Huawei Mate 20 Pro è finalmente arrivato e possiamo tirare un sospiro di sollievo, ricalca esattamente ciò che speravamo di vedere un giorno in uno smartphone.
Guardando le specifiche non siamo riusciti a trovare nulla fuori posto, volendo magari l’assenza della porta per jack audio, ma non è una caratteristica che tutti considerano negativa, casomai poteva essere “un di più” che non è presente, non di certo una grave lacuna.

Poi un processore di ultimissima generazione, comparto fotografico da riferimento, un design che fa tremare i polsi, un display di alto livello e persino una serie di caratteristiche speciali per non farsi mancare nulla.
Insomma, rasenta la perfezione e solo un giudizio poco obiettivo potrebbe negarlo, per lo meno guardando solo alla scheda tecnica.

Noi siamo tra i pochi fortunati in Italia ad averlo già a disposizione per torture di ogni tipo e ci conoscete, non vediamo l’ora di trovare anche il pelo nell’uovo di questi super costosi gioiellini, perché in fondo è giusto così, i 1099 Euro che costa dovrà pur guadagnarseli no?

Bene, in due giorni abbiamo cominciato a familiarizzare con le novità (ce ne sono a frotte), abbiamo effettivamente trovato uno smartphone eccellente, capace di stupirci a ripetizione per la qualità estrema con cui è stato realizzato, ma è emersa anche qualche sbavatura che, non lo nascondiamo, ci ha fatto anche rilassare un pochetto.
Sapete che noia giudicare tutti i prodotti che arriveranno, quando sia è già visto lo smartphone perfetto?

2 giorni con Huawei Mate 20 Pro: le novità hanno fatto centro

Facciamo il punto sulle novità, in attesa della recensione

In queste prime ore di utilizzo ci siamo focalizzati sulle vere novità del prodotto, quelle che più volte abbiamo chiamato “caratteristiche speciali”, perché per il resto riprede il già ottimo Huawei P20 Pro, su cui ci siamo già espressi positivamente in numerose occasioni.

Sensore di impronte sotto il display e riconoscimento 3D

Abbiamo sbagliato, in particolare chi vi scrive aveva preso un granchio durante il briefing a porte chiuse per la stampa, non si tratta di un lettore ultrasonico, ma di un lettore ottico riveduto e corretto con un miglioramento notevole di velocità e precisione rispetto a quelli visti fino ad ora sugli smartphone.
La tecnologia si chiama Dynamic Pressure Sensig (DPS) e interpreta 10 livelli di pressione diversi in corrispondenza del sensore, non è però chiarissimo come venga gestita la “collaborazione” tra sensore ottico e DPS, sta di fatto che funziona alla grande.

Il sistema di sensori inseriti nel notch è lo stesso visto su iPhone X la prima volta, (proiettore di punti, camera IR, illuminatore IR) che insieme creano un sistema di sblocco che sbaglia 1 volta su milione (non è un numero tirato a caso ndr). Nulla di dire, è velocissimo, non sbaglia un colpo e funziona anche quando lo guardiamo sdraiati o a testa in giù, casomai ci sbagliassimo a prendere in mano il telefono dal verso sbagliato.

Quando siete a spasso, tenete il telefono in tasca o in borsa, il 3D unlock è il metodo di sblocco più immediato, pratico e naturale, mentre se siete seduti alla scrivania o al tavolo allora tornerà utile il fingerprint, non fosse altro che per evitare di doverlo prendere in mano e guardare. Insieme sono una combo inattaccabile.

GPS a doppia frequenza

Stiamo lavorando per portare sulle nostre pagine un approfondimento, perché non è semplice capire bene come funzioni il nuovo sistema integrato da Huawei Mate 20 Pro.
Detta malamente, supporta i satelliti che trasmettono su frequenze L1 e L5, cosa che si rende particolarmente utile con i nuovissimi soldatini di Galileo, mentre è poco disponibile sul GPS Americano su cui facciamo normalmente affidamento.
In questo momento, quindi, i benefici non sono così tangibili come ci si potrebbe aspettare, ma lo sono quanto basta per far volare il Mate tra i device di riferimento quanto a precisione e stabilità della geolocalizzazione.

Una graditissima sorpresa è giunta dall’affidabilità dell’orientamento, non vi è mai capitato di trovarvi in strada senza sapere quale direzione prendere? Ieri, camminando tra i palazzi di Milano, l’indicatore di Google Maps era sempre preciso e reattivo ad ogni movimento, ottimo!

Fotocamera grandangolare

Libidinosa, è esattamente quello che mancava a Huawei P20 e bisogna dare atto a Huawei di aver avuto la forza e il coraggio di inserirla al posto di quella B&W, tornando quindi parzialmente sui suoi passi. D’altra parte per avere una foto in bianco e nero basta il software, d’accordo il sensore nativo senza filtro bayer è un’altra cosa, mentre una foto con FOV di 120 gradi non puoi certo tirarla fuori con l’AI.

Ovviamente non basta mettere la fotocamera per avere successo, infatti Huawei ha lavorato benissimo anche sul software e i risultati sono eccellenti. Non dimentichiamo poi che la lente ampia serve anche per analitiche macro catturate ad appena 2,5 cm di distanza dal soggetto.

Design: UI, display ed estetica

La bellezza di uno smartphone si costruisce con tre elementi, materiali e design, display e UI; su Huawei Mate 20 Pro è tutto promosso.
L’originalità forse non è di casa tra gli uffici di Shenzhen e che si siano ispirati ai Samsung Galaxy degli ultimi due anni non è certo una deduzione da detective, però questo smartphone è davvero bellissimo, curato, resistente all’acqua con certificazione IP68, ha dimensioni perfette e per giunta ospita una batteria XXL da ben 4200 mAh.
Forse anche da Seoul dovrebbero allungare lo sguardo per capire come possano i cinesi far star dentro tutta questa roba.

La EMUI finalmente è stata rinnovata, anche qui, con poca originalità se dobbiamo essere sinceri, ma questa svecchiata era talmente attesa che possiamo anche perdonare una velata ispirazione alla Samsung Experience.

La ciliegina sulla torta è il display, della BOE (se non l’avete mai sentita è normale) una società cinese con sede a Pechino, che fa display dal 1993, e che per l’occasione si è trasformata in Samsung, nel senso che ha prodotto uno schermo che tanto bello che ci saremmo aspettati di vederlo con la S stampata.

C’è anche qualche sbavatura

Non aspettatevi difetti clamorosi, vi diciamo subito che non ce ne sono, però di problemini ne abbiamo trovati diversi.

Il feeback aptico, per esempio, ha una vibrazione di quelle superficiali, secche e quasi spiacevoli, forse non c’era lo spazio sufficiente per inserire un motore più vigoroso, però non passerà molto tempo prima che vi decidiate a disattivarla.
I selfie, 24 MP di fotocamera ma non sono un granché, più o meno come su P20 Pro, potrebbe essere seriamente il prossimo terreno di sfida per Huawei, che risente un po’ di quella tendenza orientale a fare selfie in stile cartone animato, per istruzioni vedere Google Pixel 3 XL.
L’audio da altoparlante, che esce dalla porta Type-C, non è profondo e pieno come quello di Huawei Mate 10 Pro, senza star a scomodare il top class Huawei P20 Pro, esigenze di spazio? Se è così nessun problema, quella batteria da 4200 mAh è un portento.

Appuntamento alla recensione

Ci risentiremo tra qualche giorno, perché di cose da provare ce ne sono tante e non vogliamo farci prendere dall’euforia del momento, per ora volevamo darvi un assaggio e stuzzicarvi a fare qualche domanda piccante per noi e per Huawei, anche perché il device è già in preordine con una offerta molto allettante, e per qualcuno è già tempo di prendere decisioni, vale la pena oppure no?