Un team di ricercatori della Stanford University ha sviluppato un modello computerizzato circa la diffusione del Covid-19 utilizzando diverse informazioni, come ad esempio la localizzazione degli smartphone o, per meglio dire, lo spostamento dei dispositivi mobile verso e da punti di interesse (POI) come ad esempio ristornanti e luoghi di preghiera.

Un modello in aiuto a scienziati e autorità

Abbiamo costruito un modello informatico per analizzare come persone di diversa estrazione demografica e di quartieri diversi visitano diversi tipi di luoghi più o meno affollati“, dichiara Jure Laskovec, informatico della Stanford University che ha realizzato il modello computerizzato per stimare e prevedere lo spostamento delle persone.

Come ben sappiamo, e come stiamo rivivendo in questo periodo di rinnovata attenzione verso il Coronavirus, gli spostamenti delle persone, soprattutto in piccoli luoghi e per molto tempo, fungono da “super diffusori” del virus, come viene sottolineato dal team di ricerca.

Grazie anche ai dati anonimi della localizzazione degli smartphone, gli scienziati sono convinti che il loro modello possa aiutare la comunità scientifica e le autorità a minimizzare la diffusione del Covid-19 aiutando anche le aziende commerciali. Basterebbe, infatti, ridurre la capacità dei posti tra il 20% e 50% per ridurre la diffusione, abbandonando così invece la strategia del “tutto chiuso o tutto aperto“.

Se siete interessati all’argomento e volete conoscere maggiori dettagli sul lavoro del team di ricercatori, potete collegarvi a questo link della rivista Nature per leggere il paper “Mobility network models of COVID-19 explain inequities and inform reopening“.