Google Pixel 8 Pro è ufficiale e arriva anche in Italia con un lancio in grande stile. La casa di Mountain View cambia approccio quest’anno: abbandona il rapporto qualità prezzo aggressivo e si abbandona totalmente nelle braccia dell’intelligenza artificiale. Potremmo di fatto definirlo lo smartphone più intelligente sul mercato e là dove l’intelligenza sul dispositivo non basta si appoggia a quella in Cloud con l’unico scopo di migliorare l’esperienza d’uso e rendere perfetto il perfezionabile. Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su di lui in questa recensione completa.

Video recensione Google Pixel 8 Pro

Google Pixel 8 Pro: design, materiali ed ergonomia

Pixel 8 Pro non cambia particolarmente dal punto di vista estetico e il motivo è da ricercare nella strategia a lungo termine di Google. Già dai tempi del Pixel 6, Google aveva anticipato che la barra della fotocamera (soprannominata Camera Bar) sarebbe stata un punto fermo nella sua progettazione. Questo dettaglio, insieme ad altri, rende i Pixel distintivi e iconici, differenziandoli dalla moltitudine di smartphone presenti sul mercato.

La sensazione tattile del dispositivo è piacevolmente familiare per chi ha avuto esperienze precedenti con i Pixel. Il retro vanta la finitura satinata, simile ai Pixel 3 e 4, in contrasto con la finitura lucida del Pixel 7 Pro. Va notato che il Pixel 8 standard, con un prezzo inferiore di 300 euro rispetto al Pro, presente invece ancora la finitura lucida.

Le curve sul retro sono le medesime e ciò che cambia significativamente è il fronte del dispositivo. Google ha optato per un display piatto, abbandonando il design stondato. Le opinioni saranno sicuramente divise su questa scelta; alcune persone potrebbero vederla come un passo indietro in termini di estetica, ma ciò elimina il problema dei tocchi involontari sul bordo.

Il vero protagonista qui è il “Super Actua Display”. Benché il pannello OLED da 6,7” e la risoluzione leggermente inferiore al 2K possano sembrare familiari rispetto a Pixel 7 Pro, la qualità del display ha fatto un salto in avanti e offre ora una maggiore resa cromatica e una luminosità di punta che raggiunge i 2400 nits e il vetro Gorilla Glass Victus 2 a protezione. Un’altra caratteristica degna di nota è l’implementazione avanzata del refresh rate LTPO. Questo si adatta dinamicamente in base all’utilizzo, stabilizzandosi a 1 Hz quando il display è in modalità always-on o inattivo, fino a 120 Hz quando si interagisce o ci sono elementi dinamici o animati.

Sul fronte multimediale insomma non delude, anche sul fronte audio è leggermente più profondo e nitido.

Le funzioni di sicurezza includono un sensore di impronte ottico integrato nel display, che funziona in maniera reattiva,  e lo sblocco facciale che seppur non utilizzi una tecnologia 3D, Google afferma che è abbastanza sicuro per effettuare transazioni, come i pagamenti tramite Google Pay o accedere alle app di banca. Tuttavia, va tenuto presente che, senza sensori a infrarossi, lo sblocco facciale continua a non funzionare in condizioni di scarsa illuminazione.

Per completare l’esperienza d’uso, il feedback di vibrazione è, come sempre, soddisfacente e, per chi è interessato alla durabilità, il dispositivo ha una certificazione IP 68.

Hardware e prestazioni

Il cuore pulsante dei nuovi Pixel 8 è il Google Tensor G3 sviluppato a 4 nm di processo produttivo e formato da una CPU composta da un big core X3, quattro core A715 e 4 small core A515, oltre a una nuova GPU ARM Immortalis G715s, 12 GB di RAM LPDDR5X, e 128, 256 e 512 GB di memoria interna UFS 3.1. Un peccato qui che Google non abbia optato per le nuove UFS 4.0 (il che avrebbe obbligato l’azienda a partire dal taglio da 256 GB) tuttavia si tratta comunque di ottime memorie.

Al solito Google non punta ai grandi numeri nei benchmark, ha creato il Tensor apposta per abilitare e sviluppare al meglio le funzionalità di intelligenza artificiale, e così è anche quest’anno. D’altronde per far girare bene il software a 360° siamo ormai ben oltre la capacità di calcolo richieste e Android 14 gira fluido come l’olio, non stravolge Android 13 ma aggiunge qualcosa qua e la. Grazie alla Pixel Experience poi, l’interfaccia grafica, risulta ancor più affinato e ricco di feedback aptici, suoni di sistema, animazioni che rendono l’esperienza d’uso appagante e piacevole, a tratti unica.

