Ricordiamo che Tango è un’idea nata presso la divisione ATAP di Google e permette allo smartphone di conoscere la sua posizione rispetto alla realtà circostante grazie ad un insieme di sensori e fotocamere. Il progetto è parte integrante di Daydream, la piattaforma creata da Google per la Realtà Virtuale e grazie all’utilizzo di entrambe le tecnologie dovrebbe essere possibile creare un visore stand-alone in grado di offrire un’esperienza completamente immersiva.
Google però sembra essere maggiormente interessata agli smartphone, dispositivi che tutti ormai utilizzano e che sono sicuramente più semplici e portatili rispetto a un visore VR. Sembra quindi che il 2017 sia destinato a portarci nuovi smartphone in gradi di sfruttare la piattaforma Google Tango che, come spera Johnny Lee, direttore del reparto ingegneria di Tango, dovrebbe diventare diffusa come i ricevitori GPS, ormai onnipresenti all’interno degli smartphone, anche quelli più economici.
Per il momento l’unica alternativa percorribile è quella dell’enorme Lenovo Phab2 Pro con il suo display da 6,4 pollici ma sembra che tra qualche mese sarà possibile trovare sul mercato soluzioni più compatte e in grado di fornire gli stessi risultati. Siete affascinati dall’idea che sta alla base di Google Tango? Potrebbe contribuire a far decollare anche i sistemi di realtà virtuale che ancora stentano a trovare spazio tra gli utenti?