Sono ormai diversi mesi che Google ha preso di mira le versioni modificate di YouTube, in particolare la conosciutissima YouTube Vanced che nello scorso anno è stata già eliminata grazie ad una lettera di diffida agli sviluppatori inviata dallo stesso colosso di Mountain View. Col tempo sono sorte molteplici applicazioni che si prefiggevano lo stesso scopo e che hanno portato Google a cercare un modo per fermare definitivamente queste mod.

La lotta di Google nei confronti di chi utilizza YouTube in modo improprio va avanti già da diverso tempo e l’azienda ha fatto grandi passi in tal senso, arrivando ad adottare una politica di zero tolleranza nei confronti di chi utilizza gli adblocker e va contro le politiche dell’azienda, spingendo gli utenti a sottoscrivere un abbonamento a pagamento per eliminare qualunque tipo di annuncio sulla piattaforma.

Per chi invece utilizza versioni modificate dell’applicazione, come per l’appunto il defunto YouTube Vanced e copie simili, Google sta testando un’API sperimentale chiamata Android WebView Media Integrity. Quest’API sembra una naturale evoluzione di un’altra API, chiamata Web Environment Integrity, che l’azienda di Mountain View ha sviluppato qualche tempo fa.

Questa API per il web, nonostante Google non avesse mai chiarito quale fosse il suo obiettivo specifico, consentiva ai siti web di verificare se i dispositivi che vi accedevano fossero stati modificati, in modo da permettere a questi siti di escludere dispositivi con jailbreak o permessi di root. Dopo l’indignazione generale che è scaturita al suo annuncio, Google si è vista costretta ad abbandonare questa API all’inizio del mese, sviluppandone una simile e che potrebbe andare a prendere di mira proprio le applicazioni modificate di YouTube.

Come funziona la nuova API di Google

L’API Android WebView Media Integrity è dunque l’evoluzione dell’API abbandonata da Google all’inizio del mese e consente ai siti web incorporati di WebView di verificare l’integrità degli smartphone Android, impedendo l’accesso ai siti ritenuti non idonei. Ma in che modo questa API potrebbe bloccare YouTube Vanced?

Le versioni modificate di YouTube, anziché modificare direttamente l’applicazione ufficiale della piattaforma, non sono altro che dei browser personalizzati che utilizzano una WebView per visualizzare i video, offrendo funzionalità extra come i blocchi degli annunci e altri vantaggi tipici di YouTube Premium.

Utilizzando questa nuova API Google sarebbe teoricamente in grado di verificare quali dispositivi tentano di accedere ai suoi server prima di visualizzare i contenuti, riuscendo di conseguenza a bloccare facilmente il funzionamento di tutte quelle applicazioni modificate che si basano per l’appunto su WebView.

Lo sviluppo di questa API non è necessariamente finalizzata a bloccare YouTube Vanced e invogliare sempre più persone ad acquistare un abbonamento a pagamento: le WebView possono essere soggette a frodi e abusi, in quanto permettono agli sviluppatori di modificare ciò che gli utenti possono visualizzare sui siti web. Per questo motivo l’API potrebbe essere utilizzata per contrastare anche il malware, permettendo a portali che necessitano di funzionare in ambienti sicuri, come per esempio il sito web di una banca, di verificare l’integrità del dispositivo che tenta di accedervi.

Il colosso di Mountain View ha dichiarato che inizierà a testare questa nuova API a partire dai primi mesi del 2024 e sta già invitando diversi fornitori di contenuti a partecipare ad un programma di accesso anticipato che sarà lanciato il prossimo anno.

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