Google Pixel 6 e Google Pixel 6 Pro sono il presente e il futuro prossimo della serie Made by Google, ma spostare lo sguardo un po’ più avanti non guasta e quest’oggi sotto la lente ci sono già i prossimi Google Pixel 7 e Google Pixel 7 Pro: alcuni dettagli tecnici di questi modelli sono già venuti alla luce.

Intendiamoci, la macchina delle indiscrezioni non si era mai fermata: negli ultimi mesi, mentre Pixel 6 (ecco la nostra recensione) e Pixel 6 Pro (ecco la nostra recensione) facevano i conti con più bug del previsto, avevamo già parlato dell’economico Pixel 6a, dell’inedito Pixel Notepad, ma anche di altri argomenti, come ad esempio dello sviluppo della seconda generazione del chip Google Tensor.

Già in precedenza a questo nuovo SoC erano stati associati il model number GS201 e il nome in codice “Cloudripper”, che potrebbe essere usato per identificare una board di test ad uso esclusivo interno.

Nuovi particolari sulla questione e suoi prodotti che Big G ha in programma per il 2022 sono emersi subito dopo il rilascio della prima Developer Preview di Android 13. Prima di tutto, il leaker Cstark27 ha appreso che il chip GS201 farà uso di un modem Samsung (non ancora sul mercato) con model number “g5300b“. A tal proposito giova ricordare che il modem dei Pixel 6 viene identificato come “g5123b” e si tratta più precisamente dell’Exynos Modem 5123. Alla luce di questo precedente, si può presumere che il modem del chip Tensor di seconda generazione — e quindi di Google Pixel 7 e 7 Pro — sarà l’Exynos Modem 5300, che però, come detto, non è stato ancora ufficializzato dal produttore sudcoreano.

Tuttavia, Cloudripper non è il solo nome in codice che viene associato al modem Exynos Modem 5300, anzi ci sono anche i nomi in codice di altri tre dispositivi inediti. A suscitare interesse sono soprattutto i primi due, vale a dire “Cheetah” e “Panther”, che, secondo quanto appreso dalla fonte, dovrebbero corrispondere proprio agli smartphone Google Pixel 7 e Google Pixel 7 Pro attesi al lancio il prossimo autunno. Dal momento che a questi due dispositivi viene attribuito lo stesso modem di Cloudripper, la fonte deduce con un maggior grado di sicurezza che proprio la serie Pixel 7 si servirà del chip di seconda generazione Google Tensor GS201 (non che su questo punto ci fossero particolari dubbi).

In merito a questi nomi in codice c’è una piccola curiosità da appuntare: ancora una volta Big G prenderà spunto dalla natura, ma cambiando nettamente habitat. Mentre in questo caso si tratta di due felidi, per tutti i Nexus e i primi Pixel Google aveva scelto nomi associati alla vita marina; il cambiamento segnato da Pixel 6 e Pixel 6 Pro è stato simbolicamente rappresentato anche attraverso la scelta di nomi di volatili (“Oriole” e “Raven”), che verrà confermata anche con Pixel 6a (“Bluejay”) e Pixel Notepad (“Pipit”). Naturalmente i tempi non sono ancora sufficientemente maturi per parlare in termini di certezze, tuttavia pare che adesso Google abbia in mente di cambiare lo schema di riferimento dei nomi in codice per ciascuna generazione di hardware Pixel.

Il terzo nome in codice associato all’Exynos Modem 5300 è “Ravenclaw“. Mentre la lettura di questo nome ha sicuramente strappato un sorriso a quanti fra di voi sono fan della saga di Harry Potter, la questione potrebbe essere più articolata. I più attenti probabilmente ricorderanno che durante lo sviluppo del primo SoC Google Tensor, ben prima che il design dei Pixel 6 venisse definito, il team di Mountain View aveva svolto i test su un Pixel 5 modificato, nel quale aveva sostituito lo Snapdragon 765 proprio col Tensor. Questo particolare mashup era noto internamente come “Whitefin“, con “white” ripreso dal progetto Tensor (“Whitechapel“) e “fin” da Pixel 5 (“redfin”). Ebbene, il nome Ravenclaw potrebbe essere associato ad un altro mashup: “Raven” sarebbe un riferimento al corpo di Pixel 6 Pro e l’aggiunta del GS201 sarebbe simboleggiata da “claw”, un riferimento agli artigli dei felidi Pixel 7.

Al momento, purtroppo, non è possibile raggiungere un migliore livello di approfondimento, ma continuate a seguirci, perché l’avvicinamento ai prossimi prodotti Made by Google sarà sicuramente costellato di leak.

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