L’aspetto più piacevole di questo nuovo Tensor G3 però riguarda le temperature. È uno smartphone in genere tiepido ma mai caldo, anche quando messo sotto stress con diversi task in background. Molto diverso a quanto riscontrato invece sui Google Pixel 7 Pro che sotto stress generano più calore.

Software

Android 14, patch di sicurezza aggiornate al mese in corso e supporto software garantito per 7 anni. Google propone Pixel 8 Pro al mercato come lo smartphone di ultima generazione più longevo di tutti. La domanda è dunque lecita: sarà ancora utilizzabile fra 7 anni? La verità è che nessuno obbliga a tenere lo smartphone per tutto questo tempo ma per lo meno se lo si vorrà cambiare non sarà più perché non più supportato lato software bensì perché obsoleto tecnologicamente.

Detto ciò, le novità software sono numerose ma tutte strettamente legate all’intelligenza artificiale: alcune che operano sullo smartphone, altre che operano in cloud. Non tutte però sono disponibili nel nostro paese, tendenzialmente non quelle legate a Bard insieme a Google Assistant ad esempio farsi riassumere una pagina web in pochi punti (ma dovrebbero arrivare a breve).

In ogni caso, quando si interpella una funzione di intelligenza artificiale, pazienza è la parola d’ordine, così come lo è per tutti i servizi di AI online come quando generiamo del testo con ChatGPT o delle immagini con Midjourney.

La principale novità si chiama Magic Editor e si trova andando a modificare un’immagine. Questa è una funzionalità completamente online e prettamente di AI generativa, cosa significa? Che possiamo andare a selezionare determinati elementi di una foto per decidere di rimuoverli, spostarli o rimpiazzarli, appunto con una generazione di pattern o simili. Il risultato non è mai certo, l’AI propone ben 3 alternative e se ne possono generare di ulteriori, all’infinito. Ecco due test col Prima e il Dopo.

La seconda si chiama Scatto Migliore ed è una funziona di AI on device e migliora col tempo, anzi col numero di scatti. In breve si trova sempre nell’editor delle foto e permette di cambiare il volto ai soggetti presenti nella foto, questo viene fatto se e soprattutto avete scattato altre foto dello stesso soggetto in questo senso più scatti farete a quella persona più avrete la possibilità di migliorare il volto in foto future. Anche qui il risultato non è mai certo, ma è pur sempre una possibilità in più.

La terza si chiama Audio Magic Eraser: vi ricordate la funzionalità per rimuovere elementi di disturbo dalle foto? Traslate quel concetto nei video, ecco la funzione per rimuovere in post i rumori ambientali. Eccovi un esempio. Anche qui, funziona bene ma il risultato non è certo.

Google ha già detto che in futuro ne arriveranno molte altre: ad esempio la possibilità di ricreare una foto da uno zoom di un’altra foto, per rendere quello zoom più nitido e dettagliato, oppure Video Boost che trasforma in HDR un video semplicemente unendo più fotogrammi in uno, processo però che sarà effettuato in cloud, non sullo smartphone.

Tornando invece alle funzionalità già presenti sullo smartphone, c’è un ulteriore livello aggiuntivo di personalizzazione: si può modificare la schermata di blocco con diversi formati di orario pre-definiti oppure creare nuovi sfondi personalizzati sempre tramite AI, semplicemente selezionando alcuni ingredienti con cui l’intelligenza artificiale deve lavorare.

Tutto molto affascinante, tutto molto “strano”, ma soprattutto tutto abbastanza lento, almeno per il momento, ci vuole pazienza nell’utilizzo, ma permettono effettivamente di abbellire, migliorare una foto.

Fotocamere

Nella nuova camera bar di Pixel 8 Pro ci sono delle novità. Il sensore principale è da 50 megapixel (ma purtroppo non si tratta del tanto acclamato GN2) leggermente più aperto rispetto a quello di Pixel 7 Pro, ovvero f/1.7 anziché f/1.9. Il secondo sensore è un ultra-grandangolare da 48 megapixel, quindi più definita e aperta, f/2.2, mentre l’ultimo è un 48 megapixel zoom da 5X ottico, periscopico, f/2.8 (invece di f/3.5). Leggermente diversa anche la camera frontale da 10.5 megapixel f/2.2.

