Diversa è la situazione di Xiaomi che ha fatto valere ancora una volta la sua straordinaria e flessibile strategia produttiva. Invece di partire subito con la produzione, ha preferito aspettare l’intervento di Qualcomm affinché ponesse rimedio al problema dell’eccessivo calore, mettendo nel frattempo sul mercato il fratello “minore” Mi Note.
In questo modo Xiaomi è riuscita ad ottenere per il proprio flagship la versione 2.1 dello Snapdragon 810, con Qualcomm che è finalmente riuscita a ridurre il fenomeno del throttling ad alte temperature. Unendo a questa soluzione un particolare sistema di dissipazione del calore, ecco che Xiaomi è riuscita dove produttori più famosi avevano fallito, limitandosi ad abbassare la frequenza di clock per evitare guasti.
A testimonianza dell’ottimo lavoro svolto da Xiaomi ci sono i benchmark che seppur non infallibili, dimostrano come Xiaomi Mi Note Pro sia più performante rispetto ad HTC One M9 e LG G Flex 2, gli altri due smartphone dotati del SoC Qualcomm.