Fin dalla nascita del primo smartphone Poco si è capito benissimo dove volesse puntare l’azienda: hardware di fascia alta e prezzo popolare. La strategia si rinnova in questo 2021 con Poco X3 Pro, che abbiamo già recensito e che si colloca nella fascia di prezzo trai 199 e 249 Euro, e questo Poco F3 che cerca ancora una volta di alzare l’asticella della fascia media. Lo fa con un prezzo più contenuto rispetto a Poco F2 Pro dello scorso anno (questo potrebbe far presagire un prossimo annuncio di una variante Pro) e un hardware capace di far scendere tutti gli altri dal piedistallo.

La principale novità è rappresentata dal processore, il Qualcomm Snapdragon 870 5G, una riedizione del top di gamma del 2020 ovvero l’865+ con una piccolissima modifica: 100 MHz in più sul core più prestante. Spoiler alert: la differenza non si nota e il perché è da ritrovare ancora una volta nel software.

Unboxing di Poco F3

All’interno della confezione di Poco F3 è presente: l’alimentatore da parete da 33 W, il cavo USB Type-C per ricarica e trasferimento file, la spilla per rimuovere il carrellino della doppia SIM, un cavo adattatore da USB e porta da 3,5 mm per cuffie cablate, una pellicola pre-applicata sullo schermo e una cover trasparente in plastica morbida.

Video recensione di Poco F3

Design & Ergonomia

Poco F3 nell’aspetto estetico è il classico smartphone di casa Xiaomi. Noi lo abbiamo acquistato nella versione Night Black ma più che nero è il solito grigio topo con effetto specchio che si riempie subito di ditate appena lo si tocca. A livello di rifiniture comunque è migliore rispetto ai Redmi Note 10, lo si può notare sui bordi e sul camera bump che sembra decisamente più curato.

Frontalmente i bordi sono sufficientemente sottili via per il mento inferiore che purtroppo è leggermente più pronunciato. A livello ergonomico comunque è uno smartphone importante, soprattutto sulle dimensioni dove supera abbondantemente i 163 mm di altezza e i 76 mm di larghezza, se la cava di più nello spessore ovvero 7,8 mm mentre il peso è ok: 196 grammi.

Il display è buono: di tipo AMOLED da 6,67 pollici con refresh rate FHD+, supporto HDR10+, refresh rate a 120 Hz e frequenza di riconoscimento del tocco a 360 Hz. Si tratta probabilmente dello stesso pannello di Redmi Note 10 Pro, il bianco vira leggermente verso il verde ma come forse saprete all’interno delle impostazioni display c’è un’ampia sezione per calibrarlo a proprio piacimento. Per la fascia di prezzo cui viene posizionato è quasi impossibile chiedere di meglio. Se ve lo steste chiedendo anche su questa unità purtroppo c’è poca omogeneità su livelli bassi di luminosità ma, come dico spesso, qui va anche un po’ a fortuna.

Il sensore di impronte è collocato sul tasto di accensione, è reattivo e preciso nel riconoscimento e garantisce soprattutto rapidità di sblocco.

Lo speaker principale lavora in accoppiata alla capsula auricolare in altoparlante così da offrire l’effetto stereo durante la riproduzione di canzoni, video o chiamate in vivavoce, la qualità è discreta ma inferiore rispetto a Xiaomi Mi 11 Lite.

Il sensore di prossimità funziona abbastanza bene, capita che non riconosca l’avvicinarsi o l’allontanarsi all’orecchio ma solo sporadicamente.

Funzionalità

L’ambito software resta il punto dolente degli smartphone Xiaomi, anche su questo Poco F3 che a tutti gli effetti ha la stessa versione e gli stessi difetti del Redmi Note 10 Pro e Xiaomi Mi 11 Lite 5G. Nulla che renda inutilizzabile questo smartphone, chiariamoci, ma sicuramente ci sono delle sbavature che vanno a rovinare l’esperienza d’uso.

Si tratta di Android 11 con interfaccia grafica MIUI 12 che presto dovrebbe aggiornarsi alla versione 12.5, di cui abbiamo già iniziato a vedere le prime novità. Così come sui Redmi anche qui la prima cosa che balza all’occhio terminato il setup iniziale è la presenza di numerose applicazioni pre-installate tra cui giochi che però, fortunatamente, è possibile disinstallare.

