Huawei c’è. Questo è il messaggio forte e chiaro che l’azienda ha voluto trasmettere con l’evento globale di inizio giugno in cui ha annunciato al grande pubblico non uno, non due, bensì 7 nuovi prodotti oltre ad aver confermato il design del suo futuro smartphone top di gamma: Huawei P50 Pro, in rampa di lancio per il 29 luglio 2021.

Protagonista indiscusso di quell’evento però è stato indubbiamente HarmonyOS 2.0, il nuovo sistema operativo della casa cinese con cui lancia ufficialmente il guanto di sfida a Google e Apple e decreta così la nascita di un vero nuovo ecosistema fatto di hardware e software.

HarmonyOS 2.0: alla base della rinascita di Huawei

Era prevedibile, col ban commerciale nei confronti di Huawei imposto da Trump alle aziende americane, Huawei è stata letteralmente obbligata a diventare indipendente nella realizzazione dei propri prodotti, tanto nell’hardware quanto nel software. Con l’impossibilità di collaborare ancora con Google per utilizzare il sistema operativo Android e le relative applicazioni, la casa cinese si è rimboccata le maniche e ha completato lo sviluppo di qualcosa di proprio, per trasformare la situazione di crisi in opportunità, nasce così HarmonyOS 2.0.

Durante l’evento Huawei ha dato particolare enfasi a questo prodotto software e la sua importanza non è data tanto dalla sua nascita quanto dalla sua natura: essere un sistema operativo sviluppato sull’hardware prodotto da Huawei e offrire una compatibilità multi-dispositivo.

Con un paragone l’azienda ha dichiarato di non voler fare lo stesso errore di Apple (che solo oggi ha risolto grazie al chip Apple Silicon M1 – NdR), ovvero realizzare un sistema operativo per ciascun dispositivo bensì il contrario: un sistema operativo unico capace di girare su più tipologie di prodotto.

HarmonyOS 2.0 è dunque capace di funzionare senza problema alcuno su smartwatch, tablet, smart tv, smart things, insomma qualsiasi prodotto tecnologico dotato di un processore e un’interfaccia input/output.

HarmonyOS e Android, cosa c’è di diverso

Cosa cambia però tra HarmonyOS e Android? La domanda ce la siamo posta tutti almeno una volta durante questi mesi e una risposta ufficiale non c’è mai stata, anzi, Huawei ha spesso dichiarato ufficialmente che non si tratta di Android bensì di un vero nuovo sistema operativo.

Ora che però tutto è pubblico e a disposizione abbiamo cercato la risposta tra i vari kit e guide di sviluppo, analizzando il codice di HarmonyOS e soprattutto lo sviluppo di applicazioni tramite l’SDK ufficiale. La risposta è che HarmonyOS non è un clone di Android ma ha preso ispirazione e componenti parziali di Android.

Huawei aveva di fatto due strade di fronte a sé:

  • reinventare completamente la ruota, creando un sistema operativo da zero con tempi di sviluppo di diversi anni;
  • utilizzare e incorporare altri progetti disponibili liberamente per accorciare vistosamente i tempi.

Nel 2021 reinventare la ruota è ormai superfluo oltre che uno spreco di energie, Huawei ha dunque preso ciò che le serviva da svariati progetti open source e li ha inglobati per arrivare ad HarmonyOS 2.0Android stesso, in realtà, è stato sviluppato con lo stesso metodo da parte di Google, la comunità open source serve a questo e nel tempo sia Google che Huawei hanno portato enormi contributi.

Senza entrare troppo nello specifico è sufficiente specificare che Huawei ha preso di Android principalmente il runtine, ovvero il “micro-ambiente” in cui vengono avviate le applicazioni, così da mantenere la retro-compatibilità con le applicazioni del robottino verde.

I restanti componenti sono librerie disponibili a tutti, esterne sia a Google che a Huawei (seppur le stesse), mentre completamente nuovi sono i Kernel (ripuliti per contenere solamente lo stretto necessario per l’hardware Huawei) e l’application framework ovvero il layer di comunicazione tra sistema operativo e applicazioni, che seppur sia altamente ispirato ad Android, è stato riscritto da zero.

Logo HarmonyOS 11

Nasce un nuovo ecosistema, si complica la vita degli sviluppatori?

Le applicazioni Android continuano a funzionare ma nasce effettivamente un nuovo ambiente, un nuovo ecosistema. Ciò potrebbe decretare ulteriore lavoro per gli sviluppatori di giochi e applicazioni ma in realtà non sarà forzatamente così.

