OnePlus, nella persona di due suoi alti dirigenti, ha preso parte ad un’interessante chiacchierata con il team di Android Central, riferendo alcuni dettagli sulla nuova interfaccia proprietaria OxygenOS 14 con base Android 14 e toccando temi rilevanti per il presente e per il futuro: dal pieghevole OnePlus Open al futuro della OxygenOS, intrecciata ormai a doppio filo con la ColorOS di OPPO.

OxygenOS 14: novità, prestazioni e stabilità secondo OnePlus

A gettare luce sui motivi per guardare con interesse alla nuova OxygenOS 14 con base Android 14 sono stati Gary Chen, OnePlus Product Partnership Lead e supervisore della divisione software del brand cinese da diversi anni a questa parte (era a capo della stessa durante il profondo rinnovamento con la OxygenOS 11 e la transizione alla ColorOS), e Zach Lin, Lead della divisione OxygenOS Product.

Se nelle scorse settimane ci avete seguiti con attenzione, sapete già che la nuova versione dell’interfaccia proprietaria di OnePlus conterrà una propria rivisitazione della Dynamic Island di Apple: la funzione si chiama Fluid Cloud, opera nella barra di stato e consiste in un’icona a forma di pillola che compare al lancio del timer, all’avvio di una chiamata o della riproduzione di un brano musicale; tale pillola è interattiva e permette di aprire una finestra a schermo intero per accedere a controlli aggiuntivi. Lin ha parlato di una novità ispirata dalla struttura solida, liquida e gassosa dell’Aquamorphic Design e pensata per una maggiore intuitività delle interazioni con notifiche e informazioni.

Con la OxygenOS 14, OnePlus ha ritoccato anche la palette cromatica e introdotto nuove suonerie e suoni di notifica: i colori di sistema possono ora adattarsi dinamicamente in base a fattori come l’ora del giorno, lo stato dello smartphone e i contenuti mostrati; ad esempio, la sveglia presenta colori di sfondo differenti nell’arco della giornata. Quanto ai suoni, ci sono ben nove nuovi set di suonerie a tema Aquamorphic create in collaborazione con la danese Sonic Minds e la finlandese Epic Sound.

L’intervistatore ha cercato di far sbottonare i due dirigenti su novità più importanti come un’eventuale modalità desktop in stile DeX di Samsung, l’introduzione di funzioni per sfruttare adeguatamente il formato del prossimo pieghevole OnePlus Open, ma non ha ottenuto risposte degne di questo nome. Quanto alla prima, Lin ha svicolato esaltando piuttosto nuove funzioni come: File Dock, che apre ad un utilizzo collaborativo di informazioni e file tramite semplice drag & drop; Multi-Screen Connect 2.0 che rende le connessioni tra dispositivi più rapide e stabili. Per quanto concerne il secondo, non sono stati forniti dettagli, ma Chen ha solo sottolineato il lavoro gomito a gomito con Google per la cura dell’esperienza software del dispositivo.

Negli ultimi mesi, OnePlus ha migliorato il proprio supporto software — sulla carta —, ma ha anche dovuto fare fronte a problemi di stabilità capaci di minare la qualità dell’esperienza utente. Né la OxygenOS 13 è stata sufficiente a risolvere il problema. Per questo motivo, stabilità e fluidità sono stati, insieme all’efficienza, i pilastri che —  a detta di Lin — hanno guidato lo sviluppo della versione 14. Al fine di rimediare ai propri errori e alzare l’asticella, OnePlus ha aperto un programma beta più ampio, così da raccogliere una maggiore quantità e varietà di feedback. Il miglioramento della stabilità di sistema passa inevitabilmente dal framework sottostante, col nuovo Trinity Engine che mette insieme ben sei algoritmi — tra cui CPU-Vitalization, RAM-Vitalization e ROM-Vitalization — per ottimizzare le risorse in base all’hardware.

La OxygenOS tornerà mai ad una UI stock?

Negli anni addietro, OnePlus ha attratto schiere di appassionati anche grazie allo stile simil-stock della OxygenOS, tutta velocità, reattività e design pulito. In tempi più recenti, la transizione alla ColorOS — dove di nome, dove di fatto — ha dato un colpo di spugna al passato, aprendo un capitolo nuovo e ora, dalle parole dei due dirigenti, apprendiamo che non ci saranno ripensamenti.

Insomma, ora che OxygenOS e ColorOS condividono il codice che sta alla base, ci saranno miglioramenti per qualità e aggiornamenti, ma anche somiglianze sempre più evidenti. Né OnePlus prevede di concedere agli utenti — sulla falsariga di ciò che fa ASUS con la ZenUI — la possibilità di scegliere tra Aquamorphic Design e una UI stock.

Infine, Chen ha accennato all’interesse di OnePlus ad aggiungere funzioni legate all’AI alla OxygenOS, senza tuttavia fornire alcun dettaglio al riguardo.

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