Le ultime indiscrezioni emerse vorrebbero i prossimi Google Pixel – sia il modello di punta Google Pixel 6 che il più economico Google Pixel 5a 5G – dotati di SoC proprietari di Big G identificati come Whitechapel e già adesso è possibile provare a mettere insieme le caratteristiche di quello più prestante.

Se nella giornata di ieri avevamo avuto la conferma ufficiale dell’esistenza di Google Pixel 5a 5G, oggi proviamo a capire come sarà fatto il “motore” del fratello maggiore Google Pixel 6.

Whitechapel GS101: cosa sappiamo del chipset di Google Pixel 6

Lo scorso anno, per la prima volta, si era parlato di “Whitechapel” come nome in codice per identificare i chipset proprietari di Google per smartphone, Chromebook e magari altro.

Il rumor era rimasto riposto in un cassetto fino a quando la settimana scorsa era emersa la grossa indiscrezione sui SoC di Google Pixel 6 e 5a 5G: il debutto di Whitechapel dovrebbe avvenire quest’anno proprio a bordo del nuovo modello di riferimento della casa di Mountain View.

Più precisamente, il primo SoC Made by Google verrebbe identificato internamente come “GS101”. Ecco le informazioni sul suo conto conosciute al momento.

Progettato con Samsung

Prima di tutto, sappiamo che per un progetto così importante e delicato Google si è rivolta alla divisione system large-scale integration (SLSI) di Samsung, con la quale ha collaborato per la progettazione e per la produzione del SoC GS101 e del progetto Whitechapel in generale.

Dal momento che la divisione SLSI di Samsung è quella che si occupa della realizzazione dei chipset Exynos, è possibile presumere che questi ultimi e i Whitechapel di Google saranno strettamente imparentati.

Design della CPU

I primi rumor su questo argomento parlavano di un SoC Google Whitechapel, che adesso possiamo identificare come GS101, caratterizzato da una CPU con design a tre cluster, uno con due core Cortex-A78, uno con due core Cortex-A76 e l’ultimo con quattro core Cortex-A55.

Questo rumor smentirebbe in toto la presunzione appena fatta dello stretto legame Exynos-Whitechapel, visto che non esistono chipset proprietari di Samsung con la configurazione poc’anzi descritta.

Va detto che fino ai tempi più recenti la maggior parte dei chipset per smartphone ha abbracciato una struttura a due cluster di tipo big.LITTLE, con un cluster formato dai core ad alte prestazioni e un altro con quelli più efficienti, da chiamare in causa per i task più leggeri e allungare la durata della batteria.

Quest’anno, coi nuovi Exynos 2100 e Qualcomm Snapdragon 888, il design a tre cluster è divenuto il nuovo standard. Entrambi si servono di un singolo core Cortex-X1 come terzo cluster allo scopo di garantire prestazioni migliori con le app non ottimizzate per il multi-core.

Nel caso di Whitechapel, va detto, è più probabile che GS101 sia un SoC di fascia medio-alta, sulla falsariga del comunque ottimo Qualcomm Snapdragon 765 usato su Google Pixel 5.

GPU

Per quanto riguarda la componente grafica, i colleghi di 9to5Google hanno messo gli occhi su documenti secondo i quali il SoC GS101 avrebbe una GPU basata sull’architettura Valhall di Arm. Al momento ne esistono ben poche, alcuni esempi sono le Mali-G77 e Mali-G78 di fascia alta ma anche la Mali-G68 di fascia media.

Si tratterebbe di un cambiamento importante: tutti gli smartphone con SoC Qualcomm, inclusi i Pixel, usano le GPU Adreno, storicamente superiori alle alternative Mali.

Va detto, comunque, che di recente Mali ha colmato del tutto il divario, basti pensare che un confronto tra le varianti Exynos e Snapdragon di Samsung Galaxy S21 Ultra ha evidenziato performance quasi identiche tra l’Adreno 660 dello Snapdragon 888 e la Mali-G78 dell’Exynos 2100.

AI e chip di sicurezza

Se già negli anni scorsi Google aveva usato componenti dedicate nei propri Pixel, il progetto Whitechapel aprirebbe ad un’integrazione ben più profonda.

I più attenti ricorderanno sicuramente il “Pixel Visual Core” dei Pixel 2, evolutosi nel “Pixel Neural Core” con annessa TPU (Tensor Processing Unit) coi Pixel 4. L’evoluzione si era arrestata bruscamente lo scorso anno con Pixel 5, privo di questo chip dedicato, ma secondo alcuni rumor potrebbe riprendere con Google Pixel 6.

Un altro chip solitamente presente nei Pixel è quello di sicurezza Titan-M, introdotto coi Pixel 3. Per le funzioni di questo chip vi rimandiamo alla spiegazione ufficiale, qui sappiate che Whitechapel GS101 dovrebbe disporre del nuovo “Dauntless“. Dal codice sorgente di Chromium si apprende che questo nuovo chip di sicurezza può funzionare sia su Android che su Chrome OS e che è il successore del chip Haven, spesso chiamato Google Security Chip. Nel caso di Google Pixel 6, questo fantomatico successore di Titan-M dovrebbe essere integrato direttamente nel chipset GS101.

Modem

Sulla base di documentazione interna e con l’aiuto del noto modder cstark27, il team di 9to5Google ha confermato che Google Pixel 6 farà uso di un modem simile a quello dei chip Exynos di Samsung, con nome in codice Shannon. Al momento, tuttavia, non è chiaro se la soluzione sarà unica per tutti i mercati oppure no.

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