Sono ormai passate circa due settimane dal lancio dei Google Pixel 10, gli smartphone della gamma Pixel del decennale coi quali Google ha scelto di percorrere la strada della continuità rispetto ai modelli 2024, soprattutto per quanto concerne l’estetica.

Sotto al cofano però le novità sono tantissime, a partire dal SoC Tensor G5, e tra queste rientra lo storico (per il colosso di Mountain View) passaggio alle memorie UFS 4.0 (con addirittura tecnologia ZUFS) per lo spazio di archiviazione. Al netto del fatto che non tutti i modelli (e tagli di memoria) possano godere di questa novità, ci sono altri elementi che hanno fatto da subito storcere il naso agli utenti e che, nonostante le potenzialità della tecnologia, non costituiscono un vantaggio tale da far convenire il passaggio dai modelli 2024 ai modelli 2025.

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Google Pixel 10: le memorie integrate continuano a tenere banco

L’abbiamo definita una scelta particolare quella di Google di passare alle memorie UFS 4.0 ma di non riservare lo stesso trattamento a tutti i modelli/varianti della gamma Pixel del decennale.

Google Pixel 10 e Pixel 10 Pro, gli unici disponibili nel taglio da 128 GB, possono godere delle memorie UFS 4.0 solo nei tagli di memoria più generosi mentre nel taglio “base” mantengono memorie UFS 3.1 come sui predecessori diretti. Google Pixel 10 Pro XL e Pixel 10 Pro Fold, invece, partono da 256 GB e quindi non soffrono di questo “limite”.

Un’altra differenziazione tra i vari tagli di memoria si ha sui tagli da 512 GB e da 1 TB: questi, disponibili solo sui tre modelli Pro, sono gli unici a potere contare sullo Zoned UFS (ZUFS), una tacnologia che organizza i dati in “zone” separate (in base a caratteristiche e frequenza di utilizz) per garantire performance superiori nell’immediato e una maggiore resistenza al degrado temporale nel lungo periodo.

Al netto di tutti questi dati tecnici, con l’arrivo sul mercato dei quattro smartphone sono iniziati a circolare alcuni benchmark non proprio lusinghieri (e in alcuni casi curiosi) nei confronti dei nuovi chip scelti da Google per l’archiviazione di massa.

Anche noi, pur senza effettuare per il momento analisi troppo approfondite, abbiamo fatto un benchmark mettendo a confronto un Pixel 10 da 128 GB (quindi con memorie UFS 3.1) e un Pixel 10 Pro XL da 256 GB (quindi con memorie UFS 4.0 ma senza ZUFS), ottenendo effettivamente una differenza ma non un dato tale da far urlare al miracolo.

Come si comportano le memorie? Il confronto interno e con la concorrenza

Questo perché la concorrenza, che da tempo adotta le memorie UFS 4.0 specie sui flagship, propone smartphone con memorie decisamente più veloci. Ciò si può evincere in un test condotto dai colleghi di Android Authority che hanno messo a confronto per l’occasione i benchmark ottenuti sullo strumento CPDT da cinque smartphone.

Protagonisti del test sono Google Pixel 9 Pro XL (in versione da 128 e in versione da 256 GB, in entrambi i casi UFS 3.1), Google Pixel 10 (in versione da 128 GB, UFS 3.1), Google Pixel 10 Pro XL (in versione da 256 GB, UFS 4.0 senza ZUFS), OnePlus 13 (in versione da 512 GB, UFS 4.0) e Samsung Galaxy S25 Ultra (in versione da 512 GB, UFS 4.0).

Analizzando i risultati ottenuti è possibile notare che il Pixel 10 da 128 GB si comporti decisamente meglio nel benchmark con accesso sequenziale rispetto al Pixel 9 Pro XL da 128 GB pur disponendo di un chip UFS 3.1 (è quindi una lotta “alla pari”), peggiorando solo leggermente per quanto concerne i benchmark con accesso “casuale” (random). Ciò si traduce in migliori performance nel maneggiare file di grandi dimensioni (installazioni di giochi e salvataggio di video ad alta risoluzione).

Confrontando il risultato ottenuto da Pixel 9 Pro XL e da Pixel 10 Pro XL, possiamo notare come il passaggio alle memorie UFS 4.0 costituisca un netto salto in avanti nei benchmark con accesso sequenziale ma nulla di speciale nei benchmark con accesso “casuale”: l’apertura di file di picole dimensioni e l’avvio di app non trarranno beneficio da questo.

Le UFS 4.0 dei Pixel 10 sono davvero un game changer?

La cosa più assurda è però lo scarto esistente tra il chip UFS 4.0 presente nel Google Pixel 10 Pro XL e quello presente in OnePlus 13 e Samsung Galaxy S25 Ultra, in grado di spingersi a risultati decisamente più lusinghieri (soprattutto nella scrittura sequenziale e nella scrittura “casuale”).

Le possibili cause di questi risultati sono svariate:

  • Google potrebbe aver migliorato la qualità dei moduli UFS 3.1 rispetto a quelli usati sui modelli 2024.
  • Google potrebbe aver optato per moduli UFS 4.0 più economici rispetto alla concorrenza (è la teoria sostenuta dalla maggior parte delle voci in rete).
  • Google potrebbe aver migliorato il controller delle memorie con il Tensor G5, consentendo agli smartphone di sfruttare al meglio le capacità dei chip UFS 3.1; al contempo, questo componente potrebbe costituire il più classico dei “colli di bottiglia” quando si trova a lavorare con chip UFS 4.0
  • Google potrebbe aver scelto di essere più conservativa rispetto alla concorrenza, dando priorità a efficienza, longevità e gestione termica rispetto alla velocità pura della memoria.

Tornando alla domanda con cui abbiamo inaugurato questo capitolo, la risposta è no: le memorie UFS 4.0 non costituiscono un game changer tale da giustificare il passaggio dai Pixel 9 ai Pixel 10; inoltre, la differenza con la concorrenza, come anticipato, è molto marcata.

L’unico consiglio che, come abbiamo già detto nella nostra recensione del Pixel 10 (la trovate poco sotto), è evitare il taglio da 128 GB: con l’installazione di un singolo gioco (Genshin Impact nel nostro caso) abbiamo praticamente esaurito lo spazio a disposizione.

Nel caso in cui sfruttiate lo smartphone anche per giocare o per fare molte foto/video, il taglio da 256 GB rappresenta il minimo sindacale. Addirittura, molti produttori cinesi ormai portano da queste parti smartphone che partono da 512 GB: hanno capito loro che si tratta della scelta più sensata, non possono capirlo anche in Google (o in Samsung e in Apple)?