Sono passati diversi anni da quando Google ha introdotto un sistema di partizioni A/B in Android con la versione 7.0 Nougat, tale sistema, il cui scopo è quello di velocizzare gli aggiornamenti software dei dispositivi, prende il nome di Seamless Update e permette al sistema di rimanere in funzione grazie alla partizione attiva, mentre quella inattiva può essere aggiornata in background e in seguito ripristinata con un riavvio rapido.

Nel corso degli anni la maggior parte dei produttori di smartphone si è adeguata adottando il nuovo sistema, tranne Samsung: il colosso coreano ha finora opposto una strenua e stoica resistenza al sistema dei seamless update che, seppur teoricamente obbligatori  a partire da Android 13, non sono ancora stati implementati negli smartphone del produttore, nemmeno con l’ultima famiglia di top di gamma.

Recentemente è emerso come Google possa aver intenzione di operare un cambio di rotta in Android, rendendo gli aggiornamenti A/B l’unico meccanismo di aggiornamento supportato; ciò significa che Samsung sarà finalmente obbligata ad adeguarsi? Non proprio, vediamo perché.

Google si prepara a supportare solo i seamless update in Android, ma Samsung potrebbe comunque non implementarli

Tralasciando per un attimo la presunta obbligatorietà, i seamless update sono un qualcosa di davvero comodo per l’utente finale, il sistema ci permette di continuare ad utilizzare il nostro smartphone durante un aggiornamento, certo l’update richiederà un po’ più di tempo, ma almeno non metterà fuori gioco il nostro dispositivo; inoltre gli aggiornamenti A/B ci permettono in teoria di annullare un update se qualcosa va storto (e sappiamo che può capitare).

Ad ogni modo, sebbene lo scorso anno alcune indiscrezioni dessero per certa l’adozione dei seamless update da parte di Samsung, l’azienda come abbiamo poi visto non si è adeguata, non introducendo il sistema in questione nella One UI 6; il colosso non ha mai dato particolari spiegazioni in merito, motivo per cui dobbiamo semplicemente prendere atto del suo operato.

Google dal canto suo è sempre più intenzionata a rendere tale sistema lo standard predefinito di Android e, a quanto pare, sarebbe al lavoro per rimuovere il supporto per gli aggiornamenti non A/B, rendendo di fatto gli aggiornamenti continui l’unica tipologia di update supportata. Ciò porterebbe alcuni a pensare che tutto questo finrà per obbligare l’azienda coreana ad adeguarsi ma in realtà, come sottolineato anche da Mishaal Rahman su X (ex Twitter), il colosso potrebbe farla franca, di nuovo.

Sappiamo che quando Google lavora ad un aggiornamento, del sistema Android o anche solo per implementare le patch di sicurezza mensili, prima che questo venga distribuito sui vari smartphone passa per le mani del produttore dei vari dispositivi, che implementa a volte ulteriori correzioni o modifiche per rendere il tutto maggiormente compatibile con i propri prodotti. Per Samsung sarebbe quindi sufficiente sviluppare un proprio meccanismo di aggiornamento da utilizzare con i suoi dispositivi oppure annullare la modifica di Google nelle versioni Android interessate.

L’unico modo che avrebbe Google per obbligare Samsung all’adozione dei seamless update sarebbe quello di integrarli nei requisiti di compatibilità di Android o tramite accordi di licenza GMS per le app Google, ma abbiamo già visto in passato come questa strada non sia stata percorsa fino in fondo. Non ci resta che attendere per scoprire se il futuro di Android porterà il colosso coreano a cambiare idea sull’implementazione dei seamless update o meno.

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