Come è nato lo standard RCS? Come vede Google la situazione attuale? “Chi” è il problema della messaggistica predefinita nel 2023?

Abbiamo le risposte a queste domande grazie ad una chiacchierata sull’argomento concessa da Hiroshi Lockheimer, Vicepresidente Senior delle divisioni Platforms e Ecosystems di Google, ai colleghi di 9to5Google durante il Mobile World Congress 2023.

Cosa è lo standard RCS

Per chi non avesse familiarità con l’argomento, lo standard RCS è stato introdotto dalla GSMA (Global System for Mobile Communications Association) nel 2008 con l’obiettivo di creare un protocollo di comunicazione più moderno che funzionasse su canali diversi rispetto a quelli sfruttati dagli SMS, ovvero queli di una classica telefonata, già allora qualcosa di obsoleto, inefficiente e non sicuro.

Alcuni anni dopo, mentre altre app di messaggistica (come WhatsApp) hanno spiccato il volo, Lockheimer ha affermato che la GSMA si è rivolta a Google per RCS.

Il colosso di Mountain View ha da subito compreso le ragioni della GMSA, concordando sul fatto che già all’epoca lo standard SMS, vecchio di quasi vent’anni, necessitasse di una svecchiata o, meglio, di un totale cambio di paradigma.

Nel frattempo, Apple aveva capito la cosa e si affrettava ad annunciare iMessage, la propria visione della messaggistica del futuro in risposta all’obsolescenza crescente degli SMS.

L’obiettivo era uno standard di messaggistica universale

Negli anni, Google e il team di Android hanno cercato di implementare RCS all’interno del sistema operativo, sfruttando accordi con svariati operatori su scala mondiale e superando i limiti legati all’incompatibilità di comunicazione tra diversi operatori e legati alle diverse app che gli stessi operatori mettevano a disposizione degli utenti (in sostanza, solo gli smartphone brandizzati godevano di una marcia in più in tal senso).

Il primo punto di svolta è arrivato con Universal Profile, un insieme di funzionalità RCS di base che erano supportate all’unisono da tutti gli operatori e i gestori che sfruttavano lo standard, includendo gli indicatori di digitazione, le conferme di lettura, l’abbandono delle chat di gruppo, la condivisione delle immagini e dei file, e tanto altro.

Universal Profile ha fatto sì che lo standard RCS diventasse “cross-carrier”, quindi funzionante a prescindere dall’operatore degli utenti, e ricco di funzionalità. L’ultimo tassello che mancava era fare in modo che gli utenti potessero ottenere questa esperienza scaricando un’app piuttosto che aspettare che accadesse qualcosa che non potevano controllare.

Nel 2019, Google ha implementato le chat RCS all’interno dell’app Google Messaggi, consentendo a qualsiasi utente di accedere alle più basilari funzionalità concesse dallo standard senza dovere fare affidamento al proprio gestore telefonico.

Negli ultimi anni, poi, l’app è diventata sempre più ricca di funzionalità legate ad RCS, fino ad uscire recentemente allo scoperto abbracciando la terminologia esatta che chiarisce cosa effettivamente gli utenti stanno sfruttando.

Messaggistica, un problema ancora non risolto

Nel 2021, lo stesso Lockheimer aveva “teso” la mano ad Apple, rendendosi disponibile ad aiutare il colosso di Cupertino a portare i messaggi RCS su iPhone; questa offerta, tuttavia, è sempre stata declinata da Apple ed è proprio basandosi su questo che parte quello che possiamo vedere come l’attuale pensiero di Google, divulgato da Lockheimer nella suddetta chiacchierata coi colleghi di 9to5Mac.

Google non vuole che RCS sostituisca le altre app di messaggistica

Esaurita la parentesi storica, il primo argomento toccato da Lockheimer riguarda la convivenza delle chat RCS con le altre app di messaggistica, ognuna pensata per un proprio scopo preciso.

