Wiko, produttore di origine francese (da anni però in mano Cinese), ha deciso di espandersi al mercato cinese e lo ha fatto presentando, qualche giorno fa, il “proprio” primo smartphone 5G di sempre. Chiamato semplicemente Wiko 5G, lo smartphone non è altro che un HUAWEI nova 9 SE con supporto alle reti 5G.

Questa può essere vista come una sorta di scappatoia che consente a HUAWEI di essere presente sul mercato con uno smartphone 5G, nonostante il ban commerciale che gli impedisce di sfruttare tali chip. Il colosso cinese, intanto, sta lavorando per aggirare definitivamente il problema e potersi così preparare al grande ritorno nel mercato degli smartphone.

Wiko 5G è ufficiale in Cina: è un Huawei nova 9 SE con 5G

Come anticipato in apertura, Wiko (o meglio una società francese che ne controlla il marchio) ha esteso il proprio raggio d’azione al mercato cinese, presentando in Cina il nuovo Wiko 5G, primo smartphone dotato di supporto alle reti 5G dell’azienda.

Tuttavia, lo smartphone non è altro che un rebrand del HUAWEI nova 9 SE, presentato lo scorso marzo dal produttore cinese sprovvisto del supporto alle reti 5G, mancanza che ormai da anni ritroviamo sugli smartphone del produttore cinese.

Le differenze con il prodotto a marchio HUAWEI sono riscontrabili nell’estetica (principalmente nell’uso dei colori), nel display a 120 Hz (contro i 90 Hz) e nel SoC che lo alimenta: la soluzione scelta è sempre a marchio Qualcomm ma, a differenza dello Snapdragon 680 4G, in questo caso troviamo lo Snapdragon 695 5G.

Per il resto i due telefoni sono identici punto su punto. Ultima nota, riguarda il sistema operativo che è HarmonyOS, lo stesso che troviamo a bordo degli HUAWEI sul mercato cinese (mentre HUAWEI nova 9 SE è arrivato dalle nostre parti con la EMUI 12 basata su Android 11 senza Google Play Services).

Scheda tecnica completa

  • Dimensioni: 164,6 x 75,6 x 7,9 mm
  • Peso: 191 grammi
  • Display: IPS LCD da 6,78” con risoluzione FHD+ (1080 x 2388 pixel) e refresh rate a 120 Hz
  • SoC: Qualcomm Snapdragon 695 5G (6 nm) con CPU octa-core e GPU Adreno 619
  • Memoria RAM: 8 GB
  • Spazio di archiviazione: 128 o 256 GB (UFS 2.2), non espandibile
  • Fotocamera posteriore quadrupla con flash LED:
    • Sensore principale (Samsung HM2) da 108 MP (f/1.9) con PDAF
    • Sensore ultra-grandangolare da 8 MP (f/2.2) con angolo di visione a 112°
    • Sensore macro da 2 MP (f/2.4)
    • Sensore per la profondità di campo da 2 MP (f/2.4)
  • Fotocamera anteriore: sensore grandangolare da 16 MP (f/2.2)
  • Audio: mono (singolo speaker)
  • Lettore delle impronte digitali: montato lateralmente
  • Reti mobili: Dual SIM (Nano-SIM), 5G/4G/3G/2G
  • Connettività: Wi-Fi 5 802.11 ac (2,4 e 5 GHz), Bluetooth 5.1 (A2DP, LE), GPS, USB Type-C
  • Batteria: unità da 4000 mAh con supporto alla ricarica rapida a 66 W
  • Sistema operativo: Harmony OS

Disponibilità e prezzi

Il nuovo Wiko 5G è già disponibile all’acquisto in Cina attraverso il sito ufficiale del produttore ma non è chiaro se arriverà su altri mercati all’infuori di quello cinese.

Lo smartphone, arriva nelle due colorazioni argento e nero e in due diverse configurazioni di memoria: quella base, 8+128 GB, ha un prezzo di 1999 yuan (circa 269 euro al cambio attuale); quella con maggiore quantitativo di storage interno, 8+256 GB, ha un prezzo di 2199 yuan (circa 296 euro).

Intanto, HUAWEI è al lavoro ad una soluzione definitiva per aggirare il ban

Sebbene questo smartphone può essere visto come il primo HUAWEI dotato di supporto alle reti 5G ad arrivare sul mercato dopo molto tempo, è chiaro che un brand del calibro di HUAWEI che ha scritto pagine importanti nel passato recente del mondo degli smartphone non può accontentarsi di ciò.

L’azienda, infatti, sta cercando un modo per aggirare definitivamente il ban commerciale che la affligge da molto tempo e le vieta di sfruttare chip con tecnologia americana, anche se questi sono progettati internamente.

In poche parole, il team di ricerca e sviluppo di HUAWEI sta cercando il modo di realizzare una macchina per la litografia ultravioletta estrema (EUV), in modo da potere produrre internamente chip all’avanguardia e potendo così aiutare la principale fonderia cinese (ovvero la SMIC) a produrre chip in linea con quelli realizzati da TSMC e Samsung. A tal proposito, l’azienda ha depositato dei brevetti.

La realizzazione della propria EUV potrebbe far tornare HUAWEI al centro della scena

Da quando il ban commerciale imposto dagli Stati Uniti ha iniziato ad abbattersi su HUAWEI, il colosso cinese, per quanto notevolmente debilitato rispetto al passato, ha continuato a fare ciò che ha potuto, mettendo un po’ da parte il mercato degli smartphone per concentrarsi su altro hardware (vedi il settore notebook o i dispositivi indossabili) e sull’affinamento del proprio sistema operativo proprietario e (quasi del tutto) “svincolato” da Android e, soprattutto, da Google.

Con i Huawei Mobile Services, App Gallery e la suite Petal in crescita, un HarmonyOS sempre più completo e un ecosistema sempre più ricco, i chip all’avanguardia sono l’ultimo tassello che separa HUAWEI dal ritorno in grande stile sul mercato degli smartphone.

A tutto ciò che abbiamo detto, va aggiunto anche il recente accordo globale per le licenze dei brevetti siglato con OPPO, altro gigante cinese del panorama smartphone. Solo il tempo, dunque, ci dirà se HUAWEI riuscirà, o meno, a tornare al centro della scena: la voglia c’è e il 2023 potrebbe essere un anno cruciale a tal proposito.

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