Negli ultimi anni molti produttori hanno deciso di affollare il mercato degli assistenti virtuali. Anche Samsung partecipa alla competizione con l’assistente virtuale Bixby, evoluzione di S Voice. Samsung ha lanciato la sua versione di assistente digitale nel 2017 durante l’evento Samsung Galaxy Unpacked che ha portato alla presentazione della serie Samsung Galaxy S8. In questo articolo proviamo a raccogliere più indizi possibile che portano a pensare che Samsung sia ormai pronta a staccare la spina al suo assistente vocale.
Gli indizi della chiusura di Bixby
In questi anni l’assistente di Samsung non è mai riuscito a imporsi sul mercato per la sua carenza di funzioni. Rispetto ai concorrenti quali Google Assistant, Amazon Alexa e Siri di Apple, Bixby è lento, impreciso e poco utile per gli utenti. In più, è disponibile solo per dispositivi Samsung, il che rende difficile la realizzazione di un ecosistema basato su dispositivi con diversa destinazione d’uso.
Ci sono molti indizi che lasciano pensare che Samsung stia pensando di rinunciare ad una fetta degli utenti di assistenti vocali: basti pensare all’eliminazione del tasto dedicato al lancio rapido di Bixby dalla serie Samsung Galaxy S20 o dal fatto che negli ultimi anni la casa coreana non ha introdotto funzionalità significative che andassero a migliorare radicalmente il suo utilizzo.
Un altro indizio può nascondersi nel fatto che nell’aggiornamento dell’interfaccia grafica proprietaria One UI 5.0 basata su Android 13, Samsung ha aggiornato la suite Good Lock con il nuovo modulo RegiStar, un’app che permette la personalizzazione di alcune funzionalità dello smartphone. Attraverso questo modulo è possibile – tra le altre funzioni – personalizzare il pulsante di accensione. Alla pressione del pulsante gli utenti possono scegliere se far corrispondere l’apertura di un’app specifica o il lancio di una funzione di sistema, tra cui Google Assistant; tuttavia, il nuovo modulo non supporta l’assistente vocale Bixby, il che dovrebbe far riflettere trattandosi di un servizio preinstallato su tutti i dispositivi Samsung.
Altro indizio è che Samsung ha introdotto le Bixby Routines a partire da Samsung Galaxy S10, ma per accedervi era necessario avviare Bixby. Con l’aggiornamento alla One UI 5.0, Samsung ha cambiato il nome della funzione rinominandola “Modalità e routine” e – ancora più importante – il suo funzionamento risulta indipendente da Bixby.
Come annunciato in questo articolo, già da qualche anno l’azienda ha deciso di ridurre drasticamente le funzionalità di Bixby Vision. In particolare, nel 2020 ha annunciato che non avrebbe più sviluppato AR Bixby Vision, pacchetto di funzioni di realtà aumentata. Tra le altre cose, esse consentivano all’utente di provare il trucco, decorare la casa e altro ancora, portando l’arricchimento della percezione sensoriale umana tramite l’uso della tecnologia. Nonostante l’importante ridimensionamento, le funzioni di ricerca visiva e di traduzione di base sono ancora presenti ma gran parte di ciò che il servizio aveva da offrire è scomparso, riducendo all’osso la propria utilità. Come se non bastasse, le poche funzioni sopravvissute non ricevono aggiornamenti da diversi mesi.
Ultimo indizio della serie corrisponde alla volontà di Samsung di sfidare Google e Amazon con il proprio Galaxy Home, l’altoparlante smart dell’azienda coreana. Il dispositivo fu annunciato nel 2018 ma non è mai stato messo in commercio. Per rimediare al cambio di programma, Samsung ha poi deciso di commercializzare un Galaxy Home Mini, prodotto su cui non ha mai creduto con decisione data la scarsa campagna di promozione.
Insomma, gli indizi della volontà di Samsung di staccare la spina al proprio assistente vocale ci sono tutti. Non ci resta che aspettare le prossime mosse dell’azienda in tal senso.