La nostra ricerca mostra che la persona tipica utilizza da 3 a 4 app di messaggistica, che si tratti di WhatsApp o Snapchat. È fantastico. Non stiamo cercando di integrare RCS in un’unica app per domarli tutti. 

In sostanza, secondo Google, le chat RCS non vogliono soppiantare le altre app di messaggistica ma vogliono semplicemente fare in modo che lo standard predefinito per scambiarsi messaggi sia migliore rispetto agli SMS.

Perché Google vuole che RCS abbia successo?

È chiaro il fatto che Google voglia far sì che le chat RCS sostituiscano gli SMS come impostazione predefinita sui dispositivi a livello globale; sebbene alcuni abbiano ipotizzato che lo scopo principale dietro tutto questo sia quello di raccogliere dati, il fatto che vi sia la crittografia end-to-end abilitata di default renderebbe ciò piuttosto improbabile.

Altri hanno ipotizzato che sia tutta una mossa per aprire un varco nella fortezza di Apple e ciò può avere senso, ma fino ad un certo punto: il colosso di Cupertino, infatti, non sarebbe obbligato ad implementare tutte le parti di RCS ma potrebbero scegliere di implementare ciò che vogliono (ad esempio la sola crittografia end-to-end e le migliori chat di gruppo); quando, però, Apple parla di non volersi aprire ad RCS per tematiche legate alla sicurezza, anche questo ragionamento sembra crollare.

Un altro aspetto su cui RCS sta avendo molto successo, e sul quale Google gongola, è l’ambito business, decisamente redditizio per il colosso di Mountain View che vende questo servizio alle aziende per le comunicazioni B2C (Business to Consumer).

La messaggistica è un problema di iPhone

Il terzo punto toccato da Lockheimer è quello più caldo; ancora una volta, il dito viene puntato contro Apple.

La messaggistica, nel 2023, è un problema risolto per gli utenti Android che, acquistando un qualsiasi smartphone, avranno l’accesso alle chat RCS tramite Google Messaggi, spesso e volentieri app predefinita sugli smartphone per la messaggistica (o comunque banalmente scaricabile tramite il Google Play Store, con la pagina raggiungibile tramite il badge sottostante).

Qualsiasi utente, con qualsiasi smartphone del robottino verde, potrà scambiare un messaggio RCS con qualsiasi altro utente a livello globale. Il problema, di contro, si verifica quando un utente Android vuole scambiare un messaggio con un utente iPhone.

Gli utenti Android hanno RCS. Gli utenti iPhone hanno iMessage. Ad oggi le cose non comunicano tra di loro. L’unico modo per comunicazioni incrociate iPhone-Android, affidandosi alla “messaggistica tradizionale”, sia chiaro, è sfruttare gli obsoleti SMS.

Dato che hai menzionato Apple, mi limiterò a dire che loro parlano di come la privacy sia un diritto umano e di quanto sia importante per loro. Mi sento come, “guarda qui c’è una tecnologia che è ora disponibile…” Ora mi dispiace solo per gli utenti di iPhone che sperimenteranno le funzionalità di livello inferiore, sarebbe fantastico se potessero portare loro ciò e anche una migliore sicurezza. Sai che gli utenti Android stanno bene, si scambiano messaggi di testo in totale sicurezza e tutto il resto, e ora è piuttosto bizzarro perché ora quando interagiscono con l’iPhone dovremo affrontare un’esperienza di sicurezza di livello inferiore.”

Al Google I/O 2022, il servizio RCS poteva contare su oltre 500 milioni di utenti, un numero che secondo Lockheimer è molto più grande oggi. Solo il tempo ci dirà se nei prossimi mesi assisteremo ad un’apertura da parte del colosso di Cupertino per far sì che la messaggistica tra iPhone e smartphone Android non avvenga esclusivamente tramite un protocollo obsoleto di vent’anni.

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