Nelle impostazioni c’è la possibilità di clonare le applicazioni così da utilizzare più account sui vari social network, il turbo videogiochi per favorire le prestazioni rispetto al risparmio energetico, la possibilità di aprire le applicazioni in finestra, la modalità Lite per i meno pratici con gli smartphone e le varie impostazioni avanzate per il risparmio energetico qualora ci ritroviamo lontani da un caricabatteria e una carica residua esigua. A sorpresa inoltre, a differenza di Xiaomi Mi 11 Lite e dei Redmi, sono presenti anche i Super Wallpaper e, sempre a differenza di questi ultimi, è possibile decidere di mantenere sempre attivo l’always on display.

In termini di difetti quelli più importanti sono tre:

  • le notifiche spesso e volentieri vengono raggruppate male nella tendina delle notifiche e quando ne riceviamo una nuova di un’app di cui ne abbiamo ancora qualcuna da leggere ci verrà riproposta quella vecchia invece che quella nuova nel popup a comparsa;
  • anche se impostiamo il refresh rate a 120 Hz in numerose schermate passa automaticamente a 60 Hz, questo fa sembrare che lagghi più del solito mentre invece è solo il cambio di frequenza, c’è da dire comunque che per esempio su Discover mantiene i 120 Hz, cosa che non fanno né Mi 11 Lite, né Redmi Note 10 Pro;
  • ogni tanto si presentano dei lag improvvisi: durante la chiusura di un’app pesante o durante alcuni scroll sulla homescreen o nel cassetto delle app.

Nulla che non si possa risolvere con futuri aggiornamenti software, speriamo solo che arrivino.

Prestazioni

Lato prestazioni è dove Poco F3 incuriosisce maggiormente essendo il primo smartphone con a bordo la nuova piattaforma di Qualcomm: la Snapdragon 870 5G. Si tratta di un processore octa-core a 7 nm di processo produttivo che può arrivare fino a 3,2 GHz sul core dedito alle prestazioni. È affiancato dalla GPU Adreno 650 e dal modem X55 per la connettività 5G, supportando sia la modalità SA che NSA, quindi completo. Ne esistono poi due varianti: 6/128 GB (oggetto di questa recensione) e 8/256 GB con RAM LPDDR5 e memoria interna UFS 3.1. Tenete considerato che circa 14 GB sono occupati dal sistema operativo.

A tutti gli effetti possiamo definirlo il miglior smartphone da gaming sulla fascia media: questo processore infatti offre tanta potenza, solo di poco inferiore all’888 ma che all’atto pratico non si noterà in nessun ambito. Con questo SOC è la GPU che su questa fascia fa un grintoso upgrade rispetto alla Adreno 620 dello Snapdragon 765G, praticamente il doppio dei risultati su tutti i benchmark.

Per gli amanti dei numeri c’è da fare una precisazione infatti, questo Snapdragon 870 è overclockato di 100 MHz rispetto a un 865+ ma ha un comportamento decisamente strano per cui spinge al massimo per i primi due minuti per poi effettuare un deciso calo, quasi come se il processore non riuscisse a reggere. Ciò è visibile sull’app per monitorare il thermal throttling ma anche sottoponendo a stress la GPU con questo benchmark su browser dove mantiene gli fps a 22-23 per i primi due minuti per poi scendere a 17-18. Comportamento anormale perché ad esempio l’865+ di Zenfone 7 Pro tiene botta anche per oltre 10 minuto. Perché capita ciò? Dissipazione non adeguata? È pur vero che lo smartphone non si surriscalda eccessivamente quindi o c’è qualche limite software oppure l’overclock è inadeguato, l’unica cosa certa è che qualcosa non va a dovere. Questa però ovviamente non è una parentesi che vuole denigrare il Poco F3 bensì Qualcomm che secondo noi con sta riedizione markettara dell’865+, diciamo così, ha un po’ floppato.

Detto ciò diamo a Cesare quel che è di Cesare: questa piattaforma è più prestante del 732G di Mi 11 Lite e del Redmi Note 10 Pro e quasi sicuramente anche del 780G del Mi 11 Lite 5G, insomma, una vera belva che vi supporterà in qualsiasi cosa vogliate fare senza farvi venire nostalgia di un top di gamma. Ha indubbiamente una scheda tecnica da far invidia a molti prodotti sulla stessa fascia di prezzo.

