Era il lontano 2016 quando, per la prima volta, Google introdusse nell’allora ultima versione del robottino Android 7.0 Nougat un sistema di partizioni A/B, il cui scopo era quello di velocizzare gli aggiornamenti software dei dispositivi; ciò che prende il nome di Seamless Update infatti consente al sistema di rimanere in funzione grazie alla partizione attiva, mentre quella inattiva può essere aggiornata in background e in seguito ripristinata con un riavvio rapido.

I seamless update sono teoricamente obbligatori  a partire da Android 13, anche se il fatto che uno smartphone sia tecnicamente compatibile non significa che il suo produttore abbia implementato tale funzionalità; tra gli esempi più celebri figura sicuramente Samsung che non ha ancora dotato i propri smartphone della funzionalità seamless update, anche se forse nel prossimo futuro la situazione potrebbe cambiare.

I seamless update potrebbero arrivare sugli smartphone Galaxy con la One UI 6

Come anticipato in apertura, sebbene attualmente il CDD di Android 13 non renda obbligatoria l’adozione delle partizioni A/B da parte dei produttori,  sembra che Google lo abbia imposto per rilasciare la licenza GMS sugli smartphone con Android 13 nativo; per questo motivo l’azienda ha aggiunto nuovi test al VTS (Vendor Test Suite) che rende di fatto obbligatorio il supporto A/B virtuale per i nuovi dispositivi che vengono lanciati con Android 13.

Di seguito quella che in buona sostanza è la definizione di seamless update:

Aggiornamenti continui (A/B): si installa in background mentre i dispositivi sono in esecuzione. È richiesto solo un rapido riavvio. I dispositivi possono essere utilizzati durante l’installazione dell’aggiornamento. Un altro vantaggio è l’affidabilità. Poiché l’aggiornamento è installato su una seconda partizione, lo stato precedente può essere ripristinato in qualsiasi momento in caso di errore. Nell’ultima versione con aggiornamenti A/B virtuali, il fabbisogno di memoria è appena maggiore rispetto alla versione obsoleta senza A/B.

Nonostante ciò sappiamo bene che i dispositivi del colosso coreano non sono ancora compatibili con i seamless update ma, stando a quanto condiviso su Twitter, sembra che anche l’azienda abbia finalmente deciso di adeguarsi.

Come potete notare, sembra che Samsung sia intenzionata ad adottare il protocollo di aggiornamenti in questione a partire dalla prossima versione del robottino (Android 14) e quindi dalla prossima versione dell’interfaccia proprietaria One UI 6. Per essere chiari, è poco probabile che l’azienda implementi tale funzionalità anche sui dispositivi attualmente in commercio che riceveranno la prossima versione della One UI, limitando presumibilmente l’integrazione dei seamless update ai futuri smartphone con Android 14 e One UI 6 nativi.

Una decisione di questo tipo da parte della società potrebbe giovare notevolmente all’immagine del brand, che migliorerebbe ulteriormente la già ottima politica interna in materia di supporto software, rendendo tali operazioni più semplici e veloci per gli utenti; che sia la volta buona? Non ci resta che attendere per scoprirlo.

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