Google, evidentemente, tiene molto ai suoi utenti ponendo in primo piano la loro sicurezza. Questi dispositivi vengono costantemente aggiornati con l’ultima versione di Android, questo permette agli utenti di avere sempre la versione più sicura del sistema operativo. Pixel 2, presentato il 4 ottobre 2017 e in vendita in Italia a partire dal 12 ottobre dello stesso anno, presenta al pubblico un modulo di sicurezza anti manomissione, che protegge la schermata di blocco e rafforzare la crittografia del disco.

Google ha deciso di continuare il progetto proponendo un nuovissimo chip che mira ad accrescere la sicurezza del nuovissimo Pixel 3, stiamo parlando di Titan M.

Titan M, in arrivo negli Stati Uniti d’America domani 18 ottobre 2018, si ispira a un chip utilizzato nei data center di Google Cloud, Titan, ed è stato totalmente ridimensionato per essere inserito all’interno di uno smartphone. Quali sono le funzionalità del nuovo chip?

Controllo del bootloader

Titan M è stato integrato in Verified Boot, il processo di avvio sicuro del dispositivo. Il chip, infatti, aiuta il bootloader, il programma che sceglie e lancia negli smartphone la versione corretta di Android, e si assicuri che venga scelta l’ultima versione del sistema operativo. Titan M, quindi, prova a fermare i tentativi di sblocco del bootloader. Questa funzione, però, non piacerà sicuramente a chi ama il mondo del modding e che, quindi, necessita di sbloccare il bootloader.

Protezione dello schermo di blocco

Il chip complica il lavoro dei malintenzionati che tentano di sbloccare lo schermo provando varie combinazioni: con un pizzico di fortuna e la conoscenza del proprietario dello smartphone, queste persone riescono spesso a superare il blocco. Grazie a Titan M, il device limiterà i tentativi di sblocco possibile e permetterà la decrittografia solo dopo che il codice corretto è stato inserito.

App di terze parti e transazioni

Titan M assicurerà anche la sicurezza delle transazioni in applicazioni di terze parti: con Android 9 Pie, infatti, gli utenti potranno utilizzare alcune API, come StrongBox KeyStore, che immagazzineranno i dati sensibili (password, codici bancari etc.) direttamente in Titan M.

Resistere agli attacchi

Google ha deciso di rendere il chip resistente agli attacchi e non permette l’aggiornamento di aggiornamenti del firmware se non prima è stato inserito il codice di sblocco. Questo permetterà di evitare l’installazione di aggiornamenti potenzialmente dannosi da parte di altre persone.