Nella giornata di ieri Google ha ufficialmente lanciato e ribattezzato il proprio chatbot AI Bard in Gemini, tutti i servizi mossi dall’intelligenza artificiale del colosso prendono ora questo nome.

Gemini è ora disponibile sia tramite l’apposita app web, che tramite un’applicazione per Android (al momento non utilizzabile nel nostro Paese ufficialmente). Nelle ultime ore diversi utenti hanno fatto a gara per scoprire tutti i segreti più nascosti del chatbot AI dell’azienda, rivelando come per certe operazioni Gemini sia strettamente legato all’assistente Google, nonostante i due servizi vadano in conflitto per altri aspetti.

Gemini e Google Assistant collaborano, ma non vanno molto d’accordo per certi aspetti

Coloro che possono utilizzare in maniera ufficiale la nuova app Android Gemini, si sono accorti di come il chatbot per alcune operazioni si affidi totalmente all’assistente Google, secondo l’azienda Gemini invierà i comandi a Google Assistant nei seguenti casi:

  • Crea o modifica allarmi e timer
  • Effettua telefonate, invia messaggi e leggi i messaggi in arrivo
  • Controlla il tuo dispositivo, ad esempio accendi la torcia o il Bluetooth, oppure apri un’app
  • Controlla le luci, la sicurezza domestica e altri dispositivi domestici intelligenti
  • Trasmetti messaggi sui dispositivi connessi di casa tua
  • Leggere una pagina web ad alta voce (Pixel 8 o versione successiva)
  • Ottieni assistenza con il tuo Pixel dicendo “Aiutami con il mio Pixel” (Pixel 8 o versioni successive)

Nonostante ciò, ci sono alcune funzionalità e servizi dell’assistente che non sono al momento supportati da Gemini, nello specifico:

  • Fornitori di servizi multimediali: podcast, notizie, stazioni radio e fornitori di musica di terze parti non sono attualmente supportati in Gemini.
  • Routine: l’avvio di una routine in Gemini non è supportato. Sui telefoni Android, le scorciatoie per avviare una routine e le routine collegate alle sveglie nell’app Orologio non funzionano più (puoi comunque avviare una routine con l’Assistente Google sui dispositivi domestici, come altoparlanti e smart display).
  • Promemoria: torna all’Assistente Google per impostare promemoria e attività.
  • Modalità interprete: torna all’Assistente Google per utilizzare la modalità interprete.

Inoltre, oltre ad essere “interpellato” da Gemini per alcune funzionalità, l’assistente Google continuerà ad occuparsi di alcune funzioni in totale autonomia, come:

  • Quando ricevi informazioni e aggiornamenti da At a Glance .
  • Quando utilizzi il microfono nella barra di ricerca dell’app Google Maps e quando attivi l’Assistente Google durante la navigazione, ad esempio toccando il microfono sullo schermo o dicendo “Ehi Google” e quando utilizzi la modalità di guida dell’Assistente Google .
  • Quando accedi all’Assistente Google da Android Auto collegando il telefono al display dell’auto.
  • Quando utilizzi il microfono nella barra di ricerca dell’app Waze e quando attivi l’Assistente Google con l’app Waze in primo piano.
  • Su Gboard, quando utilizzi la digitazione vocale dell’assistente .
  • Quando ricevi notifiche Android dai dispositivi con l’Assistente Google.

Nonostante per certi versi i due servizi coesistano e collaborino, per altri sembra che l’utilizzo di uno infici la presenza dell’altro: nello specifico installando l’app Gemini su uno smartphone Android (al momento non sembra essere disponibile per Google Pixel Tablet, o meglio si può scaricare l’app ma non funziona) l’assistente verrà sostituito con il chatbot AI (l’utente ha comunque facoltà di scegliere quale utilizzare come potete vedere dall’immagine qui sotto).

scelta tra Gemini e Google Assistant

Sembra che, nonostante Google dia comunque la possibilità di ripristinare il funzionamento dell’assistente, tornando a utilizzare l’assistente anziché Gemini, l’app Gemini si ripristina completamente, costringendo l’utente ad una nuova configurazione al successivo avvio del software.

In buona sostanza, allo stato attuale, non è possibile avere contemporaneamente l’Assistente Google e l’app Gemini funzionanti sul telefono, nonostante come visto poco sopra i due servizi collaborino per determinate funzionalità. Dunque qualora un utente non volesse rinunciare a Google Assistant sul proprio smartphone, sarà obbligato ad utilizzare Gemini tramite browser anziché con la relativa applicazione.

È emersa inoltre un’altra interessante peculiarità della coesistenza dei due servizi, come visto Gemini può “utilizzare” l’assistente Google per alcune funzioni, ma sembra che molte risultino funzionanti esclusivamente tramite comandi vocali soprattutto per quel che riguarda i controlli domestici.

Dunque Gemini non è attualmente in grado di gestire i controlli della casa intelligente in modo nativo, ma si limita a trasmettere i comandi a Google Assistant che provvederà al posto suo, a patto che la richiesta da parte dell’utente sia formulata con i comandi vocali. Digitando per esempio “spegni le luci della camera da letto”, Gemini restituirà un messaggio di errore generato dall’intelligenza artificiale, mentre lo stesso comando dato a voce verrà correttamente trasmesso all’assistente.

In ultimo, i colleghi di androidauthority hanno scoperto (analizzando il codice della versione 15.5.58 dell’app Google) come Gemini non supporti  ancora i profili di lavoro Android, costringendo di conseguenza l’utente a passare ad un profilo personale per poter utilizzare il chatbot.

Come potete notare, per certi versi è tutto ancora molto confuso, il funzionamento di Gemini e Google Assistant potrebbe subire alcune modifiche nel corso del tempo, beneficiando di una maggiore e probabilmente diversa integrazione; non mancheremo di tenervi informati al riguardo.

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