Gli sviluppatori hanno infatti due scelte attualmente:

  • sviluppare la propria app per Android e poi adattarla per il mondo Huawei, come già avviene oggi con uno sforzo minimo dello sviluppo;
  • sviluppare un’app dedicata per il mondo HarmonyOS.

Va da sé che finché non ci sarà una diffusione capillare su un cospicuo numero di persone di questo sistema operativo, poche aziende investiranno risorse e tempo per scrivere le proprie applicazioni per HarmonyOS, e probabilmente è proprio per questo motivo che Huawei ha deciso di offrire in futuro l’aggiornamento ad HarmonyOS non solo per i più recenti smartphone ma anche per quelli con diversi anni sulle spalle. Per far qualche esempio le serie Mate 40, P40, Mate 30, MatePad Pro, Mate 20, Nova 7, Nova 6, Nova 5, Matepad, P20 ma anche smartphone più datati come le serie Mate 10 e Mate 9 e la serie P10 che risale a 4 anni fa.

In questo modo Huawei avrà dalla sua un numero di prodotti su cui è installato HarmonyOS decisamente più grande in poco tempo. In Cina ha infatti rilasciato l’aggiornamento per ulteriori 27 dispositivi in questi giorni.

Questa strategia è inoltre un’ottima notizia anche per i possessori di smartphone Huawei per vari motivi:

  • riceveranno nuova linfa;
  • ci dà un assaggio di cosa significhi sviluppare un sistema operativo esclusivamente per i propri smartphone e, un po’ come fa Apple, Huawei potrebbe arrivare a offrire anche 5 anni di aggiornamenti senza alcun problema.

AppGallery cresce sempre di più

Nel mentre chi continua a crescere ed espandersi sempre di più è l’AppGallery, lo store di applicazioni che Huawei sta spingendo al massimo. Settimanalmente sbarcano nuove applicazioni, anche e soprattutto fra quelle che utilizziamo spesso in Italia come quelle bancarie.

Tra le new entry più recenti del mondo Huawei ci sono Petal Maps e Petal Mail. La prima ovviamente è un’applicazione dedicata alle mappe per spostarci utilizzando la geo-localizzazione; è arrivata sullo store da pochi mesi ma ha già ricevuto numerosi e importanti aggiornamenti, ora infatti è disponibile anche la mappa con vista satellitare, le informazioni meteo sono state integrate, la navigazione è poi disponibile sia a piedi che in bicicletta e le informazioni più importanti per i pendolari vengono fornite automaticamente semplicemente impostando l’indirizzo di casa e lavoro. Non manca ovviamente un sistema di navigatore integrato per farci aiutare nei tragitti più lunghi anche mentre siamo alla guida.
Petal Mail invece è un client di posta nonché servizio di messaggistica: al primo avvio ci chiederà di impostare un nome e automaticamente ci verrà fornito un indirizzo email @petalmail.com. Purtroppo al momento non è possibile aggiungere altri client di posta per ricevere tutte le email su un’unica applicazione ma presto potrebbe essere introdotta anche questa funzionalità.

Fra le app di terze parti invece alcune new entry recenti riguardano il sistema bancario:

  • Banca di Bologna;
  • Intesa SanPaolo Mobile;
  • Banca Widiba;
  • Sella Invest (di Banca Sella);
  • Nexi Mobile POS (di Nexi Pay);
  • Buddybank;
  • CartaLIS.

Che si aggiungono alle già presenti: Fineco, Unicredit Mobile Banking, Satispay, NoiPA, RelaxBanking Mobile, myCartaBCC, YouApp di Banco BPM, Mediolanum, UBI Banca, Tap, Hype, Inbank, Binance, buddybank, Sella, BANCOMAT Pay, Tinaba, Bancaperta, WeBank, etc.

Non solo, anche utility come servizi di car sharing, notizie o multimedia:

Sono poi presenti tutte le applicazioni del mondo CityNews come: MilanoToday, RomaToday, FirenzeToday, AgrigentoNotizie, MonzaToday, UdineToday, ParmaToday, PalermoToday, etc.

Per i videogiocatori invece la presenza di titoli importanti scarseggia ancora ma da poco sono arrivati anche:

Insomma, a piccoli passi il piccolo grande ecosistema di Huawei avanza, tanto sull’hardware quanto sul software.