Procedono i lavori per sviluppare la prossima versione di Android in casa Google, la scorsa settimana infatti l’azienda ha rilasciato la Beta 1 di Android 15 dando agli utenti appassionati la possibilità di iniziare a sbirciare sotto il cofano della prossima versione del nostro caro sistema operativo.
In base a quanto visto negli ultimi tempi, non solo grazie alla beta in questione ma anche alle precedenti build dedicate agli sviluppatori, sembra che Google stia lavorando per implementare diverse novità e migliorie nella prossima versione del robottino; abbiamo visto per esempio come il sistema operativo potrebbe impedirvi di disattivare il Bluetooth e come sarà in grado di spegnere automaticamente lo schermo, quella che potrebbe essere una piccola modifica per la gesture predittiva “Indietro”, o ancora come l’azienda sembri finalmente al lavoro seriamente per lo sviluppo di una modalità desktop.
Anche oggi dunque cerchiamo di dare uno sguardo a quelli che sono i piani del colosso di Mountain View per la prossima versione del sistema operativo che muove i nostri smartphone, nello specifico grazie all’inarrestabile Mishaal Rahman possiamo vedere il presunto comportamento di Android 15 con la quarantena delle applicazioni, nonché il possibile funzionamento dei widget nella schermata di blocco.
Indice:
Android 15 potrebbe mettere in quarantena alcune applicazioni
Abbiamo tutti presente Google Play Protect, lo strumento sviluppato dall’azienda allo scopo di preservare la sicurezza su Android, strumento che come tutti quelli analoghi non è certo infallibile; a tal proposito sembra che la prossima versione del sistema operativo, Android 15, potrebbe vantare un nuovo strumento per consentire a servizi come Play Protect di proteggere gli utenti da app che si comportano in modo anomalo.
Si tratta della possibilità di mettere in quarantena le applicazioni, una circostanza già presente tra le funzioni offerte da diversi software antivirus in ambito desktop, ma ancora latitante in Android visto che, teoricamente, il sistema operativo in questione è stato appositamente sviluppato per essere sicuro, in condizioni normali infatti le app non possono avere accesso a particolari livelli del sistema e possono comunicare tra loro solo utilizzando API ben definite a cui possono accedere solo se vengono concesse autorizzazioni specifiche.
Ad ogni modo il funzionamento della quarantena è abbastanza semplice in ambito desktop, se il sistema rileva un’app considerata potenzialmente dannosa la mette in quarantena, o perché non è in grado di eliminarla o perché lascia l’eventuale scelta all’utente, in ogni caso i file interessati vengono isolati dal resto del sistema in modo che non possano essere eseguiti, impedendo di fatto a qualsiasi software dannoso al loro interno di eseguire qualsiasi compito.
Ovviamente Android funziona in maniera differente rispetto ai sistemi operativi desktop in circolazione ed è questo il motivo per cui anche la quarantena delle app sarà leggermente differente, nello specifico quando un’app viene messa in quarantena non è più in grado di funzionare come le altre applicazioni, rimane visibile nel launcher della schermata iniziale dell’utente e nelle Impostazioni Android, ma con alcune restrizioni:
- Le sue notifiche non verranno mostrate
- Tutte le sue finestre verranno nascoste e le attività già avviate verranno interrotte
- Non sarà in grado di far squillare il dispositivo
- I suoi servizi non possono essere interrogati da altre app (anche se le sue attività sì)
- Non può essere associata o ricevere trasmissioni dal sistema o da altre app
- Non può essere risolta (ovvero, non verrà visualizzata nella finestra di dialogo di disambiguazione dell’intento)
In sostanza le applicazioni messe in quarantena agiscono in modo simile a quelle disabilitate, anche se queste ultime non sono visibili nel launcher della schermata iniziale, inoltre a differenza di quando un’app viene sospesa i singoli componenti delle app in quarantena possono comportarsi come disabilitati: in pratica il nuovo stato di quarantena si trova a metà strada tra gli attuali stati sospeso e disabilitato, tanto che le API utilizzate per mettere in quarantena un’app sono le stesse utilizzate per sospendere un’app, al netto di un flag aggiuntivo.
I lavori iniziali per la messa in quarantena della app sono già stati individuati in Android 14 QPR2 Beta 1 a novembre, sebbene da allora la pagina degli sviluppatori per “App in quarantena” sia stata rimossa, nonostante il flag che abilita il supporto a livello di sistema operativo per la messa in quarantena delle app sia ancora presente, non è possibile al momento sfruttare la funzionalità in questione.
Quella che vedete qui sopra è l’attuale interfaccia del sistema dedicata alla quarantena delle app, interfaccia che potrebbe comunque subire alcuni cambiamenti; inoltre non è detto che Google decida di implementare la funzione in Android 15, ma potrebbe essere semplicemente in sviluppo per una futura versione del robottino. In ogni caso, una volta disponibile, rappresenterà un valido aiuto per strumenti come Play Protect.
Ecco come potrebbero funzionare i widget nella schermata di blocco
Qualche giorno fa abbiamo visto i primi indizi del ritorno dei widget sulla schermata di blocco nella futura versione del robottino verde, Android 15 potrebbe infatti fare un tuffo nel passato e riportare in auge una funzionalità che in realtà era già presente nel sistema, salvo poi essere rimossa con il rilascio di Android 5.0 alla fine del 2014. Allo stato attuale quindi i widget sono utilizzabili esclusivamente nella schermata iniziale dei nostri smartphone, ma le cose potrebbero cambiare.
Il video che potete vedere poco sotto ci mostra quello che potrebbe essere il funzionamento e l’aspetto della nuova funzionalità che prevede di riportare i widget sulla schermata di blocco, ovviamente trattandosi delle prime fasi dello sviluppo è più che probabile che vengano introdotti diversi cambiamenti nelle prossime versioni Beta di Android 15 e in quella stabile, tanto più che allo stato attuale la funzionalità è chiaramente incompleta e presenta diversi bug, per esempio alcuni elementi dell’interfaccia utente della schermata di blocco, come l’orologio, sono sovrapposti alla schermata dei widget.
Inoltre, almeno allo stato attuale, la funzione è esclusiva dei dispositivi che supportano la funzionalità Hub Mode di Android, in pratica compatibile solo con Google Pixel Tablet, lasciando fuori Pixel Fold e tutti gli smartphone Pixel. Ad ogni modo, la prima cosa da fare è abilitare la funzione seguendo il percorso Impostazioni -> Modalità hub e attivando “mostra widget sulla schermata di blocco” e “consenti qualsiasi widget nella schermata di blocco”.
Fatto ciò è possibile accedere all’area dei widget scorrendo verso l’interno dal bordo destro della schermata di blocco, dove sarà possibile aggiungere widget premendo a lungo in un punto qualsiasi e quindi toccando il pulsante “personalizza widget” che appare in alto. È presente anche una schermata di editor in cui i widget possono essere aggiunti, rimossi o riorganizzati ma al momento non ridimensionati (per accedere a questa schermata è necessario sbloccare il dispositivo, così da tutelare l’eventuale aggiunta di widget con dati privati da parte di persone non autorizzate).
Bisognerà attendere le prossime versioni Beta di Android 15 per scoprire come Google modificherà la funzionalità in questione che, probabilmente, potrebbe comunque rimanere un’esclusiva di alcuni tablet visto che sono gli unici dispositivi con un display abbastanza ampio da contenere più widget.