Le aspettavo dalla presentazione dello scorso maggio, da fan di vecchia data dei Pixel, e finalmente le Google Pixel Buds Pro sono sbarcate nel nostro mercato, dove sono disponibili all’acquisto attraverso il Google Store e, per la prima volta assoluta per i dispositivi Pixel, anche su Amazon. Le Google Pixel Buds Pro sono le nuove cuffie di fascia alta di Google arrivate per prendere il posto delle Google Pixel Buds 2 lanciate qualche anno fa e per proporre sul mercato un’alternativa premium alle Google Pixel Buds A-Series, che al contrario si posizionano nella fascia entry-level. Ereditano molto dal modello precedente e aggiungono qualche nuova caratteristica software e hardware, un design attentamente rinnovato e un audio migliore sotto parecchi punti di vista pur mantenendo la filosofia che da sempre caratterizza i dispositivi Pixel. Le uso ormai da giorni e oggi vi dico che cosa ne penso.

Design ed ergonomia

Il design iconico a confetti stile Tic-Tac deve aver convinto parecchio, soprattutto gli ingegneri di Google, tanto da vederlo, seppur in forma rinnovata, anche con questo nuovo modello di cuffie. Esteticamente, infatti, richiamano il design del precedente modello nonostante la loro forma sia leggermente allungata e quindi un po’ diversa. In ogni caso, sono belle da vedere perché rifinite nei minimi particolari, sobrie e poi veramente robuste grazie a un assemblaggio solido e preciso; saltano all’occhio, almeno nella colorazione nera, solamente le griglie per i microfoni e la G di Google posta sulla superficie esterna, senza i quali le cuffie sembrerebbero dei veri e propri confetti da fuori. E proprio la loro forma, leggermente allungata, è l’aspetto che più ne caratterizza l’ergonomia perché si indossano diversamente rispetto al modello precedente, anche per via dell’assenza dell’archetto da inserire all’interno del padiglione auricolare.

Nonostante questi cambiamenti, che potrebbero far pensare a una minore stabilità e a un maggior fastidio, le Google Pixel Buds Pro sono fantastiche da indossare: sono leggere, sono comode e, soprattutto, sono stabili, anche con una corsettina e in palestra; è sufficiente applicare i gommini della misura adatta, inserirle nel condotto uditivo e poi ruotarle leggermente per far sì che sia un piacere averle nelle orecchie, sia come comodità che come audio. E poi sono certificate IPX4 e questo significa che sono adatte per fare sport, magari anche sotto una pioggerellina. Io le uso spesso e dopo qualche minuto dimentico di averle nelle orecchie e questa cosa significa tanto. Essendo opache tendono a trattenere appena le ditate e a sporcarsi molto poco, il che è un bene perché sembrano sempre nuove, come appena uscite dalla scatola.

Custodia di ricarica

La custodia di ricarica è identica a quella del modello precedente, sia internamente che esternamente. Ha la forma di un ovetto, è ruvida al tatto e permette di accedere alle cuffie ruotando la parte superiore all’indietro. La cosa bella della custodia è che è ben fatta proprio come le cuffie e questo lo si nota già dalla stabilità dei magneti e dal movimento fluido e stabile dell’apertura e della chiusura del coperchio. Ha un tastino posteriore per l’abbinamento e per visualizzare la carica residua attraverso il LED circolare anteriore, una porta USB-C per la ricarica ed è certificata IPX2.

Funzioni, software e applicazione

Il loro pezzo forte, suono a parte, però è il software, che da sempre contraddistingue i dispositivi Pixel, cuffie comprese, da tutti gli altri. E qui le funzioni non mancano affatto, come vedremo, anzi. Il punto cardine del loro software è l’applicazione Google Pixel Buds, già installata di default negli smartphone Pixel e scaricabile dal Google Play Store per tutti gli altri, che consente di aver accesso a un sacco di impostazioni e funzioni. Purtroppo questo suo essere integrata all’interno del sistema la rende un po’ spartana e poco gradevole graficamente, senza contare che fa sì che sia accessibile solamente dal menù del Bluetooth e non da un collegamento all’interno del drawer; e questa cosa non è per nulla piacevole perché rende più macchinoso aprirla e soprattutto la rende poco accattivante a livello grafico poiché non possiede una sua identità essendo parte dei menù di sistema.

A parte questo, funziona bene e dà la possibilità di accedere alle impostazioni e alle funzioni delle cuffie per renderle quanto più personali possibile. La prima a cui ci si trova davanti è il Fast Pair, che permette loro di abbinarsi agli smartphone compatibili in un attimo e senza dover fare niente di niente: basta attivare il Bluetooth dello smartphone, aprire la custodia di ricarica e il gioco è fatto. Aprendo l’applicazione, ci si trova davanti la home con la carica residua delle due singole cuffie, i tasti per eliminarle, disconnetterle e rinominarle e una lunga serie di voci:

  • Assistente Google: da questo menù è possibile impostare le opzioni per utilizzare Google Assistant, come “Hey Google”, traduzione in tempo reale della voce con Google Traduttore, la lettura delle notifiche e dei messaggi e varie altre;
  • Trova dispositivo: questa funzione consente di far suonare le cuffie, anche singolarmente, al massimo volume per localizzarle all’interno dello spazio;
  • Controlli touch: all’interno di questo menù si possono visualizzare e personalizzare le gesture swipe indietro e avanti, singolo, doppio e triplo tocco e pressione prolungata con azioni specifiche fra quelle proposte;
  • Audio: è la schermata utile per attivare/disattivare l’Equalizzatore del volume, la Cancellazione del rumore e la Modalità trasparenza;
  • Controllo isolamento inserti: questa funzione permette di avviare una procedura che tramite alcuni test aiuta a capire se la misura dei gommini utilizzati è quella corretta;
  • Altre impostazioni: all’interno di questa schermata è possibile visualizzare le informazioni generiche sulle cuffie e sui firmware, controllare gli aggiornamenti firmware, attivare/disattivare il Rilevamento in-ear, aggiungere un widget per le cuffie nella home e poco altro;
  • Multipunto: in questo menù è consentito attivare/disattivare la funzione per collegare le cuffie a due dispositivi contemporaneamente per far sì che l’audio in riproduzione possa passare da una sorgente a un’altra in condizioni particolari.

Le impostazioni sono di semplice comprensione e utilizzo, perciò è facile sapere che cosa attivare e che cosa disattivare, ma la cosa veramente interessante è che alla loro base c’è la filosofia che da anni caratterizza gli smartphone Pixel: la semplicità e l’efficacia. Devo dire che non mi aspettavo che ciò fosse possibile anche con delle cuffie, ma Google è riuscita a sorprendermi. C’è tutto ciò che serve per creare un’esperienza d’ascolto di altissimo livello e per rendere le cuffie delle vere e proprie assistenti personali: una volta indossate, è come se avessi lo smartphone all’interno delle orecchie e questa cosa è fenomenale. Poi devo aggiungere anche che non solo c’è solamente ciò che realmente serve per maggiore semplicità ma tutto ciò che c’è funziona egregiamente: niente bug, niente disconnessioni, niente cose strane, per cui tutto è stabile e va alla grande.

Audio, chiamate e ANC

Oltre a un software di ottima qualità, c’è anche un audio di ottima qualità. Le cuffie includono degli speaker con driver da 11 mm, 3 microfoni con una copertura antivento, accelerometro vocale, accelerometro, giroscopio, sensore a sfioramento, Bluetooth 5.0, ANC e sensore di prossimità, per cui includono tutto ciò che è necessario per un suono smart e di alta qualità. Ed è proprio così, perché suonano veramente bene. Le frequenze basse e quelle alte sono riprodotte in modo equilibrato e corretto, soprattutto con l’Equalizzatore del volume attivo, ma ciò che veramente entusiasma è la qualità audio: senza troppi giri di parole, è di fascia alta, premium, e consente di godere di un suono nitido, caldo, avvolgente e spaziale, come solo le cuffie top di gamma sono capaci di fare; e poi, cosa non sempre scontata con le cuffie senza fili, non ci sono rumori metallici, fruscii e cose strane e il volume massimo è molto alto e senza distorsioni.

Devo dire che è una goduria ascoltarle e la prima volta che le ho indossate per guardare un film, anche impegnativo a livello sonoro, ho pensato di essere al cinema per quanto l’audio fosse capace di farmi immergere all’interno della scena con la sua qualità. Parte del merito di questo va anche a tutti i sensori e alle regolazioni software ma anche e soprattutto alla cancellazione attiva del rumore (ANC), che funziona in modo impeccabile: elimina qualsiasi rumore-suono esterno, persino quello del proprio respiro, e lascia che all’interno delle orecchie entri solamente ciò che le cuffie riproducono, mettendoci così al centro del suono; un ANC così efficace e affidabile non mi è mai capitato prima di vederlo e sullo stesso pensiero è la Modalità trasparenza, che permette di sentire i rumori esterni con le cuffie indossate (funzione utile, per esempio, quando si è a piedi all’interno del traffico cittadino).

La riproduzione audio è gestita in modo smart grazie alla funzione Rilevamento in-ear: sfruttando il sensore di prossimità è capace di capire quando indossiamo e rimuoviamo le cuffie così da riprodurre e mettere in pausa l’audio automaticamente, senza che ci sia bisogno di farlo manualmente. Le chiamate sono anche loro di ottima qualità per chi indossa le cuffie ma anche per chi è dell’altra parte e questo è merito sicuramente dei tre microfoni smart con copertura antivento, che, nonostante non siano proprio vicini alla bocca, sono capaci di captare in modo nitido la voce e di migliorarla poi tramite software. Nonostante la loro ottima qualità, devo fare un appunto: supportano solo i codec AAC e SBC e manca quindi il supporto a LDAC, aptX e così via e questo è dovuto alla presenza del Bluetooth 5.0, al posto di un più recente 5.2 o 5.3; non è un dramma perché suonano veramente bene e l’audio è comunque in alta definizione, però, ecco, è una loro mancanza, così come un equalizzatore avanzato, ma almeno questo arriverà nei prossimi mesi.

Autonomia e ricarica

La ricarica avviene tramite induzione, quindi senza fili, e tramite porta USB-C in circa 2-3 ore, a seconda della carica residua di partenza e del metodo scelto. Una volta ricaricate al 100%, le cuffie durano effettivamente quanto dice Google: 11 ore piene con l’ANC disattivato e anche qualcosina in più se si disattiva qualche altra funzione qua e là e 8 ore circa con l’ANC attivato, per cui anche un po’ in più rispetto alle stime ufficiali. Chiaro che quando si parla di autonomia si parla di decine di variabili capaci di influenzarne i risultati e che queste sono solo stime basate sul mio utilizzo solito; in linea di massima però l’autonomia è questa e quindi è senza dubbio ottima e in linea con le cuffie concorrenti di fascia top. La custodia permette di ricaricarle 2-3 volte, il che è davvero un buon risultato, soprattutto considerandone peso e dimensioni. Si può notare alcune volte che una cuffia perda qualche punto percentuale in più dell’altra, ma questo è dovuto all’utilizzo delle gesture e non a un difetto software o hardware.

Per concludere

Queste sono le cuffie Google Pixel Buds Pro. Senza dubbio delle cuffie di fascia alta, di punta di Google, capaci di garantire un audio pazzesco e un pacchetto software da fare invidia, tuttavia nel contempo lasciano un po’ l’amaro in bocca per alcune mancanze ingiustificabili, soprattutto per il prezzo e per il loro fascino, che non mi sarei mai aspettato in un prodotto di questo tipo, che vuole essere il top e competere con i top. Niente di serio, eh, però è bene evidenziarlo. Le Google Pixel Buds Pro sono in vendita sul Google Store e su Amazon Italia al prezzo di 219 euro in nero, corallo, verde e fumo. Un prezzo che tutto sommato ci sta per la loro qualità, ma ci sarebbero stati anche una ventina di euro in meno senza che nessuno potesse gridare allo scandalo.

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