli USA remano per tenere questa tecnologia fuori dalla portata della Cina. Al fine di superare tali ostacoli e di arrivare a proporsi come un player importante nel settore dei semiconduttori, la Cina è pronta a lanciare un nuovo fondo di investimento a sostegno pubblico che punta a raccogliere circa 40 miliardi di dollari.

Huawei Mate 60 Pro è arrivato sul mercato da pochi giorni e potrebbe essere lo smartphone simbolo del nuovo inizio del colosso cinese; il produttore è stato piuttosto vago sulle specifiche, ma il popolo del web si è subito messo all’opera con teardown e altri test. Secondo altri analisti, Huawei non avrebbe semplicemente collaborato con la SMIC, bensì avrebbe acquistato tecnologie e attrezzature per fare da sé.

Forse ti sei persoRecensione Huawei P60 Pro

Fonte: Theguardian.com
Condividi: