Il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza vuole vederci chiaro sulla questione delle bollette ogni 28 giorni: su indicazione del Garante sono in corso ispezioni a tappeto per gli operatori, anche nella sede di Assotelecomunicazioni di Roma, l’associazione di categoria.

Il Garante vuole accertarsi che non vi siano stati accordi nascosti tra i vari operatori riguardanti i recenti cambiamenti della fatturazione ogni 28/30 giorni. “Il sospetto“, secondo il Codacons, “è che possa configurarsi un cartello tra società per ridurre la concorrenza a tutto danno dei clienti.” Proprio per questo l’associazione consumatori ha presentato un esposto all’Antitrust.

Anche Altroconsumo ha deciso di denunciare il caso, chiedendo anche il blocco degli aumenti, che vi ricordiamo essere – non per tutti – dell’8,6% sulla quota mensile. Gli operatori non hanno aumentato il costo totale annuale (rispetto alla tariffazione a 28 giorni), ma per rientrare nell’inferiore numero di rinnovi ha praticato questo piccolo aumento mensile, di cui già vi abbiamo parlato altre volte.

Finalmente le nostre denunce iniziano a dare frutti“, spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che prosegue:

“In particolare avevamo segnalato come alcune compagnie telefoniche, a seguito del divieto di inviare bollette ogni 28 giorni, avessero comunicato ai propri clienti aumenti delle tariffe praticamente identici, circostanza che poteva rappresentare una intesa finalizzata a ridurre la concorrenza e danneggiare i consumatori. Se i principali operatori della telefonia applicano rincari contemporaneamente e nella stessa misura, l’utente non può nemmeno avvalersi del diritto di recesso, perché viene privato della possibilità di migrare verso società più convenienti.”

Dal canto suo l’Assotelecomunicazioni (Asstel) “sta prestando la massima collaborazione alle autorità, nella consapevolezza di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale”, secondo quanto dichiarato.

Con l’intervento della Guardia di Finanza verrà aperta anche un’istruttoria formale da parte dell’Antitrust per questi sospetti di coordinamento tra operatori, che potrebbero portare danni alla normale competizione e ovviamente, di conseguenza, agli utenti.

Nei giorni scorsi il Tar del Lazio aveva bocciato il ricorso presentato da TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb contro la delibera n. 121/2017, congelando allo stesso tempo i rimborsi in attesa del giudizio del 31 ottobre. La vicenda non finisce di certo qui, continuate a seguirci per ulteriori dettagli.

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