Il canale YouTube TechDroider ha recentemente pubblicato il classico video-confronto con protagonisti cinque smartphone di produttori diversi, Nothing Phone (2), iPhone 14 Pro Max, OnePlus 11, Xiaomi 13 Pro e Google Pixel 7 Pro.
L’obiettivo finale del video, realizzato per mettere in luce le potenzialità dell’ultimo arrivato in casa Nothing, è quello di verificare quale di questi smartphone abbia l’autonomia maggiore se sottoposto a un ciclo standard di operazioni. Scopriamo dunque i risultati e cerchiamo di tirare le somme: è realmente utile un confronto del genere?
Segui Xiaomi Italia su Telegram, ricevi news e offerte per primo
Motorola edge 60, 8/256 GB
50+50+10MP, 6.67'' pOLED 120Hz, Batteria 5200mAh, ricarica 68W, Android 15
Nothing Phone (2) contro tutti in un “test” di autonomia
Prendete cinque smartphone lanciati sul mercato tra la fine del 2022 e la metà del 2023. Metteteli uno di fianco all’altro con batteria carica al 100%. Fate partire un timer e iniziate a svolgere le stesse operazioni, principalmente navigazione social e riproduzione di contenuti video, su tutti e cinque gli smartphone, tutti settati con display a risoluzione Full HD+ per non creare disparità (tranne l’iPhone che non supporta il cambio di risoluzione).
Questo, bene o male, è la trama di un video recentemente pubblicato dal canale YouTube TechDroider, il cui scopo principale era quello di mettere in risalto le potenzialità del Nothing Phone (2) rispetto agli altri concorrenti.
Di seguito, prima di lasciarvi alla visione del video, riepiloghiamo le loro specifiche chiave riguardanti SoC, display e batteria dei cinque protagonisti della sfida:
- Nothing Phone (2)
- Display: LTPO OLED da 6,7″ FHD+ fino a 120 Hz
- SoC: Qualcomm Snapdragon 8+ Gen 1 (4 nm)
- Batteria: 4700 mAh
- Apple iPhone 14 Pro Max
- Display: Super Retina OLED XDR ProMotion da 6,7″ (1290 x 2796 pixel) fino a 120 Hz
- SoC: Apple A16 Bionic (4 nm)
- Batteria: 4323 mAh
- OnePlus 11
- Display: LTPO3 Fluid AMOLED da 6,7″ QHD+ fino a 120 Hz
- SoC: Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2 (4 nm)
- Batteria: 5000 mAh
- Xiaomi 13 Pro
- Display: LTPO AMOLED da 6,73″ QHD+ fino a 120 Hz
- SoC: Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2 (4 nm)
- Batteria: 4820 mAh
- Google Pixel 7 Pro
- Display: LTPO AMOLED da 6,7″ QHD+ fino a 120 Hz
- SoC: Google Tensor G2 (5 nm)
- Batteria: 5000 mAh
Cosa possiamo evincere dal video?
Il primo “defunto” di questa prova di sopravvivenza è lo Xiaomi 13 Pro: nonostante il SoC Snapdragon 8 Gen 2 (che si è dimostrato molto prestante e concreto su altri dispositivi) di Qualcomm, lo smartphone di casa Xiaomi mostra il fianco dopo circa 5 ore e 40 minuti, vittima probabilmente della scarsa ottimizzazione della MIUI (e lo YouTuber ha registrato una temperatura di 45,5°C sul dispositivo al momento dello spegnimento).
Il secondo a cedere è il Google Pixel 7 Pro: lo smartphone con il SoC peggiore tra i cinque protagonisti della sfida, ovvero quel Google Tensor G2 realizzato a 5 nm (gli altri hanno tutti un SoC a 4 nm) a partire da una base sfortunata (un non proprio riuscitissimo SoC Exynos). Il dispositivo targato Google ha comunque resistito 8 ore e 47 minuti e ha raggiunto la temperatura massima di 40,5°C (non male considerando le lamentele di molti utenti della community che etichettano come forni i Pixel più recenti).
A centro classifica troviamo OnePlus 11 che, a parità di SoC con lo Xiaomi 13 Pro, ha resistito molto più a lungo, spegnendosi dopo quasi 9 ore e 50 minuti (temperatura registrata pari a 44,7°C). Il team di sviluppo software di OnePlus (leggasi OPPO) ha lavorato bene all’ottimizzazione della OxygenOS 13.1, almeno rispetto agli altri cinesi di Xiaomi.
Nothing Phone (2), forte del suo Snapdragon 8+ Gen 1, uno dei SoC meglio riusciti nella storia di Qualcomm, nato dalle ceneri dello Snapdragon 8 Gen 1 (prodotto da Samsung) grazie alla bontà del processo produttivo a 4 nm di TSMC. Gli ingegneri del software di Nothing hanno indubbiamente fatto un buon lavoro con l’interfaccia del dispositivo ma gran parte del merito va al SoC. Nothing Phone (2) si è spento dopo 10 ore e 25 minuti, raggiungendo la temperatura di 46°C.
Il vincitore della sfida è, manco a dirlo, l’iPhone 14 Pro Max di Apple che si è spento dopo 11 ore e 13 minuti, raggiungendo la temperatura di 42,5°C. Al netto dell’ottimo lavoro svolto dal colosso di Cupertino (e TSMC) sul SoC Apple A16 Bionic, notoriamente gli iPhone (specie i modelli Pro Max) hanno un’autonomia maggiore rispetto ai competitor del panorama Android (soprattutto se di fascia leggermente più bassa come in questo caso).
È realmente utile un confronto del genere?
Io personalmente avrei messo da parte iPhone per vedere all’interno della partita uno dei Samsung Galaxy S23: grazie allo Snapdragon 8 Gen 2, gli ultimi flagship di casa Samsung hanno colpito per la notevole autonomia messa a disposizione degli utenti, considerando anche quanto sia completa e complessa (specie lato animazioni) la One UI.
Comunque sia, Nothing Phone (2) non esce con le ossa rotte da questo “confronto” ma la cosa non sorprende: alla fine, il dispositivo ha rispettato appieno le previsioni della vigilia che lo davano “forte” sull’autonomia grazie a un SoC più rodato (e ottimizzato) rispetto a quelli più recenti.
In conclusione mi permetto di dire una cosa: un test del genere, strutturato in questo modo, non troverà mai riscontro da nessuna parte; ognuno di noi utilizza lo smartphone a modo proprio e, di conseguenza, potrebbe avere un modello di utilizzo che meglio si sposa con l’uno o con l’altro modello. Poi, ecco, molto lo fa anche il software (gestione delle risorse, ottimizzazione generale). Di conseguenza, una sfida del genere potrebbe risultare fine a se stessa.
Non perderti: Recensione Nothing Phone (2) | Recensione OnePlus 11 | Recensione Xiaomi 13 Pro | Recensione Google Pixel 7 Pro