Connettività

Grazie al processore e relativo modem è uno smartphone che supporta non solo il 4G+ ma anche il 5G sia di tipo SA che NSA e, in termini di ricezione, secondo noi è uno dei migliori in circolazione al pari di Galaxy S21 Ultra, ben fatto. Tra l’altro i valori SAR sono anche abbastanza contenuti ovvero 0.599 W/kg alla testa e 0.843 W/kg al corpo.

Comunque è anche dotato di NFC per i pagamenti digitali, trasmettitore infrarossi, Bluetooth 5.1, WiFi 6 e porta USB Type-C.

Fotocamera

Il comparto fotografico invece, di contro, è quello un po’ più deludente:

  • 48 MP, f/1.8, 26mm (grandangolare), 1/2”, 0.8µm, PDAF
  • 8 MP, f/2.2, 119˚ (ultra grandangolare)
  • 5 MP, f/2.4, 50mm (fotocameramacro), 1/5.0”, 1.12µm, AF
  • 20 MP, f/2.5, (grandangolare), 1/3.4”, 0.8µm

A livello qualitativo è discreto, non è sicuramente il suo piatto forte. Al ultra grandangolare è quella più debole del lotto dove anche con buona luminosità tende a impastare i dettagli mentre quella principale si comporta meglio soffrendo giusto i forti contrasti. Nessun problema di aberrazione cromatica comunque e al netto di un bilanciamento del bianco spesso sbagliato gli scatti che ne escono fuori sono anche piacevoli. La fotocamera macro continuo a reputarla poco utile in quanto serve una mano fermissima ma per lo meno ha l’autofocus e questo permette di avere più chance di scattare una foto salvabile.

Sui selfie il giudizio è praticamente lo stesso rispetto a Mi 11 Lite e Redmi Note 10 Pro mi piace lo skin tone ma l’HDR è un po’ limitato.

Nei video può registrare fino in 4K a 30 fps ma in nessuna risoluzione è possibile passare dalla fotocamera ultra grandangolare a quella principale mentre è possibile far partire la ripresa video da uno o l’altro sensore. La qualità è discreta, in parte si fa sentire la mancanza di stabilizzazione ottica ma quella elettronica fa un discreto lavoro. Leggermente incerta la messa a fuoco.

Batteria & Autonomia

La batteria di Poco F3 è da 4520 mAh con supporto alla ricarica rapida a 33 W e che permette tranquillamente di coprire la classica giornata stress lavorativa. In termini numerici vuol dire poter usare lo smartphone attivamente per circa 6-7 ore e quindi, con un utilizzo più parsimonioso, poter arrivare anche a due giorni di utilizzo.

Questo comunque è dovuto anche ad un risparmio energetico di default aggressivo sulle applicazioni che possono operare in maniera limitata in background comportando a volte dei ritardi nella ricezione di notifiche. Vi basta andare nelle impostazioni batteria, cliccare l’ingranaggio in alto a destra, gestione singole app ed entrare in ciascuna app che reputate prioritaria e disattivare tali restrizioni. Vi consigliamo di farlo su app di messaggistica e Gmail (che vi comparirà esclusivamente cliccando a sua volta il menu in alto a destra e poi “mostra app di sistema”).

In conclusione

Poco F3 è disponibile all’acquisto sul sito ufficiale Poco oppure su Amazon e altri rivenditori a partire da 299 Euro, tuttavia si tratta del prezzo promozionale lancio dato che di listino il prezzo è fissato a 349 Euro per la variante 6/128 GB e 399 Euro per quella 8/256 GB. Prezzi consoni all’hardware del prodotto ma che ovviamente scontano anche dei compromessi come sul comparto fotografico.

È uno smartphone che consigliamo vivamente a chi cerca performance ai vertici e un’ottima ricezione a un prezzo popolare, resta meno indicato invece per chi vuole un buon comparto fotografico dove sia Mi 11 Lite 5G che Redmi Note 10 Pro, oggettivamente, riescono a fare di meglio.

Pagella

8.0
Design
7.8
Funzionalità
8.6
Prestazioni
7.2
Fotocamera
8.4
Batteria
8.8