Questa volta invece il CEO di Xiaomi affronta il tema da un altro punto di vista, sottolineando come sia difficile entrare in un mercato straniero, specialmente se non si hanno ben chiare le differenze culturali, le leggi locali e l’intero ambiente lavorativo.
Sicuramente l’esperienza indiana è stata più che positiva visto che in appena di due anni di presenza in quel mercato Xiaomi è riuscita a diventare uno dei primi cinque produttori di smartphone. Per facilitare l’ingresso ad aziende straniere Lei Jun auspica che governi nazionali possano offrire consulenze legali, culturali e commerciali permettendo alle aziende con velleità di espansione di avere maggiori possibilità di successo.
L’esempio di LeEco è molto lampante visto che, dopo aver dilapidato una fortuna per cercare di guadagnare popolarità in India, sarebbe intenzionata ad abbandonare il mercato indiano. Xiaomi non vuole certamente avere un’esperienza simile e continua a procedere con la massima cautela vero un ampliamento dei mercati in cui potrà operare.