Le differenze qualitative con il modello precedente sono difficili da evidenziare: in ottime condizioni di luce ogni tanto ha un bilanciamento del bianco più adeguato mentre di notte si ha un po’ di luce in più. La ultra-grandangolare invece ha quel dettaglio in più che serve per evitare il miscuglio tipico di queste ottiche, soprattutto nelle zone più scure. Bellissimi i ritratti con un ritaglio praticamente perfetto ma soprattutto uno skin tone veramente accurato, le persone sono indubbiamente uno dei soggetti preferiti degli smartphone Google e questo forse è dovuto al lavoro profondo di Real Tone per restituire sempre più fedelmente il colore e le caratteristiche della pelle in foto. Molto buono poi lo zoom 5x ottico, che può arrivare a risultati interessanti fino al 30x digitale.

Ecco qualche scatto iniziando dalla ultra-grandangolare:

Queste sono fatte col sensore principale:

Col sensore 5x tele-obiettivo:

E infine Selfie camera:

Nella modalità Pro della fotocamera si può scegliere di scattare a 50 mpx, se scattare anche in RAW e se attivare la selezione manuale del sensore fotografico così da essere sicuri di scattare proprio con quello specifico sensore.

In estrema sintesi Pixel 8 Pro è molto solido in ambito fotografico, grazie soprattutto alla Google Camera che tra le altre cose è stata letteralmente rivoluzionata e che al momento necessita di qualche miglioramento di user experience, dato che ad esempio quando si attiva la modalità notte scompare il selettore dello zoom, oppure la modalità di stabilizzazione cinematografica è finita senza senso sotto la voce “Panoramica” (ovviamente selezionando la modalità video).

In ambito video la resa è molto simile e siamo su alti livelli, peccato solo che non possa registrare in HDR anche a 4K a 60 fps, come sugli iPhone 15 Pro, ma solo fino al massimo a 30 fps. Proprio a differenza di iPhone però anche a 60 fps può passare da un sensore fotografico all’altro senza limitazioni durante la registrazione.

Sulla fotocamera selfie niente di nuovo purtroppo, qualità molto buona ma migliorabile. Soprattutto in ambito video dove appena cala la luce continua a restituire rumore video accentuato nelle zone di ombra.

Batteria e autonomia

La batteria di Pixel 8 Pro è da 5050 mAh e in termini puramente pratici si riescono a portare a casa tra le 4 e 1/2 e le 5 ore di schermo acceso chiudendo la giornata standard con tranquillità, meno con quella stress. Un risultato non particolarmente entusiasmante ma è anche vero che i Pixel hanno la funzione di AI di batteria adattiva e che almeno su Pixel 6 e Pixel 7 ha funzionato portando nel medio periodo fino ad almeno 6 ore di schermo acceso.

La ricarica è a 30 W e permette di ricaricare il 50% in 30 minuti, non rapidissima insomma. Supporta ovviamente la ricarica wireless (23 W con Pixel Stand di seconda generazione o 12 W con caricabatterie EPP) con standard Qi e la ricarica wireless inversa.

Conclusioni

Google si adegua alla concorrenza e alza i prezzi di Pixel 8 e Pixel 8 Pro. Se il primo però risulta essere ancora sufficientemente accattivante, meno si può dire del Pro che purtroppo supera il muro dei 1000 euro arrivando in Italia a 1099 Euro per la versione 128 GB, 1159 Euro per la versione da 256 GB e 1299 Euro per la versione da 512 GB. Disponibile in pre-ordine fino al 11 ottobre con disponibilità immediata a partire dal 12 ottobre, non solo su Google Store e Amazon.it ma anche da Unieuro e Vodafone.

Interessante il bundle lancio, valido fino al 16 di ottobre 2023, che vede in omaggio le Google Pixel Buds Pro, cuffie true wireless di qualità dal valore commerciale di 229 euro. Solo sul Google Store è possibile in alternativa scegliere in bundle Google Pixel Watch 2 con un’aggiunta di 170 euro al carrello. C’era da aspettarselo ma è davvero un peccato che Google non abbia proseguito sulla via dei prezzi aggressivi dei Pixel 7, adesso è da comprendere se anche la politica di tenuta prezzo resterà invariata e, in caso affermativo, difficilmente li vedremo scendere nei prossimi mesi.

Google Pixel 8 Pro è diverso dagli altri, e questa sua diversità lo rende un ottimo smartphone. Al di la dei miglioramenti tecnici, che non mancano come ad esempio la qualità del display che è finalmente al pari della concorrenza, il nuovo processore che non dà segni di surriscaldamenti e il comparto fotografico rinnovato, il focus è tutto sul software: dai 7 anni di aggiornamenti all’applicazione dei modelli di intelligenza artificiale in ogni dove che non solo lo rendono già oggi incredibile ma in ottica futura sempre più completo ed efficiente. Se poi vi durerà effettivamente 7 anni vuol dire che lo avrete pagato più o meno 150 euro all’anno, da questa prospettiva risulta indubbiamente già più un affare, no?

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